Gli spazi verdi urbani possono promuovere la salute mentale e fisica nei residenti tramite il rilassamento psicologico, l’attenuazione dello stress, stimolando la coesione sociale, sostenendo l'attività fisica e riducendo l'esposizione agli inquinanti atmosferici, al rumore e al calore eccessivo. I numerosi studi disponibili ci dicono che le città che hanno visioni di lungo termine e che stanno prosperando dal punto di vista sociale, economico e ambientale non solo hanno una buona dotazione di verde urbano, ma esso si presenta ben pianificato, progettato e gestito rispetto a città che, invece, evidenziano problematiche a vario livello nei settori suddetti. Di conseguenza nei programmi urbanistici delle maggiori città straniere il verde è accuratamente proporzionato e distribuito in base a norme precise, messe a punto da studi di igienisti, sociologi e urbanisti, insieme a ecologi, paesaggisti, agronomi e forestali: non si tratta infatti di creare delle aree verdi isolate, senza un reale fil rouge, ma di realizzare una maglia di spazi progettati per le più svariate attività creative che penetri profondamente nell’abitato, in modo da servire il maggior numero di cittadini (Ferrini, 2016). Questo è fondamentale poiché, già oggi, più della metà degli abitanti del pianeta vive in ambienti urbanizzati con punte, in Europa, dell’80% e negli Stati Uniti dell’83,7% ed è accertato che questa tendenza si accentuerà nel prossimo futuro, tanto che si prevede che, nel giro di pochi anni, oltre il 70% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani e che, entro il 2050, oltre 6 miliardi di persone abiteranno in città (McCarthy et al., 2010). Dobbiamo quindi renderci conto che la natura delle nostre città sarà costretta a cambiare molto più radicalmente di quanto lo stia già facendo. E se vogliamo che in esse si sviluppi e venga mantenuto un ambiente sano per le persone dobbiamo mettere gli aspetti legati al miglioramento della salute e del benessere al primo posto nella pianificazione e progettazione delle città del futuro. A questo proposito, la letteratura scientifica è ricca di studi epidemiologici che hanno dimostrato vari effetti positivi sulla salute degli spazi verdi urbani, tra cui riduzione della depressione e miglioramento della salute mentale, riduzione della morbilità e della mortalità cardiovascolare e polmonare, dei tassi di obesità e diabete e un miglioramento degli esiti della gravidanza. Ne deriva che, nelle future pianificazioni, sarà fondamentale non solo prevedere un’adeguata quantità di aree verdi, ma anche che esse siano di qualità elevata in modo da massimizzare i benefici per la salute e il benessere. Uno spazio verde non adeguatamente progettato e realizzato può, infatti, anche essere associato a rischi per la salute, come, ad esempio, una maggiore esposizione a pollinosi causata da un’errata scelta del materiale vegetale, oppure l’uso eccessivo di specie con elevata produzione di composti organici volatili, precursori dell’ozono.

Salute, benessere ed equità sociale nelle città del futuro: quale sarà il ruolo del verde? / Francesco Ferrini. - STAMPA. - (2020), pp. 41-47. ( La cura delle città: politiche e progetti Venezia 2019).

Salute, benessere ed equità sociale nelle città del futuro: quale sarà il ruolo del verde?

Francesco Ferrini
Writing – Original Draft Preparation
2020

Abstract

Gli spazi verdi urbani possono promuovere la salute mentale e fisica nei residenti tramite il rilassamento psicologico, l’attenuazione dello stress, stimolando la coesione sociale, sostenendo l'attività fisica e riducendo l'esposizione agli inquinanti atmosferici, al rumore e al calore eccessivo. I numerosi studi disponibili ci dicono che le città che hanno visioni di lungo termine e che stanno prosperando dal punto di vista sociale, economico e ambientale non solo hanno una buona dotazione di verde urbano, ma esso si presenta ben pianificato, progettato e gestito rispetto a città che, invece, evidenziano problematiche a vario livello nei settori suddetti. Di conseguenza nei programmi urbanistici delle maggiori città straniere il verde è accuratamente proporzionato e distribuito in base a norme precise, messe a punto da studi di igienisti, sociologi e urbanisti, insieme a ecologi, paesaggisti, agronomi e forestali: non si tratta infatti di creare delle aree verdi isolate, senza un reale fil rouge, ma di realizzare una maglia di spazi progettati per le più svariate attività creative che penetri profondamente nell’abitato, in modo da servire il maggior numero di cittadini (Ferrini, 2016). Questo è fondamentale poiché, già oggi, più della metà degli abitanti del pianeta vive in ambienti urbanizzati con punte, in Europa, dell’80% e negli Stati Uniti dell’83,7% ed è accertato che questa tendenza si accentuerà nel prossimo futuro, tanto che si prevede che, nel giro di pochi anni, oltre il 70% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani e che, entro il 2050, oltre 6 miliardi di persone abiteranno in città (McCarthy et al., 2010). Dobbiamo quindi renderci conto che la natura delle nostre città sarà costretta a cambiare molto più radicalmente di quanto lo stia già facendo. E se vogliamo che in esse si sviluppi e venga mantenuto un ambiente sano per le persone dobbiamo mettere gli aspetti legati al miglioramento della salute e del benessere al primo posto nella pianificazione e progettazione delle città del futuro. A questo proposito, la letteratura scientifica è ricca di studi epidemiologici che hanno dimostrato vari effetti positivi sulla salute degli spazi verdi urbani, tra cui riduzione della depressione e miglioramento della salute mentale, riduzione della morbilità e della mortalità cardiovascolare e polmonare, dei tassi di obesità e diabete e un miglioramento degli esiti della gravidanza. Ne deriva che, nelle future pianificazioni, sarà fondamentale non solo prevedere un’adeguata quantità di aree verdi, ma anche che esse siano di qualità elevata in modo da massimizzare i benefici per la salute e il benessere. Uno spazio verde non adeguatamente progettato e realizzato può, infatti, anche essere associato a rischi per la salute, come, ad esempio, una maggiore esposizione a pollinosi causata da un’errata scelta del materiale vegetale, oppure l’uso eccessivo di specie con elevata produzione di composti organici volatili, precursori dell’ozono.
2020
La cura delle città: politiche e progetti
La cura delle città: politiche e progetti
Venezia
2019
Francesco Ferrini
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