L’articolo confronta le pratiche battesimali seguite nella Milano di Ambrogio e nell’Africa di Agostino, a partire dall’analisi delle strutture architettoniche dei battisteri, messe in luce dall’archeologia. In un primo tempo sono analizzati i battisteri del complesso episcopale milanese e il rito con cui Agostino fu battezzato da Ambrogio. Riassumendo quanto già edito, si sottolinea in particolare come l’immersione battesimale, indicata con il verbo mergere negli scritti ambrosiani, avvenise nella vasca, probabilmente stando supini, mimando la morte all’interno di una tomba, allusione alla partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo. Il rapporto diretto tra i testi ambrosiani e la realtà architettonica dei battisteri di cui Ambrogio è committente, sottolineano l’intento normativo del vescovo sulle pratiche battesimali, che si ritrova nella diffusione del modello anche nel territorio della metropoli. In un secondo tempo vengono esaminati i battisteri dei complessi liturgici africani in cui Agostino operò o che visitò e in cui si sono conservate strutture di IV-V secolo. L’esame del battistero di Ippona – in cui Agostino esercitò il suo mandato –, di quelli di Dejmila, Tebessa, Timgad in Numidia, Belalis Maior, Furnos Minor, Tabarka, Musti e Demna in Proconsolare, Sbeitla in Byzacena e Sabratha in Tripolitana mette in luce una diversità di pratiche, che erano in atto mentre Agostino era vescovo. Le strutture sono messe in relazione con l’iter battesimale ricostruito dai testi di Tertulliano, Cipriano e Agostino. In tutti i battisteri l’immersione, definita tinctio dai testi dei padri africani, avveniva restando in piedi e il gesto che sottolineava la partecipazione alla morte e alla resurrezione di Cristo sembra essere in Agostino quello della discesa al fonte e della risalita, memoria della discesa agli inferi di Cristo e della sua risurrezione.

Ambrogio e Agostino: spazi e pratiche battesimali a Milano e in Nord Africa a confronto / elisabetta neri. - In: STUDIA AMBROSIANA. - ISSN 2281-3748. - STAMPA. - 13:(2019), pp. 207-246.

Ambrogio e Agostino: spazi e pratiche battesimali a Milano e in Nord Africa a confronto

elisabetta neri
2019

Abstract

L’articolo confronta le pratiche battesimali seguite nella Milano di Ambrogio e nell’Africa di Agostino, a partire dall’analisi delle strutture architettoniche dei battisteri, messe in luce dall’archeologia. In un primo tempo sono analizzati i battisteri del complesso episcopale milanese e il rito con cui Agostino fu battezzato da Ambrogio. Riassumendo quanto già edito, si sottolinea in particolare come l’immersione battesimale, indicata con il verbo mergere negli scritti ambrosiani, avvenise nella vasca, probabilmente stando supini, mimando la morte all’interno di una tomba, allusione alla partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo. Il rapporto diretto tra i testi ambrosiani e la realtà architettonica dei battisteri di cui Ambrogio è committente, sottolineano l’intento normativo del vescovo sulle pratiche battesimali, che si ritrova nella diffusione del modello anche nel territorio della metropoli. In un secondo tempo vengono esaminati i battisteri dei complessi liturgici africani in cui Agostino operò o che visitò e in cui si sono conservate strutture di IV-V secolo. L’esame del battistero di Ippona – in cui Agostino esercitò il suo mandato –, di quelli di Dejmila, Tebessa, Timgad in Numidia, Belalis Maior, Furnos Minor, Tabarka, Musti e Demna in Proconsolare, Sbeitla in Byzacena e Sabratha in Tripolitana mette in luce una diversità di pratiche, che erano in atto mentre Agostino era vescovo. Le strutture sono messe in relazione con l’iter battesimale ricostruito dai testi di Tertulliano, Cipriano e Agostino. In tutti i battisteri l’immersione, definita tinctio dai testi dei padri africani, avveniva restando in piedi e il gesto che sottolineava la partecipazione alla morte e alla resurrezione di Cristo sembra essere in Agostino quello della discesa al fonte e della risalita, memoria della discesa agli inferi di Cristo e della sua risurrezione.
2019
13
207
246
elisabetta neri
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