Agli autoritratti obliqui, occultati e comunque dolenti di Michelangelo artista (dalla testa decollata di Oloferne nel pennacchio della Sistina, alla pelle di San Bartolomeo nel ‘Giudizio Universale’), rispondono, nella scrittura in versi, autoritratti non meno sconcertanti (come ‘I’ ho già fatto un gozzo in questo stento’ e ‘I’ sto rinchiuso come la midolla’). Fatto sta che il poeta («Nemico di me stesso», ‘Oimmè, oimmè, ch’ i’ son tradito’, v. 9) si rivela in forme ‘petrose’ e grottesche, con una corporeità rattrappita e degradata, espressione d’una coscienza tragicamente inquieta e di un’amara scontrosità, anche ideologica e morale.
Michelangelo: «nemico di me stesso» / Giulia Tellini. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 1-14. (Intervento presentato al convegno La letteratura italiana e le arti, Atti del XX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Napoli, 7-10 settembre 2016), tenutosi a Napoli nel 7-10 settembre 2016).
Michelangelo: «nemico di me stesso»
Giulia Tellini
2018
Abstract
Agli autoritratti obliqui, occultati e comunque dolenti di Michelangelo artista (dalla testa decollata di Oloferne nel pennacchio della Sistina, alla pelle di San Bartolomeo nel ‘Giudizio Universale’), rispondono, nella scrittura in versi, autoritratti non meno sconcertanti (come ‘I’ ho già fatto un gozzo in questo stento’ e ‘I’ sto rinchiuso come la midolla’). Fatto sta che il poeta («Nemico di me stesso», ‘Oimmè, oimmè, ch’ i’ son tradito’, v. 9) si rivela in forme ‘petrose’ e grottesche, con una corporeità rattrappita e degradata, espressione d’una coscienza tragicamente inquieta e di un’amara scontrosità, anche ideologica e morale.File | Dimensione | Formato | |
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