La Legge n. 338/2000 “Disposizioni in materia di alloggi e residenze per gli studenti universitari” nasce con l’obiettivo di ridurre il divario tra domanda e offerta di posti alloggi per studenti universitari fuori sede in Italia, cercando, al tempo stesso, di potenziare e incentivare la mobilità degli studenti stranieri verso il nostro paese. Tale divario risulta ancora più accentuato se comparato con quello di altri stati europei, nei quali la progettazione di campus con servizi appositamente dedicati ne ha facilitato lo sviluppo, in contrapposizione al nostro Paese, dove le attività didattiche e di ricerca sono dislocate principalmente all’interno dei nuclei storici delle città. Con l’obiettivo di colmare le carenze e assumere un ruolo più competitivo nel mercato residenziale studentesco europeo, nel 2000 vengono emanate la Legge n. 338/2000 e la Legge n. 388/2000 che, a vari livelli, istituiscono il principio di cofinanziamento da parte dello Stato per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, finalizzati alla realizzazione e messa a norma di posti alloggi per studenti universitari. I primi esiti della legge sono i quattro piani triennali d’attuazione (2004, 2007, 2011, 2016), fin qui emanati, che hanno visto l’erogazione da parte dello Stato di oltre un miliardo di euro di finanziamenti per circa 40.000 posti alloggio nuovi e/o messi a norma. Il carattere innovativo della legge risiede in vari aspetti: da un lato un’innovazione di processo legata alle modalità di richiesta di cofinanziamento, al monitoraggio degli interventi e all’erogazione della quota di finanziamento statale, dall’altro un’innovazione di progetto legata agli aspetti prettamente architettonici. Quest’ultimo aspetto è reso evidente attraverso l’individuazione di specifiche tipologie edilizie e di aree funzionali residenziali e di servizio che devono essere presenti nelle residenze, ma anche dalla definizione di standard quali-quantitativi minimi e di principi di massima di progettazione orientati, tra l’altro, al recupero del patrimonio edilizio esistente, al risparmio energetico, all’implementazione digitale e all’integrazione urbana e sociale. Anche per tali motivi, le residenze per studenti universitari hanno rappresentato per i progettisti, negli ultimi anni, un campo molto vasto all’interno del quale indagare attività di ricerca e sperimentazione processuale e progettuale. Progettare una residenza universitaria, oggi, grazie alla legge 338/00, non significa pensare esclusivamente a fornire degli spazi privati dell’abitare, ma integrare a quest’ultimi anche servizi collettivi in grado di creare momenti di relazioni e socializzazione tra gli utenti. Grazie a tale apparato normativo si è assistito al passaggio dal sistema di dormitorio studentesco al sistema di alloggi e servizi per studenti universitari. La normativa, di fatto, ha assunto un carattere sociale fortemente radicato nel territorio in quanto agevola gli studenti meritevoli e privi di mezzi, e ha come obiettivo principale il miglioramento della qualità della vita di tutti gli utenti attraverso la progettazione di ambienti capaci di rispondere alle esigenze del singolo, della comunità studentesca e favorisce l’integrazione con gli abitanti del quartiere dove essa viene inserita, incoraggiando la maturazione sociale degli studenti. Il mutevole quadro esigenziale della multi-utenza contribuisce ad incentivare la continua sperimentazione in questo settore, che ricerca in ogni progetto l’ambizioso ma fondamentale equilibrio tra la privacy delle funzioni residenziali e la condivisione delle funzioni collettive. L’articolo si pone quindi l’obiettivo di descrivere, a venti anni dall’emanazione della legge, l’apparato normativo nella sua completezza e nella sua evoluzione, anche alla luce della prossima emanazione del V bando di cofinanziamento della legge 338/00 che, come previsto dal PNRR, avrà a disposizione, oltre ai fondi ordinari, ulteriori risorse per circa 300.000.000 di euro. L’articolo porrà, inoltre, particolare attenzione su alcuni dati significativi raccolti negli ultimi venti anni, e su una selezione di progetti interessanti, ad oggi realizzati grazie al disposto normativo.
Innovazioni nel finanziamento e realizzazione di residenze universitarie / Valentina Spagnoli. - In: L'UFFICIO TECNICO. - ISSN 0394-8293. - STAMPA. - gennaio-febbraio 2022:(2022), pp. 90-101.
