Il linguaggio dell'odio esiste da quando esistono i rapporti sociali e sfrutta la discriminazione e la violenza inscritte in epiteti ed espressioni ingiuriose, o in discorsi malevoli e insinuanti. Uno dei risultati più inquietanti dell’indagine di Amnesty International sulle espressioni d’odio nelle piattaforme social è che questi messaggi suscitano molti più ‘like’, condivisioni e commenti dei messaggi neutri o a bassa problematicità. La denigrazione, l’attacco vile e violento, sono fenomeni estesi che trovano nella discriminazione differenzialista la loro espressione più nota e immediata, celando anche qualcosa di più profondo, cioè le forme di invidia sociale per cui l’‘erba del vicino’ diventa la misura della propria inadeguatezza o della propria insoddisfazione. Oggi è sui social che l’‘hate speech’ trova il suo ambiente ideale, un ambiente protetto dall’anonimato o comunque da identità nascoste e totalmente disponibile a chi lo usa. Così l’odio verbale e lo sguardo torvo verso le differenze rivelano nell’offesa il significato nascosto delle insicurezze e delle insofferenze proprie dell’immaginario sociale e dei diversi modi di esistere e di pensare.
Se l'"erba del vicino" diventa la misura della propria inadeguatezza / Benedetta Baldi. - STAMPA. - (2022), pp. 11-11.
Se l'"erba del vicino" diventa la misura della propria inadeguatezza
Benedetta Baldi
2022
Abstract
Il linguaggio dell'odio esiste da quando esistono i rapporti sociali e sfrutta la discriminazione e la violenza inscritte in epiteti ed espressioni ingiuriose, o in discorsi malevoli e insinuanti. Uno dei risultati più inquietanti dell’indagine di Amnesty International sulle espressioni d’odio nelle piattaforme social è che questi messaggi suscitano molti più ‘like’, condivisioni e commenti dei messaggi neutri o a bassa problematicità. La denigrazione, l’attacco vile e violento, sono fenomeni estesi che trovano nella discriminazione differenzialista la loro espressione più nota e immediata, celando anche qualcosa di più profondo, cioè le forme di invidia sociale per cui l’‘erba del vicino’ diventa la misura della propria inadeguatezza o della propria insoddisfazione. Oggi è sui social che l’‘hate speech’ trova il suo ambiente ideale, un ambiente protetto dall’anonimato o comunque da identità nascoste e totalmente disponibile a chi lo usa. Così l’odio verbale e lo sguardo torvo verso le differenze rivelano nell’offesa il significato nascosto delle insicurezze e delle insofferenze proprie dell’immaginario sociale e dei diversi modi di esistere e di pensare.File | Dimensione | Formato | |
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