L’oggetto della ricerca descritta nel testo pone in analisi il metodo di ideazione dello spazio scenico di Mario Sironi a Firenze, nella sua esperienza di costruttore di scenografie per il Maggio Musicale Fiorentino (esperienza cha va dal 1942 al 1950). Attraverso lo studio dei documenti, in larga parte inediti, come i bozzetti di progetto, i modelli, le piante di regia, le foto di scena, di tre opere in particolare (Dottor Faust, I Lombardi alla Prima Crociata, Don Carlos) è stato possibile risalire al percorso ideativo attraverso cui il pittore-architetto basa la sua ricerca compositiva per le configurazioni sceniche sull’interpretazione tipologica dei tratti caratteriali degli edifici e dei luoghi di ambientazione del dramma teatrale, ove la messinscena è riconducibile all’identità storica, architettonica, urbana della città (in particolare la città italiana). Nel testo dell’articolo, la descrizione dello spazio architettonico inventato e messo in scena dal pittore è il risultato dell’analisi dei suoi strumenti di lavoro, come gli schizzi, le viste prospettiche, gli appunti, i plastici, i bozzetti e le planimetrie (elaborati grafici in larga parte inediti custoditi presso l’Archivio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino). Al bozzetto, da cui nasce l’idea, segue il disegno in pianta dello spazio verificato nel plastico di studio. Sironi trasfigura l’ambiente urbano reale in quello teatrale mettendo in evidenza, attraverso la sua interpretazione tipologica le specificità delle architetture che appartengono alle azioni sceniche (nell’Atto di Parma vi è l’interpretazione dello spazio del Parco Ducale, del Palazzo del Giardino, dei Rampari ottocenteschi parmensi, ne I Lombardi quella del Sant’Ambrogio milanese nel rapporto di interpenetrazione tra quadriportico esterno antistante la basilica e la sua aula liturgica, nel Don Carlos vi è la trasfigurazione degli elementi tipologici della Chiesa di Nostra Donna d’Atocha e del suo impianto urbano). La ricerca può essere proseguita ponendo in risalto le scenografie di pittori italiani che si sono occupati di costruire lo spazio scenico non limitandosi alla citazione della città dipinta nei fondali bensì interpretandola, riproponendone un’idea di spazio, mettendo in risalto le specificità del suo contesto (urbano e architettonico) secondo una visione mutata delle figure dell’architettura (indagare e mettere a confronto i documenti grafici di autori come De Chirico, Cagli, Casorati le cui esperienze artistiche, in ambito scenografico, al Maggio Musicale Fiorentino e non solo, hanno rappresentato un nuovo modo di progettare, di concepire e di re-interpretare lo spazio e le emergenze della città italiana). The object of the research described in the text analyses Mario Sironi's method of conceiving the scenic space in Florence, in his experience as a set designer for the Maggio Musicale Fiorentino (an experience that lasted from 1942 to 1950). Through the study of documents, mostly unpublished, such as project sketches, models, stage plans, stage photos, of three works in particular (Doctor Faust, I Lombardi alla Prima Crociata, Don Carlos) it was possible to trace the creative path through which the painter-architect bases his compositional research for the scenic configurations on the typological interpretation of the character traits of the buildings and the places where the theatrical drama is set, where the staging can be traced back to the historical, architectural, urban identity of the city (in particular the Italian city). In the text of the article, the description of the architectural space invented and staged by the painter is the result of the analysis of his work tools, such as sketches, perspective views, notes, models, drafts and plans (largely unpublished graphic works kept in the Archives of the Teatro del Maggio Musicale Fiorentino). The sketch, from which the idea was born, is followed by the plan drawing of the space verified in the study model. Sironi transfigures the real urban environment into a theatrical one, highlighting, through his typological interpretation, the specificities of the architecture of the scenic actions (in the Atto di Parma there is the interpretation of the space of the Parco Ducale, of the Palazzo del Giardino, of the 19th century Rampari of Parma, in I Lombardi that of the Milanese Sant’Ambrogio in the relationship of interpenetration between the external portico in front of the basilica and its liturgical hall, in Don Carlos there is the transfiguration of the typological elements of the Church of Nostra Donna d’Atocha and its urban layout). The research can be continued by highlighting the scenography of Italian painters who have dealt with the construction of the scenic space, not limiting themselves to the citation of the city painted in the backdrops but interpreting it, re-proposing an idea of space, highlighting the characteristics of its context (urban and architectural) according to a changed vision of the figures of architecture (investigating and comparing the graphic documents of authors such as De Chirico, Cagli, Casorati, whose artistic experiences, in the scenographic field, at the Maggio Musicale Fiorentino and beyond, have represented a new way of designing, conceiving and re-interpreting the Italian city).
Le scenografie di Mario Sironi al maggio musicale fiorentino / Gabriele Bartocci. - In: FIRENZE ARCHITETTURA. - ISSN 1826-0772. - STAMPA. - 2.2021:(2021), pp. 122-133.
