Dove si collocano ideologicamente i giovani insegnanti? Forse l’idea di scuola per cui si è disposti a lottare non è chiara come quella che avevano in testa i giovani insegnanti degli anni Settanta, e forse non si è disposti a lottare come in quegli anni, ma il terreno fertile perché questo avvenga c'è. È lì che si colloca la cosiddetta “zona d'ombra” tra i giovani di tipo A – impegnati, in ricerca, collocati ideologicamente - e i giovani di tipo B - disimpegnati, già demotivati a qualsiasi ricerca, disinteressati al mestiere di educare e interessati solo alla dimensione del lavoro fisso. Un'indagine dell'Università di Bologna dimostra che la maggior parte dei giovani insegnanti riconosce la funzione sociale della scuola e dice di volerla migliorare. Per evitare che questa motivazione resti schiacciata tra il precariato e gli ingranaggi di una scuola sempre troppo uguale e se stessa, bisogna intercettarla e alimentarla, mettere in rete gli insegnanti giovani e anziani, farli confrontare tra loro e costruire pratiche alternative, antiche e nuove.

La zona d’ombra. I giovani insegnanti dove si collocano? / STEFANO SCIPPO; IARA CICCARELLI DIAS. - In: COOPERAZIONE EDUCATIVA. - ISSN 0010-8502. - 62:(2014), pp. 11-13.

La zona d’ombra. I giovani insegnanti dove si collocano?

STEFANO SCIPPO;
2014

Abstract

Dove si collocano ideologicamente i giovani insegnanti? Forse l’idea di scuola per cui si è disposti a lottare non è chiara come quella che avevano in testa i giovani insegnanti degli anni Settanta, e forse non si è disposti a lottare come in quegli anni, ma il terreno fertile perché questo avvenga c'è. È lì che si colloca la cosiddetta “zona d'ombra” tra i giovani di tipo A – impegnati, in ricerca, collocati ideologicamente - e i giovani di tipo B - disimpegnati, già demotivati a qualsiasi ricerca, disinteressati al mestiere di educare e interessati solo alla dimensione del lavoro fisso. Un'indagine dell'Università di Bologna dimostra che la maggior parte dei giovani insegnanti riconosce la funzione sociale della scuola e dice di volerla migliorare. Per evitare che questa motivazione resti schiacciata tra il precariato e gli ingranaggi di una scuola sempre troppo uguale e se stessa, bisogna intercettarla e alimentarla, mettere in rete gli insegnanti giovani e anziani, farli confrontare tra loro e costruire pratiche alternative, antiche e nuove.
2014
62
11
13
STEFANO SCIPPO; IARA CICCARELLI DIAS
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