Il Concept del progetto per la nuova sede per gli uffici della Ripartizione Personale della Provincia Autonoma di Bolzano si basa sui concetti base espressi nelle linee guida e nel programma funzionale del bando e si misura, da subito, con quattro ordini di problematiche (la posizione urbana strategica, la questione dell’immagine della città antica in questa zona, la notevole quantità edilizia richiesta dal bando di concorso, l’architettura complessiva) che vale la pena di evidenziare seppure in modo sintetico. 1 - Posizione urbana strategica Il progetto intende cogliere la grande opportunità offerta dall’essere in via Renon, in un ambito caratterizzato dalla presenza di edifici a forte valenza pubblica, partecipando appieno al complesso processo di ridefinizione e rivitalizzazione dell’areale ferroviario e al recupero a funzioni urbane dello scalo merci (oggetto, questi ultimi, di apposito concorso) ponendosi come edificio dalla particolare scala urbana vero e proprio elemento ordinatore dei rapporti dimensionali tra il nuovo manufatto e i sistemi insediativi ivi preesistenti (nucleo antico e nucleo più recente) o di nuova previsione (il citato progetto urbano per l’area delle ferrovie). 2 - Immagine della città antica Si tratta dello sviluppo del tema della valorizzazione della memoria della città e del come meglio rappresentarla. Il progetto contemporaneo efficace, ancor più quando inserito in un contesto edificato, e ancor più in quanto opera pubblica facilmente riconoscibile, deve sapersi porre come memoria di un patrimonio collettivo del passato e come presagio di scenari futuri. La soluzione proposta affronta e risolve questo tema demolendo completamente l’edificio esistente su via Renon (particella 575/1), come richiesto dal bando, ma proponendo un edificio nuovo che sappia però conservare la memoria del luogo, qui rappresentata dall’ edificio con “erker” (tipicità che caratterizza tuttora buona parte del centro antico di Bolzano) con la fedele ricostruzione, con tecnologie moderne, della sola parte est della porzione di facciata, ritenuta più significativa, dell’edificio di via Renon, generando un complesso unitario e omogeneo dal punto di vista distributivo e funzionale ma che figurativamente possa pure riproporre l’immagine della città antica (sostenibilità significa anche “non dimenticare”). Ma perché questo funzioni, bisogna che “immagine dell’antico” e “immagine del nuovo” siano compatibili, abbiano qualcosa in comune, una misura almeno. L’interasse delle finestre del fronte su via Renon dell’edificio esistente coincide, per esempio, con la misura dell’interasse delle aperture del nuovo edificio. La griglia modulare cui è sottoposta l’intera composizione dell’intervento riguarda sia il nuovo, sia l’antico. Molte altre affinità sono possibili, solo per chi voglia saperle leggere, come il particolare proporzionamento dei corpi di fabbrica su via Renon, ecc. 3 - Volumetria richiesta dal bando La volumetria richiesta dal bando può parere forte se rapportata allo scarso sedime a disposizione, di fatto coincidente con la particella 575/1. La soluzione del problema impone in maniera quasi univoca un accentuato sviluppo in altezza rispetto alla situazione preesistente. Sviluppo peraltro non solo ampiamente giustificato dalle considerazioni svolte in precedenza, ma necessario per poter conseguire con rigore gli importanti scopi prefissati nei due precedenti punti, quali l’attuazione delle potenzialità insite nella particolare posizione urbana e la salvaguardia dell’immagine di parte della città antica. 4 - Architettura complessiva Per attuare gli scopi prefissati nei primi due punti tramite l’uso delle quantità descritte nel terzo punto, la soluzione progettuale si pone con una architettura severa, austera, rappresentativa, ordinata, integrata al contesto, facilmente riconoscibile, economica in fase di realizzazione ma soprattutto in fase di gestione, dotata di un energy concept rigoroso, affidabile e innovativo. Intende porsi infine come “architettura semplice”, cioè autenticamente necessaria in ogni sua parte, lontano da qualsiasi tipo di “moda”. Successivamente si evidenziano, per punti e in maniera schematica, gli aspetti ritenuti significativi che caratterizzano la proposta progettuale allegata. 5 - Aspetti distributivi e funzionali Lo schema dei percorsi è semplice. I dipendenti, lasciato l’auto, la bicicletta o il motociclo a livello terreno, raggiungono complanarmente il marciapiede su via Renon ed entrano dall’ingresso dedicato. Da qui, tramite il sistema dei collegamenti verticali si distribuiscono ai piani occupati dai diversi servizi. In ogni piano è previsto un duplice sistema di collegamenti alle estremità dell’edificio per poter consentire un rapido e facile spostamento nei settori di appartenenza. Il pubblico accede all’edificio dallo stesso ingresso su via Renon e la reception lo indirizzerà al meglio. I collegamenti verticali meccanizzati e le scale di servizio ed emergenza (scale a prova di fumo) sono disposti simmetricamente agli estremi del corpo di fabbrica, in modo da servire agli scopi prefissati in maniera ottimale con percorsi di sfollamento di lunghezza inferiore alla norma. Pur se non indicato in progetto è possibile prevedere, se necessario, un collegamento in quota, o al primo livello interrato, con l’edificio della Provincia n. 11 sul lato opposto di via Renon. 6 - Tipologia prescelta La tipologia adottata è molto semplice: è quella a corridoio centrale con uffici su ambo i lati. La modularità della struttura, su un modulo base di m. 2,95 consente grande flessibilità tale da consentire la previsione di uffici con unità pari a 1,5 moduli ma anche con unità di 2/3 e 4/3 di modulo. L’alta standardizzazione adottata e il particolare sfruttamento della superficie a disposizione consentono alle postazioni di essere tutte collocate lungo le facciate di modo che ognuna di esse dispone di una vista diretta verso l’esterno. La tipologia impiantistica adottata consente a ogni postazione la capacità di regolazione individuale delle condizioni ambientali con illuminazione artificiale dotata di sensori di presenza e di intensità di luce diurna. Il tipo di arredamento previsto è di tipo ergonomico. Le pareti interne sono previste in elementi di arredo modulari, a vetro lungo i corridoi, quindi adeguabili e adattabili nel tempo al mutare delle esigenze della “macchina amministrativa”, ottenendo in tal modo un ufficio “che respira”, che offre qualità di permanenza. Possibilità di comunicazione sinergica tra i collaboratori (gli uffici possono essere tutti comunicanti), e addirittura tra i diversi settori. E’ proprio per favorire tali aspetti che ad ogni piano sono quasi sempre presenti due settori articolati su più di un livello.

