Menzione onorevole Premio IN/ARCH 2020 Emilia Romagna Uno sventramento urbano pianificato in epoca fascista in un’area del centro storico di Reggio Emilia fu portato a termine nei primi anni ’50 su progetto di Luigi Vietti. In pochi decenni l’anima speculativa dell’intervento si è resa manifesta, con una progressiva, inesorabile obsolescenza delle funzioni e delle architetture che le ospitavano, come nel caso del cinema “Boiardo” che, dopo la sua dismissione, è divenuto il primo oggetto di un più generale processo di riqualificazione. La trasformazione dell’ex cinema poteva avvenire, assai banalmente, mediante demolizione e ricostruzione, come previsto dallo strumento urbanistico. Si è invece preferito conservare la struttura portante perimetrale del cinema, una cui rilettura, spogliata dei fatiscenti tamponamenti, poteva risultare interessante, per come rendeva possibile ottenere una nuova architettura dal carattere fortemente urbano, aderente alle nuove funzioni residenziali, pur nella conservazione percettiva della scansione strutturale verticale a livello strada e dell’altezza dei fronti come traguardabili dallo spazio pubblico. Il carattere urbano dell’intervento è sottolineato dalla soluzione adottata per la riqualificazione dell’involucro: tamponamenti ad elevata inerzia termica in laterizio alveolare, super isolamento termico in vetro cellulare, facciata ventilata in lastre di pietra naturale (arenaria venata), per uno spessore complessivo di circa 60 cm; gli infissi a filo interno e le numerose logge ad accentuarne la tettonicità. Le nuove funzioni residenziali si sviluppano come un parassita architettonico che, occupato il vuoto lasciato dall’invaso del cinema, cresce con una nuova struttura e una geometria indipendente sino a fuoriuscire dal volume originario conservato. I tamponamenti esterni dei nuovi volumi emergenti sono previsti con facciata ventilata in lastre ceramiche di colore grigio scuro, in rapporto dialettico con la atemporalità del rivestimento in pietra naturale che si affaccia sullo spazio pubblico. I dodici alloggi si articolano attorno a una corte interna a giardino pensile, al di sopra del livello commerciale, su cui si affaccia un’estesa rete di percorsi e spazi aperti in grado di favorirne una fruizione comunitaria.

Menzione onorevole Premio IN/ARCH 2020 Lombardia-Emilia Romagna. Recupero ex Cinema "Boiardo", Reggio Emilia (2008-2017) / Alberto Manfredini. - (2017).

Menzione onorevole Premio IN/ARCH 2020 Lombardia-Emilia Romagna. Recupero ex Cinema "Boiardo", Reggio Emilia (2008-2017)

Alberto Manfredini
2017

Abstract

Menzione onorevole Premio IN/ARCH 2020 Emilia Romagna Uno sventramento urbano pianificato in epoca fascista in un’area del centro storico di Reggio Emilia fu portato a termine nei primi anni ’50 su progetto di Luigi Vietti. In pochi decenni l’anima speculativa dell’intervento si è resa manifesta, con una progressiva, inesorabile obsolescenza delle funzioni e delle architetture che le ospitavano, come nel caso del cinema “Boiardo” che, dopo la sua dismissione, è divenuto il primo oggetto di un più generale processo di riqualificazione. La trasformazione dell’ex cinema poteva avvenire, assai banalmente, mediante demolizione e ricostruzione, come previsto dallo strumento urbanistico. Si è invece preferito conservare la struttura portante perimetrale del cinema, una cui rilettura, spogliata dei fatiscenti tamponamenti, poteva risultare interessante, per come rendeva possibile ottenere una nuova architettura dal carattere fortemente urbano, aderente alle nuove funzioni residenziali, pur nella conservazione percettiva della scansione strutturale verticale a livello strada e dell’altezza dei fronti come traguardabili dallo spazio pubblico. Il carattere urbano dell’intervento è sottolineato dalla soluzione adottata per la riqualificazione dell’involucro: tamponamenti ad elevata inerzia termica in laterizio alveolare, super isolamento termico in vetro cellulare, facciata ventilata in lastre di pietra naturale (arenaria venata), per uno spessore complessivo di circa 60 cm; gli infissi a filo interno e le numerose logge ad accentuarne la tettonicità. Le nuove funzioni residenziali si sviluppano come un parassita architettonico che, occupato il vuoto lasciato dall’invaso del cinema, cresce con una nuova struttura e una geometria indipendente sino a fuoriuscire dal volume originario conservato. I tamponamenti esterni dei nuovi volumi emergenti sono previsti con facciata ventilata in lastre ceramiche di colore grigio scuro, in rapporto dialettico con la atemporalità del rivestimento in pietra naturale che si affaccia sullo spazio pubblico. I dodici alloggi si articolano attorno a una corte interna a giardino pensile, al di sopra del livello commerciale, su cui si affaccia un’estesa rete di percorsi e spazi aperti in grado di favorirne una fruizione comunitaria.
2017
Alberto Manfredini
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Descrizione: Veduta da via San Rocco
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