Lisetta Carmi: rassegna critica

Il testo propone la prima analisi della fortuna critica di Lisetta Carmi (1929-2022): dagli esordi negli anni Sessanta fino alle mostre più recenti iniziate nel 2018, dopo il passaggio del suo archivio alla gestione della galleria Martini & Ronchetti di Genova. Il testo analizza la costruzione di una biografia così avvincente che subordina l’analisi delle sue opere. Una biografia impostata dall’autrice stessa e incentrata sulle sue capacità di cambiare più volte vita e sui temi di un nuovo umanismo nella fotografia. Viene evidenziato, quindi, il peso assunto dalla biografia, divulgata in forme quasi romanzate secondo la tradizione antica della “leggenda dell’artista” e caratterizzata dall’adozione del genere aneddotico aderente al canone aristotelico della biografia. Nell’articolo vengono analizzati i primi interventi critici degli anni Settanta, con le firme prestigiose di Piero Racanicchi, Giuseppe Turroni e Ando Gilardi, fino alla prima riscoperta per cura di Uliano Lucas e Giovanna Chiti (a inizio degli anni duemila) e ai recenti cataloghi curati da Martini che ha portato in mostra inedite fotografie a colori del celebre e dirompente fotolibro I travestiti (1972), passate tuttavia sotto silenzio così non sono ancora approfonditi i contatti con la Galleria del Deposito a Boccadasse gestita dal fratello pittore Eugenio. __ The article offers the first analysis of the critical fortunes of Lisetta Carmi (1929-2022): from her beginnings in the 1960s to the most recent exhibitions that began in 2018, after her archive was managed by the Martini & Ronchetti gallery in Genoa. The article analyzes the construction of such a compelling biography that subordinates the analysis of his art works. A biography set by the author herself and focused on her ability of changing-life-changing several times and on the topic of a new humanism in photography. Thus, the weight assumed by the biography, popularized in almost fictionalized forms according to the ancient tradition of the “artist's legend” and characterized by the adoption of the anecdotal genre adhering to the Aristotelian canon of biography, is highlighted. The article analyzes the first critical article about her work in the 1970s, with the prestigious signatures of Piero Racanicchi, Giuseppe Turroni and Ando Gilardi, up to the first rediscovery curated by Uliano Lucas and Giovanna Chiti (in the early 2000s) and the recent catalogs edited by Martini, who brought to the exhibition unpublished color photographs of the famous and disruptive photobook I travestiti (1972), passed, however, under silence as the contacts with the Galleria del Deposito in Boccadasse run by his brother Eugenio, painter are not yet deepened.