Il destino dell’Europa nella riflessione di Carl Schmitt

Non tragga in inganno il titolo di questo paragrafo iniziale: la tesi che intendo qui sostenere non è certo finalizzata a restituire l’immagine di un Carl Schmitt precursore o difensore di una istituzione politica in qualche modo riconducibile all’attuale Unione Europea. Al contrario, tutto lascia supporre che il vecchio di Plettenberg sarebbe per molti versi un fiero critico dell’assetto politico europeo attuale (e questo nonostante l’evidente primazia esercitata oggi dalla Germania sui partner europei). L’obiettivo è un altro, e duplice: da una parte, riconsiderare in quali termini la figura di Schmitt possa essere considerata quella di un «pensatore europeo»; dall’altra, mettere in luce la particolare idea di Europa che agita molti degli scritti schmittiani dagli anni venti del Novecento fino al secondo dopoguerra.