La «tentazione del passato e della memoria», che avrebbe dovuto trovar voce nei ricordi-racconti per Passaggi obbligati, deve fare i conti in Calvino con l’invincibile «ritrosia» per il genere autobiografico. A ben guardare, però, per oltre trent’anni Calvino non aveva fatto altro che raccontare di sé. Nel grande serbatoio autobiografico delle interviste aveva delineato un profilo a tutto tondo, da ricostruire con cura ricongiungendo i «punti» disposti sul piano. La «linea» che consente di tracciare il «disegno» di questa «figura precisa» si interseca col mistero dell’origine delle storie e con l’arte di costruzione del racconto. È il «fascino del narrare» per cui Calvino avverte un’irresistibile attrazione e nel quale trovano senso le interviste in quanto mosaico di storie brevi, che si inseriscono a pieno titolo nella vasta produzione dell’autore. The «temptation of the past and of memory», which was supposed to find a place in the tales/memories for Passaggi Obbligati, needs to come to terms with Calvino’s invincible reluctance to write autobiographies. Nevertheless, a closer look at Calvino’s works reveals that for the previous thirty years he had always talked about himself. In the vast autobiographical reservoir of his interviews, he had drawn a complete profile of himself, whose dots can be connected to understand it as a whole. The ‘line’ that allows us to trace the ‘drawing’ of this ‘precise figure’ intersects with the mystery of the origin of stories and the art of storytelling. This is the “charm of narrating” for which Calvino feels an irresistible attraction and in which the interviews make sense as a mosaic of short stories, which are fully inserted in the author’s vast production.
«Il fascino del narrare». Italo Calvino e la 'camera oscura' delle interviste / marcello sabbatino. - In: MISURE CRITICHE. - ISSN 0392-6397. - STAMPA. - XXI:(2022), pp. 164-185.
«Il fascino del narrare». Italo Calvino e la 'camera oscura' delle interviste
marcello sabbatino
2022
Abstract
La «tentazione del passato e della memoria», che avrebbe dovuto trovar voce nei ricordi-racconti per Passaggi obbligati, deve fare i conti in Calvino con l’invincibile «ritrosia» per il genere autobiografico. A ben guardare, però, per oltre trent’anni Calvino non aveva fatto altro che raccontare di sé. Nel grande serbatoio autobiografico delle interviste aveva delineato un profilo a tutto tondo, da ricostruire con cura ricongiungendo i «punti» disposti sul piano. La «linea» che consente di tracciare il «disegno» di questa «figura precisa» si interseca col mistero dell’origine delle storie e con l’arte di costruzione del racconto. È il «fascino del narrare» per cui Calvino avverte un’irresistibile attrazione e nel quale trovano senso le interviste in quanto mosaico di storie brevi, che si inseriscono a pieno titolo nella vasta produzione dell’autore. The «temptation of the past and of memory», which was supposed to find a place in the tales/memories for Passaggi Obbligati, needs to come to terms with Calvino’s invincible reluctance to write autobiographies. Nevertheless, a closer look at Calvino’s works reveals that for the previous thirty years he had always talked about himself. In the vast autobiographical reservoir of his interviews, he had drawn a complete profile of himself, whose dots can be connected to understand it as a whole. The ‘line’ that allows us to trace the ‘drawing’ of this ‘precise figure’ intersects with the mystery of the origin of stories and the art of storytelling. This is the “charm of narrating” for which Calvino feels an irresistible attraction and in which the interviews make sense as a mosaic of short stories, which are fully inserted in the author’s vast production.File | Dimensione | Formato | |
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