Uffici Personale Provincia Autonoma, Bolzano / Alberto Manfredini. - (2011).

Uffici Personale Provincia Autonoma, Bolzano

Alberto Manfredini
2011

Abstract

Il Concept del progetto per la nuova sede per gli uffici della Ripartizione Personale della Provincia Autonoma di Bolzano si basa sui concetti base espressi nelle linee guida e nel programma funzionale del bando e si misura, da subito, con quattro ordini di problematiche (la posizione urbana strategica, la questione dell’immagine della città antica in questa zona, la notevole quantità edilizia richiesta dal bando di concorso, l’architettura complessiva) che vale la pena di evidenziare seppure in modo sintetico. 1 - Posizione urbana strategica Il progetto intende cogliere la grande opportunità offerta dall’essere in via Renon, in un ambito caratterizzato dalla presenza di edifici a forte valenza pubblica, partecipando appieno al complesso processo di ridefinizione e rivitalizzazione dell’areale ferroviario e al recupero a funzioni urbane dello scalo merci (oggetto, questi ultimi, di apposito concorso) ponendosi come edificio dalla particolare scala urbana vero e proprio elemento ordinatore dei rapporti dimensionali tra il nuovo manufatto e i sistemi insediativi ivi preesistenti (nucleo antico e nucleo più recente) o di nuova previsione (il citato progetto urbano per l’area delle ferrovie). 2 - Immagine della città antica Si tratta dello sviluppo del tema della valorizzazione della memoria della città e del come meglio rappresentarla. Il progetto contemporaneo efficace, ancor più quando inserito in un contesto edificato, e ancor più in quanto opera pubblica facilmente riconoscibile, deve sapersi porre come memoria di un patrimonio collettivo del passato e come presagio di scenari futuri. La soluzione proposta affronta e risolve questo tema demolendo completamente l’edificio esistente su via Renon (particella 575/1), come richiesto dal bando, ma proponendo un edificio nuovo che sappia però conservare la memoria del luogo, qui rappresentata dall’ edificio con “erker” (tipicità che caratterizza tuttora buona parte del centro antico di Bolzano) con la fedele ricostruzione, con tecnologie moderne, della sola parte est della porzione di facciata, ritenuta più significativa, dell’edificio di via Renon, generando un complesso unitario e omogeneo dal punto di vista distributivo e funzionale ma che figurativamente possa pure riproporre l’immagine della città antica (sostenibilità significa anche “non dimenticare”). Ma perché questo funzioni, bisogna che “immagine dell’antico” e “immagine del nuovo” siano compatibili, abbiano qualcosa in comune, una misura almeno. L’interasse delle finestre del fronte su via Renon dell’edificio esistente coincide, per esempio, con la misura dell’interasse delle aperture del nuovo edificio. La griglia modulare cui è sottoposta l’intera composizione dell’intervento riguarda sia il nuovo, sia l’antico. Molte altre affinità sono possibili, solo per chi voglia saperle leggere, come il particolare proporzionamento dei corpi di fabbrica su via Renon, ecc. 3 - Volumetria richiesta dal bando La volumetria richiesta dal bando può parere forte se rapportata allo scarso sedime a disposizione, di fatto coincidente con la particella 575/1. La soluzione del problema impone in maniera quasi univoca un accentuato sviluppo in altezza rispetto alla situazione preesistente. Sviluppo peraltro non solo ampiamente giustificato dalle considerazioni svolte in precedenza, ma necessario per poter conseguire con rigore gli importanti scopi prefissati nei due precedenti punti, quali l’attuazione delle potenzialità insite nella particolare posizione urbana e la salvaguardia dell’immagine di parte della città antica. 