Il problema della trasmissibilità passiva dell'azione di danno nella riflessione canonistica classica

Il contributo intende mettere alla prova l’apparente correlazione tra trasmissibilità passiva e funzione risarcitoria dell’azione di danno, e tra intrasmissibilità e funzione sanzionatoria, alla luce della riflessione canonistica classica. In essa, il lessico della sanzione, richiamato dalla sfera del peccatum, pare convivere con la trasmissibilità dell’azione e la necessità che i successori riparino le conseguenze dannose della condotta del de cuius. Prendendo le mosse dalla separazione concettuale tra iniustificatio e restitutio presentata da Tommaso d’Aquino, si tenta di dimostrare come, anche nella canonistica, la restitutio sia oggetto di azione reipersecutoria, come tale passivamente trasmissibile. Alla riparazione del danno è però associato un mutamento della condizione giuridica del de cuius, il quale, in ragione della restitutio operata dall’erede, potrà godere del perdono divino del suo peccatum. This essay aims to test the apparent correlation between passive transmissibility and compensatory function, as well as non-transmissibility and punitive function, of the action for damages, in the light of the classical Canon Law reflection. Here, the vocabulary of punishment, referred to by the semantics of peccatum, seems to coexist with the transmissibility of the action and the need for descendants to compensate the damages resulting from the deceased’s wrongful act. On the basis the conceptual separation between iniustificatio and restitutio presented by Thomas Aquinas, an attempt is made to show that, even in Canon Law, the restitutio is pursued by a reipersecutory action, subject, as such, to passive transmissibility. However, a change to the legal situation of the deceased is associated with the compensation of damages: by means of the restitutio fulfilled by their heir, they will be able to receive divine forgiveness of their peccatum.