La mediazione culturale è una parte essenziale del mecenatismo rinascimentale; il rapporto mecenate-mediatore-cliente consiste in uno scambio indiretto a tre vie, in cui il mediatore rende possibile l'incontro e la riconciliazione dei due livelli estremi, chiaramente separati da distanze fisiche, sociali e politiche. La modernità dei termini mediatore culturale e intermediazione culturale può sembrare anacronistica, ma coglie il ruolo sfumato adottato da alcune figure aristocratiche, che mettevano in contatto musicisti, compositori, poeti, scienziati e artisti con potenti mecenati, mediando tra commissioni occasionali e impieghi duraturi, favorendo la continuità del mecenatismo musicale, letterario, scientifico e artistico attraverso il succedersi delle autorità regnanti (a Firenze, per i Medici, Ferdinando I, Cristina di Lorena, Cosimo II, Maria Maddalena, Vittoria della Rovere, Leopoldo e Giovan Carlo) e l'arricchimento della proposta artistica attraverso lo scambio tra le varie corti europee. Attraverso l’esame del ruolo fondamentale della figura del mediatore , il saggio evidenzia come questo abbia favorito il dialogo tra artisti e mecenati, contribuendo alla continuità del patronato artistico e al rafforzamento dei legami culturali tra le corti europee. L’attenzione si sofferma sull'importanza delle celebrazioni pubbliche e private nell'affermazione del potere politico, con particolare riferimento agli spettacoli organizzati per matrimoni e altre occasioni ufficiali, che fungevano da strumenti di propaganda per esaltare la grandezza delle famiglie regnanti. Punto focale del saggio è il trasferimento delle pratiche teatrali fiorentine in Inghilterra, che influenzano profondamente le produzioni di corte, contribuendo all’evoluzione della masque inglese; l’adozione di modelli culturali fiorentini arricchisce la scena teatrale inglese, elevando il livello artistico delle rappresentazioni e rafforzando il prestigio della corte reale degli Stuart, in particolare quella del principe ereditario Enrico e della regina Anna di Danimarca, consorte di Giacomo I. Il ruolo degli artisti italiani, in particolare fiorentini, attivi alla corte inglese, evidenzia come la loro presenza abbia facilitato un rinnovamento culturale, introducendo principi architettonici e spettacolari del Rinascimento fiorentino. In particolare viene ricostruita l’attività di Costantino de' Servi, architetto e scenografo mediceo, che si trova a svolgere un ruolo significativo presso la corte di Giacomo I Stuart fra il 1611 e il 1615. Chiamato per progettare spettacoli e scenografie innovative, nonché ristrutturare e progettare le residenze reali secondo le istanze del Rinascimento fiorentino, il Servi contribuisce a rinnovare la corte inglese, lasciando un'impronta duratura nello sviluppo del teatro autoctono, attraverso una visione innovativa e tecnologicamente avanzata, ricalcata sulla tradizione del modello spettacolare fiorentino.
The Spectacle of Power: Diplomatic Mediation, Patronage and Cultural Exchanges between the Court of the Medici and the England of James I Stuart / caterina pagnini. - In: WWW.DRAMMATURGIA.IT. - ISSN 1724-0336. - ELETTRONICO. - online:(2022), pp. 0-0.
The Spectacle of Power: Diplomatic Mediation, Patronage and Cultural Exchanges between the Court of the Medici and the England of James I Stuart
caterina pagnini
2022
Abstract
La mediazione culturale è una parte essenziale del mecenatismo rinascimentale; il rapporto mecenate-mediatore-cliente consiste in uno scambio indiretto a tre vie, in cui il mediatore rende possibile l'incontro e la riconciliazione dei due livelli estremi, chiaramente separati da distanze fisiche, sociali e politiche. La modernità dei termini mediatore culturale e intermediazione culturale può sembrare anacronistica, ma coglie il ruolo sfumato adottato da alcune figure aristocratiche, che mettevano in contatto musicisti, compositori, poeti, scienziati e artisti con potenti mecenati, mediando tra commissioni occasionali e impieghi duraturi, favorendo la continuità del mecenatismo musicale, letterario, scientifico e artistico attraverso il succedersi delle autorità regnanti (a Firenze, per i Medici, Ferdinando I, Cristina di Lorena, Cosimo II, Maria Maddalena, Vittoria della Rovere, Leopoldo e Giovan Carlo) e l'arricchimento della proposta artistica attraverso lo scambio tra le varie corti europee. Attraverso l’esame del ruolo fondamentale della figura del mediatore , il saggio evidenzia come questo abbia favorito il dialogo tra artisti e mecenati, contribuendo alla continuità del patronato artistico e al rafforzamento dei legami culturali tra le corti europee. L’attenzione si sofferma sull'importanza delle celebrazioni pubbliche e private nell'affermazione del potere politico, con particolare riferimento agli spettacoli organizzati per matrimoni e altre occasioni ufficiali, che fungevano da strumenti di propaganda per esaltare la grandezza delle famiglie regnanti. Punto focale del saggio è il trasferimento delle pratiche teatrali fiorentine in Inghilterra, che influenzano profondamente le produzioni di corte, contribuendo all’evoluzione della masque inglese; l’adozione di modelli culturali fiorentini arricchisce la scena teatrale inglese, elevando il livello artistico delle rappresentazioni e rafforzando il prestigio della corte reale degli Stuart, in particolare quella del principe ereditario Enrico e della regina Anna di Danimarca, consorte di Giacomo I. Il ruolo degli artisti italiani, in particolare fiorentini, attivi alla corte inglese, evidenzia come la loro presenza abbia facilitato un rinnovamento culturale, introducendo principi architettonici e spettacolari del Rinascimento fiorentino. In particolare viene ricostruita l’attività di Costantino de' Servi, architetto e scenografo mediceo, che si trova a svolgere un ruolo significativo presso la corte di Giacomo I Stuart fra il 1611 e il 1615. Chiamato per progettare spettacoli e scenografie innovative, nonché ristrutturare e progettare le residenze reali secondo le istanze del Rinascimento fiorentino, il Servi contribuisce a rinnovare la corte inglese, lasciando un'impronta duratura nello sviluppo del teatro autoctono, attraverso una visione innovativa e tecnologicamente avanzata, ricalcata sulla tradizione del modello spettacolare fiorentino.File | Dimensione | Formato | |
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