Nel ripercorrere la scrittura saggistica di Sciascia, l’articolo intende mostrare come il bisogno di estrarre la verità oscura e poliedrica dal sottosuolo della realtà e di portarla in superficie abbia determinato la scelta di allearsi con alcuni autori partigiani (in particolare Pirandello, Savinio, Calvino), schierati e solidali nella battaglia contro gli «scrittori profondi». Per Savinio non c’è profondità che «l’intelligenza non possa rendere superficiale», ad eccezione della stupidità che resta profonda. L’intelligenza, allora, fa della superficie il suo unico territorio d’appartenenza, come nel caso di Stendhal, che sceglie di non avere profondismo. Da Savinio Sciascia trasse quest’insegnamento, a cui si richiama con frequenza, tanto da farne il metodo privilegiato della critica e della narrativa. This article investigates Leonardo Sciascia’s non-fiction writing to demonstrate how the need to extract the obscure multifaceted truth from the underground of reality and bring it to the surface determines his choice to ally with some partisan authors (particularly Pirandello, Savinio, and Calvino) in the battle against «deepwriters». Savinio claims, for example, that there is no depth that «intelligence cannot make superficial», except for stupidity, which remains deep. Intelligence thus belongs solely to the surface, as in the case of Stendhal, who chooses not to adopt ‘depthism’. Sciascia learns this lesson from Savinio, who is often referred to, and returns to it so frequently that it becomes his preferred method in criticism and fiction.
La piramide capovolta. Indagine sulla scrittura saggistica di Leonardo Sciascia / marcello sabbatino. - In: STRUMENTI CRITICI. - ISSN 0039-2618. - STAMPA. - XXXVII:(2022), pp. 533-557.
La piramide capovolta. Indagine sulla scrittura saggistica di Leonardo Sciascia
marcello sabbatino
2022
Abstract
Nel ripercorrere la scrittura saggistica di Sciascia, l’articolo intende mostrare come il bisogno di estrarre la verità oscura e poliedrica dal sottosuolo della realtà e di portarla in superficie abbia determinato la scelta di allearsi con alcuni autori partigiani (in particolare Pirandello, Savinio, Calvino), schierati e solidali nella battaglia contro gli «scrittori profondi». Per Savinio non c’è profondità che «l’intelligenza non possa rendere superficiale», ad eccezione della stupidità che resta profonda. L’intelligenza, allora, fa della superficie il suo unico territorio d’appartenenza, come nel caso di Stendhal, che sceglie di non avere profondismo. Da Savinio Sciascia trasse quest’insegnamento, a cui si richiama con frequenza, tanto da farne il metodo privilegiato della critica e della narrativa. This article investigates Leonardo Sciascia’s non-fiction writing to demonstrate how the need to extract the obscure multifaceted truth from the underground of reality and bring it to the surface determines his choice to ally with some partisan authors (particularly Pirandello, Savinio, and Calvino) in the battle against «deepwriters». Savinio claims, for example, that there is no depth that «intelligence cannot make superficial», except for stupidity, which remains deep. Intelligence thus belongs solely to the surface, as in the case of Stendhal, who chooses not to adopt ‘depthism’. Sciascia learns this lesson from Savinio, who is often referred to, and returns to it so frequently that it becomes his preferred method in criticism and fiction.File | Dimensione | Formato | |
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