Le scenografie di Mario Sironi al maggio musicale fiorentino
Gabriele Bartocci
2021
Abstract
L’oggetto della ricerca descritta nel testo pone in analisi il metodo di ideazione dello spazio scenico di Mario Sironi a Firenze, nella sua esperienza di costruttore di scenografie per il Maggio Musicale Fiorentino (esperienza cha va dal 1942 al 1950). Attraverso lo studio dei documenti, in larga parte inediti, come i bozzetti di progetto, i modelli, le piante di regia, le foto di scena, di tre opere in particolare (Dottor Faust, I Lombardi alla Prima Crociata, Don Carlos) è stato possibile risalire al percorso ideativo attraverso cui il pittore-architetto basa la sua ricerca compositiva per le configurazioni sceniche sull’interpretazione tipologica dei tratti caratteriali degli edifici e dei luoghi di ambientazione del dramma teatrale, ove la messinscena è riconducibile all’identità storica, architettonica, urbana della città (in particolare la città italiana). Nel testo dell’articolo, la descrizione dello spazio architettonico inventato e messo in scena dal pittore è il risultato dell’analisi dei suoi strumenti di lavoro, come gli schizzi, le viste prospettiche, gli appunti, i plastici, i bozzetti e le planimetrie (elaborati grafici in larga parte inediti custoditi presso l’Archivio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino). Al bozzetto, da cui nasce l’idea, segue il disegno in pianta dello spazio verificato nel plastico di studio. Sironi trasfigura l’ambiente urbano reale in quello teatrale mettendo in evidenza, attraverso la sua interpretazione tipologica le specificità delle architetture che appartengono alle azioni sceniche (nell’Atto di Parma vi è l’interpretazione dello spazio del Parco Ducale, del Palazzo del Giardino, dei Rampari ottocenteschi parmensi, ne I Lombardi quella del Sant’Ambrogio milanese nel rapporto di interpenetrazione tra quadriportico esterno antistante la basilica e la sua aula liturgica, nel Don Carlos vi è la trasfigurazione degli elementi tipologici della Chiesa di Nostra Donna d’Atocha e del suo impianto urbano). La ricerca può essere proseguita ponendo in risalto le scenografie di pittori italiani che si sono occupati di costruire lo spazio scenico non limitandosi alla citazione della città dipinta nei fondali bensì interpretandola, riproponendone un’idea di spazio, mettendo in risalto le specificità del suo contesto (urbano e architettonico) secondo una visione mutata delle figure dell’architettura (indagare e mettere a confronto i documenti grafici di autori come De Chirico, Cagli, Casorati le cui esperienze artistiche, in ambito scenografico, al Maggio Musicale Fiorentino e non solo, hanno rappresentato un nuovo modo di progettare, di concepire e di re-interpretare lo spazio e le emergenze della città italiana). The object of the research described in the text analyses Mario Sironi's method of conceiving the scenic space in Florence, in his experience as a set designer for the Maggio Musicale Fiorentino (an experience that lasted from 1942 to 1950). Through the study of documents, mostly unpublished, such as project sketches, models, stage plans, stage photos, of three works in particular (Doctor Faust, I Lombardi alla Prima Crociata, Don Carlos) it was possible to trace the creative path through which the painter-architect bases his compositional research for the scenic configurations on the typological interpretation of the character traits of the buildings and the places where the theatrical drama is set, where the staging can be traced back to the historical, architectural, urban identity of the city (in particular the Italian city). In the text of the article, the description of the architectural space invented and staged by the painter is the result of the analysis of his work tools, such as sketches, perspective views, notes, models, drafts and plans (largely unpublished graphic works kept in the Archives of the Teatro del Maggio Musicale Fiorentino). The sketch, from which the idea was born, is followed by the plan drawing of the space verified in the study model. Sironi transfigures the real urban environment into a theatrical one, highlighting, through his typological interpretation, the specificities of the architecture of the scenic actions (in the Atto di Parma there is the interpretation of the space of the Parco Ducale, of the Palazzo del Giardino, of the 19th century Rampari of Parma, in I Lombardi that of the Milanese Sant’Ambrogio in the relationship of interpenetration between the external portico in front of the basilica and its liturgical hall, in Don Carlos there is the transfiguration of the typological elements of the Church of Nostra Donna d’Atocha and its urban layout). The research can be continued by highlighting the scenography of Italian painters who have dealt with the construction of the scenic space, not limiting themselves to the citation of the city painted in the backdrops but interpreting it, re-proposing an idea of space, highlighting the characteristics of its context (urban and architectural) according to a changed vision of the figures of architecture (investigating and comparing the graphic documents of authors such as De Chirico, Cagli, Casorati, whose artistic experiences, in the scenographic field, at the Maggio Musicale Fiorentino and beyond, have represented a new way of designing, conceiving and re-interpreting the Italian city).File | Dimensione | Formato | |
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