Introduzione In Italia i casi di infezione SARS-CoV-2 nella popolazione pediatrica sono aumentati dall’1,8% durante il lockdown all’8,5% nel postlockdown. La più alta percentuale di ricoveri si è osservata nei bambini di 1 anno, con un tasso di accesso in setting intensivo del 4,3%. Nelle prime fasi della pandemia non esistevano precisi criteri utili ad isolare bambini con sospetta SARS-CoV-2. In questa situazione di incertezza generale, gli operatori sanitari hanno lavorato sotto un’elevata pressione emotiva. Diverse sono state le condizioni che hanno inciso sulla salute mentale dei professionisti: la perdita delle normali dinamiche comportamentali, la ridistribuzione delle risorse, la paura di contrarre il virus. Negli operatori sanitari è stata riscontrata la presenza di disturbi psicologici, con implicazioni sulla salute mentale, con diminuzione della percezione della salute e l’aumento dell’intenzione di turnover. L’obiettivo di questo studio è stato descrivere: la qualità della vita e l’eventuale presenza di disturbo da stress post-traumatico negli infermieri pediatrici di area critica durante la pandemia da Covid-19. Materiali e Metodi È stato condotto uno studio trasversale multicentrico. Sono stati contattati venti dipartimenti in tutta Italia per ottenere l’autorizzazione a svolgere lo studio. I dati sono stati raccolti da Febbraio a Maggio 2021. Sono stati utilizzati i seguenti strumenti: 1. la Scala Qualità della Vita degli Infermieri; 2. la Scala sulla Percezione dell’Autoefficacia degli Infermieri; 3. la versione italiana dell’Impact of Event Scale. La significatività statistica è stata individuata per un valore p <0,05. Risultati Hanno partecipato 112 infermieri, provenienti da 5 ospedali di 3 diverse regioni italiane. Il sesso femminile ha costituito l’83% del campione. Il 20,6% aveva persone clinicamente vulnerabili (gravide, neonati, anziani o parenti affetti da malattie croniche) nel nucleo familiare. I dati suggeriscono una migliore percezione globale della qualità della vita da parte dei soggetti di sesso maschile (p=.011). Gli infermieri impegnati nella cura dei pazienti Covid-19 hanno riportato una peggiore qualità della loro vita sociale (p =.045), mentre quelli che non hanno persone clinicamente vulnerabili nel loro nucleo familiare hanno mostrato una migliore qualità della sfera fisica (p=.039). Il 56,3% ha dichiarato una qualità del sonno insufficiente. I dati hanno mostrato una peggiore percezione della qualità del sonno da parte degli infermieri con persone clinicamente vulnerabili nel loro nucleo familiare (p=.02). Quarantadue infermieri hanno mostrato sintomi moderati-gravi da disturbo da stress post-traumatico. Le infermiere di sesso femminile sono apparse più inclini a sviluppare un disturbo da stress post-traumatico (p=.004). Discussione Questo studio ha descritto la qualità della vita di un gruppo di infermieri italiani di area critica pediatrica durante la pandemia di Covid-19. Durante la pandemia è stata osservata una qualità della vita inferiore, in particolare per gli infermieri che hanno assistito i pazienti Covid-19 o coloro che hanno parenti clinicamente vulnerabili nel nucleo familiare. Questo studio ha mostrato un peggioramento rispetto ad un precedente studio condotto su 1105 infermieri italiani. Le sfere fisiche, emotive e sociali sono diminuite. Nonostante tutto, l’unico ambito in cui è stato osservato un miglioramento è stato quello lavorativo; questi dati sono stati supportati da una buona autoefficacia complessiva del campione di questo studio. Come riportato in letteratura, nonostante la paura di contrarre il coronavirus e la possibilità di contagiare i propri cari, gli infermieri hanno mostrato un alto senso di responsabilità, scegliendo di affrontare la fatica fisica di turni stressanti e l’uso prolungato dei dispositivi di protezione individuale. Il presente studio evidenzia diffusi disturbi del sonno come precedentemente riportato in una revisione sistematica dove viene descritta una prevalenza tra gli infermieri che hanno assistito i pazienti Covid-19 del 35%. Infine, l’elevata percentuale di infermieri con sintomi di disturbo da stress post-traumatico clinicamente significativi, in particolare tra le donne, è in accordo con altri studi. Il limite principale di questo studio è il piccolo campione che può diminuire la generalizzabilità dei risultati. Inoltre, non si può escludere la presenza di un bias di selezione, che è un limite comune agli studi condotti attraverso le indagini tramite questionari. Conclusioni Questo studio evidenzia una buona reazione complessiva da parte degli infermieri di area critica pediatrica durante questa pandemia. Sono state osservate una buona autoefficacia e soddisfazione lavorativa. I soggetti di sesso femminile; coloro con parenti clinicamente vulnerabili nel nucleo familiare e i professionisti che hanno assistito pazienti Covid-19, hanno riportato livelli più elevati di sintomi da stress post-traumatico e qualità di vita inferiore. Sono comuni anche i disturbi del sonno, con una ricaduta sulla salute mentale e sulle prestazioni lavorative.

La qualità della vita degli infermieri di area critica pediatrica durante la pandemia da COVID-19: uno studio trasversale multicentrico / Emanuele Buccione, Beatrice Santella, Maria Elena Fiani, Marina Maffeo, Brigida Tedesco, Adelaide D’Errico, Carlo Della Pelle, Stefano Bambi, Laura Rasero. - In: SCENARIO. - ISSN 1592-5951. - STAMPA. - 39:(2022), pp. 70-70.