Innovazioni nel finanziamento e realizzazione di residenze universitarie
Valentina Spagnoli
Writing – Original Draft Preparation
2022
Abstract
La Legge n. 338/2000 “Disposizioni in materia di alloggi e residenze per gli studenti universitari” nasce con l’obiettivo di ridurre il divario tra domanda e offerta di posti alloggi per studenti universitari fuori sede in Italia, cercando, al tempo stesso, di potenziare e incentivare la mobilità degli studenti stranieri verso il nostro paese. Tale divario risulta ancora più accentuato se comparato con quello di altri stati europei, nei quali la progettazione di campus con servizi appositamente dedicati ne ha facilitato lo sviluppo, in contrapposizione al nostro Paese, dove le attività didattiche e di ricerca sono dislocate principalmente all’interno dei nuclei storici delle città. Con l’obiettivo di colmare le carenze e assumere un ruolo più competitivo nel mercato residenziale studentesco europeo, nel 2000 vengono emanate la Legge n. 338/2000 e la Legge n. 388/2000 che, a vari livelli, istituiscono il principio di cofinanziamento da parte dello Stato per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, finalizzati alla realizzazione e messa a norma di posti alloggi per studenti universitari. I primi esiti della legge sono i quattro piani triennali d’attuazione (2004, 2007, 2011, 2016), fin qui emanati, che hanno visto l’erogazione da parte dello Stato di oltre un miliardo di euro di finanziamenti per circa 40.000 posti alloggio nuovi e/o messi a norma. Il carattere innovativo della legge risiede in vari aspetti: da un lato un’innovazione di processo legata alle modalità di richiesta di cofinanziamento, al monitoraggio degli interventi e all’erogazione della quota di finanziamento statale, dall’altro un’innovazione di progetto legata agli aspetti prettamente architettonici. Quest’ultimo aspetto è reso evidente attraverso l’individuazione di specifiche tipologie edilizie e di aree funzionali residenziali e di servizio che devono essere presenti nelle residenze, ma anche dalla definizione di standard quali-quantitativi minimi e di principi di massima di progettazione orientati, tra l’altro, al recupero del patrimonio edilizio esistente, al risparmio energetico, all’implementazione digitale e all’integrazione urbana e sociale. Anche per tali motivi, le residenze per studenti universitari hanno rappresentato per i progettisti, negli ultimi anni, un campo molto vasto all’interno del quale indagare attività di ricerca e sperimentazione processuale e progettuale. Progettare una residenza universitaria, oggi, grazie alla legge 338/00, non significa pensare esclusivamente a fornire degli spazi privati dell’abitare, ma integrare a quest’ultimi anche servizi collettivi in grado di creare momenti di relazioni e socializzazione tra gli utenti. Grazie a tale apparato normativo si è assistito al passaggio dal sistema di dormitorio studentesco al sistema di alloggi e servizi per studenti universitari. La normativa, di fatto, ha assunto un carattere sociale fortemente radicato nel territorio in quanto agevola gli studenti meritevoli e privi di mezzi, e ha come obiettivo principale il miglioramento della qualità della vita di tutti gli utenti attraverso la progettazione di ambienti capaci di rispondere alle esigenze del singolo, della comunità studentesca e favorisce l’integrazione con gli abitanti del quartiere dove essa viene inserita, incoraggiando la maturazione sociale degli studenti. Il mutevole quadro esigenziale della multi-utenza contribuisce ad incentivare la continua sperimentazione in questo settore, che ricerca in ogni progetto l’ambizioso ma fondamentale equilibrio tra la privacy delle funzioni residenziali e la condivisione delle funzioni collettive. L’articolo si pone quindi l’obiettivo di descrivere, a venti anni dall’emanazione della legge, l’apparato normativo nella sua completezza e nella sua evoluzione, anche alla luce della prossima emanazione del V bando di cofinanziamento della legge 338/00 che, come previsto dal PNRR, avrà a disposizione, oltre ai fondi ordinari, ulteriori risorse per circa 300.000.000 di euro. L’articolo porrà, inoltre, particolare attenzione su alcuni dati significativi raccolti negli ultimi venti anni, e su una selezione di progetti interessanti, ad oggi realizzati grazie al disposto normativo.File | Dimensione | Formato | |
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