Nel panorama della pianificazione territoriale in Italia, la Toscana costituisce un caso per certi versi emblematico e per altri sui generis, nel segno comunque di uno spiccato sperimentalismo. Si tratta infatti di una delle primissime regioni ad aver messo in atto sia lo sdoppiamento del piano comunale in uno strumento strutturale ed uno operativo sul modello prefigurato dall’Inu agli inizi degli anni ’90, sia l’abbinamento tra piano d’indirizzo regionale e piano paesaggistico in applicazione del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (2004), verificando nel corso di quasi un trentennio d’ininterrotta attività pianificatoria, portata avanti a tutti i livelli, i meriti e i limiti, in termini di efficacia ed efficienza nel governo della territorio, di un apparato normativo e procedurale divenuto sempre più complesso. Meriti e limiti di cui il bilancio che qui presentiamo intende proporre una lettura critica, incrociando i dati di un monitoraggio puntuale di tale attività recente alle proposte di razionalizzazione elaborate dalla sezione Toscana dell’Inu, e fornendo la cornice agli approfondimenti contenuti negli altri articoli di questo Focus su alcuni temi specifici connotativi del ‘modello toscano’: la pianificazione intercomunale e il ruolo attivo assunto dal Sistema informativo territoriale della Regione nella formazione dei piani.
Un bilancio della pianificazione toscana / Francesco Alberti; Chiara Agnoletti. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - STAMPA. - 302:(2022), pp. 29-35.
Un bilancio della pianificazione toscana
Francesco Alberti
;
2022
Abstract
Nel panorama della pianificazione territoriale in Italia, la Toscana costituisce un caso per certi versi emblematico e per altri sui generis, nel segno comunque di uno spiccato sperimentalismo. Si tratta infatti di una delle primissime regioni ad aver messo in atto sia lo sdoppiamento del piano comunale in uno strumento strutturale ed uno operativo sul modello prefigurato dall’Inu agli inizi degli anni ’90, sia l’abbinamento tra piano d’indirizzo regionale e piano paesaggistico in applicazione del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (2004), verificando nel corso di quasi un trentennio d’ininterrotta attività pianificatoria, portata avanti a tutti i livelli, i meriti e i limiti, in termini di efficacia ed efficienza nel governo della territorio, di un apparato normativo e procedurale divenuto sempre più complesso. Meriti e limiti di cui il bilancio che qui presentiamo intende proporre una lettura critica, incrociando i dati di un monitoraggio puntuale di tale attività recente alle proposte di razionalizzazione elaborate dalla sezione Toscana dell’Inu, e fornendo la cornice agli approfondimenti contenuti negli altri articoli di questo Focus su alcuni temi specifici connotativi del ‘modello toscano’: la pianificazione intercomunale e il ruolo attivo assunto dal Sistema informativo territoriale della Regione nella formazione dei piani.File | Dimensione | Formato | |
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