4 - Architettura complessiva Per attuare gli scopi prefissati nei primi due punti tramite l’uso delle quantità descritte nel terzo punto, la soluzione progettuale si pone con una architettura severa, austera, rappresentativa, ordinata, integrata al contesto, facilmente riconoscibile, economica in fase di realizzazione ma soprattutto in fase di gestione, dotata di un energy concept rigoroso, affidabile e innovativo. Intende porsi infine come “architettura semplice”, cioè autenticamente necessaria in ogni sua parte, lontano da qualsiasi tipo di “moda”. Successivamente si evidenziano, per punti e in maniera schematica, gli aspetti ritenuti significativi che caratterizzano la proposta progettuale allegata. 5 - Aspetti distributivi e funzionali Lo schema dei percorsi è semplice. I dipendenti, lasciato l’auto, la bicicletta o il motociclo a livello terreno, raggiungono complanarmente il marciapiede su via Renon ed entrano dall’ingresso dedicato. Da qui, tramite il sistema dei collegamenti verticali si distribuiscono ai piani occupati dai diversi servizi. In ogni piano è previsto un duplice sistema di collegamenti alle estremità dell’edificio per poter consentire un rapido e facile spostamento nei settori di appartenenza. Il pubblico accede all’edificio dallo stesso ingresso su via Renon e la reception lo indirizzerà al meglio. I collegamenti verticali meccanizzati e le scale di servizio ed emergenza (scale a prova di fumo) sono disposti simmetricamente agli estremi del corpo di fabbrica, in modo da servire agli scopi prefissati in maniera ottimale con percorsi di sfollamento di lunghezza inferiore alla norma. Pur se non indicato in progetto è possibile prevedere, se necessario, un collegamento in quota, o al primo livello interrato, con l’edificio della Provincia n. 11 sul lato opposto di via Renon. 6 - Tipologia prescelta La tipologia adottata è molto semplice: è quella a corridoio centrale con uffici su ambo i lati. La modularità della struttura, su un modulo base di m. 2,95 consente grande flessibilità tale da consentire la previsione di uffici con unità pari a 1,5 moduli ma anche con unità di 2/3 e 4/3 di modulo. L’alta standardizzazione adottata e il particolare sfruttamento della superficie a disposizione consentono alle postazioni di essere tutte collocate lungo le facciate di modo che ognuna di esse dispone di una vista diretta verso l’esterno. La tipologia impiantistica adottata consente a ogni postazione la capacità di regolazione individuale delle condizioni ambientali con illuminazione artificiale dotata di sensori di presenza e di intensità di luce diurna. Il tipo di arredamento previsto è di tipo ergonomico. Le pareti interne sono previste in elementi di arredo modulari, a vetro lungo i corridoi, quindi adeguabili e adattabili nel tempo al mutare delle esigenze della “macchina amministrativa”, ottenendo in tal modo un ufficio “che respira”, che offre qualità di permanenza. Possibilità di comunicazione sinergica tra i collaboratori (gli uffici possono essere tutti comunicanti), e addirittura tra i diversi settori. E’ proprio per favorire tali aspetti che ad ogni piano sono quasi sempre presenti due settori articolati su più di un livello.
2011
Alberto Manfredini
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