Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che oggi rappresenta il principale strumento della politica di sviluppo del sistema sanitario, ha evidenziato non solo la necessità di aumentare la dotazione infrastrutturale delle regioni più deficitarie, ma anche la necessità di colmare gli squilibri territoriali che, oltre a minare il principio di equità, concorrono alla creazione della mobilità sanitaria. Il lavoro intende analizzare il principio di libertà di scelta in ambito sanitario garantito a livello costituzionale in relazione al bilanciamento tra un sistema universalistico che assicura assistenza sanitaria a ogni cittadino e un sistema regionalizzato come quello italiano. Dopo aver discusso i forti squilibri che stanno polarizzando le regioni meno attrattive e quelle con mobilità attiva prevalente, esamineremo due fattori determinanti gli spostamenti della popolazione derivanti dalla strutturazione dell’offerta: il primo spinge ad aggregare competenze e risorse verso la cura di malattie che hanno economie di scala e specializzazione significative; il secondo è congenito nella sotto-dotazione (infrastrutturale, organizzativa e organica) dell’offerta sanitaria di alcune regioni. Per descrivere il tema della disparità di accesso alle cure, presenteremo un caso studio relativo alla procreazione medicalmente assistita sottolineando la difficoltà di rendere omogenea l’offerta sanitaria su tutto il territorio nazionale senza politiche centrali che mirino ad uniformare l’accesso alle cure. Infine, dato che la mobilità sanitaria non avviene tuttavia solo tra regioni, ma esistono importanti flussi di mobilità anche all’interno delle regioni stesse, analizzeremo il caso della Toscana per evidenziare i differenti tipi di flussi che posso manifestarsi e comprendere come questi possano essere regolati.
SANITÀ REGIONALE E DOMANDA DI MOBILITÀ / Lisa Grazzini, Patrizia Lattarulo, Marika Macchi. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 1-20.
SANITÀ REGIONALE E DOMANDA DI MOBILITÀ
Lisa Grazzini;Marika Macchi
2022
Abstract
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che oggi rappresenta il principale strumento della politica di sviluppo del sistema sanitario, ha evidenziato non solo la necessità di aumentare la dotazione infrastrutturale delle regioni più deficitarie, ma anche la necessità di colmare gli squilibri territoriali che, oltre a minare il principio di equità, concorrono alla creazione della mobilità sanitaria. Il lavoro intende analizzare il principio di libertà di scelta in ambito sanitario garantito a livello costituzionale in relazione al bilanciamento tra un sistema universalistico che assicura assistenza sanitaria a ogni cittadino e un sistema regionalizzato come quello italiano. Dopo aver discusso i forti squilibri che stanno polarizzando le regioni meno attrattive e quelle con mobilità attiva prevalente, esamineremo due fattori determinanti gli spostamenti della popolazione derivanti dalla strutturazione dell’offerta: il primo spinge ad aggregare competenze e risorse verso la cura di malattie che hanno economie di scala e specializzazione significative; il secondo è congenito nella sotto-dotazione (infrastrutturale, organizzativa e organica) dell’offerta sanitaria di alcune regioni. Per descrivere il tema della disparità di accesso alle cure, presenteremo un caso studio relativo alla procreazione medicalmente assistita sottolineando la difficoltà di rendere omogenea l’offerta sanitaria su tutto il territorio nazionale senza politiche centrali che mirino ad uniformare l’accesso alle cure. Infine, dato che la mobilità sanitaria non avviene tuttavia solo tra regioni, ma esistono importanti flussi di mobilità anche all’interno delle regioni stesse, analizzeremo il caso della Toscana per evidenziare i differenti tipi di flussi che posso manifestarsi e comprendere come questi possano essere regolati.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.