Il celebre "Addio monti" dell’ottavo capitolo dei "Promessi sposi" non è solo una pagina elegiaca dove brilla il cuore del cuore di Lucia, ma è una pagina le cui radici profonde ricevono linfa vitale dall’indignazione e dal turbamento di Manzoni per alcuni fatti dell’attualità politica; fra questi: l’episodio della cessione di Parga (piccola cittadina sulla costa greca, in Epiro). Il 17 maggio 1817, gli inglesi, alleati con gli Ottomani contro Napoleone, cedono la cittadina di Parga al pascià di Giannina: disperati, i parganioti, nella notte del 10 maggio 1819, s’imbarcano in massa su navigli inglesi alla volta di Corfù, lasciando per sempre la loro amata terra. L’evento ha un risalto eccezionale e Manzoni, fra le altre cose, rimane molto colpito dalla lettura di un canto popolare neogreco che Pouqueville pubblica, sia in lingua originale sia in traduzione francese, sul «Lycée français» del maggio 1820 (il canto s’intitola "Dernier Chant des Parguinotes" e la prima strofa recita: "Adieu vallons, adieu montagnes, / Côteaux fleuris, bosquets ombreux, / Verts orangers, fraiches campagnes, / Adieu pour jamais bords heureux!"). Il «Lycée français» del maggio 1820 è un fascicolo che Manzoni sfoglia senz’altro: si tratta, infatti, dello stesso numero che contiene l’articolo di Victor Chauvet sul "Conte di Carmagnola". Le fonti dell’"Addio monti" sono state molto studiate, anche recentemente. Ma ci sta a cuore sottolineare in particolar modo che, nella stesura dell’"Addio monti", è prima di tutto l’evento storico in sé a suggestionare Manzoni: il viaggio notturno degli esuli parganioti in direzione di Corfù è nella mente e nel cuore di Manzoni mentre sta raccontando la fuga notturna, su una barca, di Lucia, Renzo e Agnese dal loro paese natale.

Manzoni e Parga / Giulia Tellini. - In: NUOVA ANTOLOGIA. - ISSN 2239-7418. - STAMPA. - 626:(2021), pp. 303-327.

Manzoni e Parga

Giulia Tellini
2021

Abstract

Il celebre "Addio monti" dell’ottavo capitolo dei "Promessi sposi" non è solo una pagina elegiaca dove brilla il cuore del cuore di Lucia, ma è una pagina le cui radici profonde ricevono linfa vitale dall’indignazione e dal turbamento di Manzoni per alcuni fatti dell’attualità politica; fra questi: l’episodio della cessione di Parga (piccola cittadina sulla costa greca, in Epiro). Il 17 maggio 1817, gli inglesi, alleati con gli Ottomani contro Napoleone, cedono la cittadina di Parga al pascià di Giannina: disperati, i parganioti, nella notte del 10 maggio 1819, s’imbarcano in massa su navigli inglesi alla volta di Corfù, lasciando per sempre la loro amata terra. L’evento ha un risalto eccezionale e Manzoni, fra le altre cose, rimane molto colpito dalla lettura di un canto popolare neogreco che Pouqueville pubblica, sia in lingua originale sia in traduzione francese, sul «Lycée français» del maggio 1820 (il canto s’intitola "Dernier Chant des Parguinotes" e la prima strofa recita: "Adieu vallons, adieu montagnes, / Côteaux fleuris, bosquets ombreux, / Verts orangers, fraiches campagnes, / Adieu pour jamais bords heureux!"). Il «Lycée français» del maggio 1820 è un fascicolo che Manzoni sfoglia senz’altro: si tratta, infatti, dello stesso numero che contiene l’articolo di Victor Chauvet sul "Conte di Carmagnola". Le fonti dell’"Addio monti" sono state molto studiate, anche recentemente. Ma ci sta a cuore sottolineare in particolar modo che, nella stesura dell’"Addio monti", è prima di tutto l’evento storico in sé a suggestionare Manzoni: il viaggio notturno degli esuli parganioti in direzione di Corfù è nella mente e nel cuore di Manzoni mentre sta raccontando la fuga notturna, su una barca, di Lucia, Renzo e Agnese dal loro paese natale.
2021
626
303
327
Giulia Tellini
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