La qualità della vita degli infermieri di area critica pediatrica durante la pandemia da COVID-19: uno studio trasversale multicentrico

Stefano Bambi;Laura Rasero
2022

Abstract

Introduzione In Italia i casi di infezione SARS-CoV-2 nella popolazione pediatrica sono aumentati dall’1,8% durante il lockdown all’8,5% nel postlockdown. La più alta percentuale di ricoveri si è osservata nei bambini di 1 anno, con un tasso di accesso in setting intensivo del 4,3%. Nelle prime fasi della pandemia non esistevano precisi criteri utili ad isolare bambini con sospetta SARS-CoV-2. In questa situazione di incertezza generale, gli operatori sanitari hanno lavorato sotto un’elevata pressione emotiva. Diverse sono state le condizioni che hanno inciso sulla salute mentale dei professionisti: la perdita delle normali dinamiche comportamentali, la ridistribuzione delle risorse, la paura di contrarre il virus. Negli operatori sanitari è stata riscontrata la presenza di disturbi psicologici, con implicazioni sulla salute mentale, con diminuzione della percezione della salute e l’aumento dell’intenzione di turnover. L’obiettivo di questo studio è stato descrivere: la qualità della vita e l’eventuale presenza di disturbo da stress post-traumatico negli infermieri pediatrici di area critica durante la pandemia da Covid-19. Materiali e Metodi È stato condotto uno studio trasversale multicentrico. Sono stati contattati venti dipartimenti in tutta Italia per ottenere l’autorizzazione a svolgere lo studio. I dati sono stati raccolti da Febbraio a Maggio 2021. Sono stati utilizzati i seguenti strumenti: 1. la Scala Qualità della Vita degli Infermieri; 2. la Scala sulla Percezione dell’Autoefficacia degli Infermieri; 3. la versione italiana dell’Impact of Event Scale. La significatività statistica è stata individuata per un valore p <0,05. Risultati Hanno partecipato 112 infermieri, provenienti da 5 ospedali di 3 diverse regioni italiane. Il sesso femminile ha costituito l’83% del campione. Il 20,6% aveva persone clinicamente vulnerabili (gravide, neonati, anziani o parenti affetti da malattie croniche) nel nucleo familiare. I dati suggeriscono una migliore percezione globale della qualità della vita da parte dei soggetti di sesso maschile (p=.011). Gli infermieri impegnati nella cura dei pazienti Covid-19 hanno riportato una peggiore qualità della loro vita sociale (p =.045), mentre quelli che non hanno persone clinicamente vulnerabili nel loro nucleo familiare hanno mostrato una migliore qualità della sfera fisica (p=.039). Il 56,3% ha dichiarato una qualità del sonno insufficiente. I dati hanno mostrato una peggiore percezione della qualità del sonno da parte degli infermieri con persone clinicamente vulnerabili nel loro nucleo familiare (p=.02). Quarantadue infermieri hanno mostrato sintomi moderati-gravi da disturbo da stress post-traumatico. Le infermiere di sesso femminile sono apparse più inclini a sviluppare un disturbo da stress post-traumatico (p=.004). Discussione Questo studio ha descritto la qualità della vita di un gruppo di infermieri italiani di area critica pediatrica durante la pandemia di Covid-19. Durante la pandemia è stata osservata una qualità della vita inferiore, in particolare per gli infermieri che hanno assistito i pazienti Covid-19 o coloro che hanno parenti clinicamente vulnerabili nel nucleo familiare. Questo studio ha mostrato un peggioramento rispetto ad un precedente studio condotto su 1105 infermieri italiani. Le sfere fisiche, emotive e sociali sono diminuite. Nonostante tutto, l’unico ambito in cui è stato osservato un miglioramento è stato quello lavorativo; questi dati sono stati supportati da una buona autoefficacia complessiva del campione di questo studio. Come riportato in letteratura, nonostante la paura di contrarre il coronavirus e la possibilità di contagiare i propri cari, gli infermieri hanno mostrato un alto senso di responsabilità, scegliendo di affrontare la fatica fisica di turni stressanti e l’uso prolungato dei dispositivi di protezione individuale. Il presente studio evidenzia diffusi disturbi del sonno come precedentemente riportato in una revisione sistematica dove viene descritta una prevalenza tra gli infermieri che hanno assistito i pazienti Covid-19 del 35%. Infine, l’elevata percentuale di infermieri con sintomi di disturbo da stress post-traumatico clinicamente significativi, in particolare tra le donne, è in accordo con altri studi. Il limite principale di questo studio è il piccolo campione che può diminuire la generalizzabilità dei risultati. Inoltre, non si può escludere la presenza di un bias di selezione, che è un limite comune agli studi condotti attraverso le indagini tramite questionari. Conclusioni Questo studio evidenzia una buona reazione complessiva da parte degli infermieri di area critica pediatrica durante questa pandemia. Sono state osservate una buona autoefficacia e soddisfazione lavorativa. I soggetti di sesso femminile; coloro con parenti clinicamente vulnerabili nel nucleo familiare e i professionisti che hanno assistito pazienti Covid-19, hanno riportato livelli più elevati di sintomi da stress post-traumatico e qualità di vita inferiore. Sono comuni anche i disturbi del sonno, con una ricaduta sulla salute mentale e sulle prestazioni lavorative.
2022
Emanuele Buccione, Beatrice Santella, Maria Elena Fiani, Marina Maffeo, Brigida Tedesco, Adelaide D’Errico, Carlo Della Pelle, Stefano Bambi, Laura Rasero
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