Il saggio intende ricostruire il dibattito critico intorno ai concetti di “antico” e “primitivo” in relazione alla scultura italiana contemporanea, nei primi anni Venti. Se l'antico, inteso in questi anni prevalentemente come eredità greco-romana, è di solito associato all'idea di classico, nel concetto di primitivo invece rientrano tutte quelle forme artistiche che eludono l'ideale di armonia: l'arte popolare, la scultura medievale, fino alla scultura africana. E proprio la ricezione della scultura "negra" in Italia è un caso molto significativo. Infatti, se in Europa, e soprattutto in Francia, la scultura africana era stata riscoperta, nei primi decenni del Novecento, dai principali esponenti delle avanguardie per i suoi valori di rottura con la tradizione antica, diventando un esempio per le ricerche plastiche più estreme, l'apparire ufficiale della scultura "negra" in Italia, in mostra per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1922, si connota secondo un segno completamento opposto: adesso essa è riscoperta dal filone neotradizionalista, e in particolare dal critico Ugo Ojetti, per le sue positive valenze di sintesi e semplificazione formale, qualità che, in continuità con la tradizione antica, si andavano ricercando nella scultura contemporanea italiana negli anni del ritorno all'ordine.
«Da Roma a Boma»: l'“arte negra” nel dibattito critico intorno alla scultura contemporanea italiana nei primi anni Venti / Greco Emanuele. - STAMPA. - (2023), pp. 105-117. (Intervento presentato al convegno Libero Andreotti e il rapporto con l'antico nella scultura italiana del primo trentennio del Novecento tenutosi a Pescia, Gipsoteca L. Andreotti nel 10 dicembre 2022).
«Da Roma a Boma»: l'“arte negra” nel dibattito critico intorno alla scultura contemporanea italiana nei primi anni Venti
Greco Emanuele
2023
Abstract
Il saggio intende ricostruire il dibattito critico intorno ai concetti di “antico” e “primitivo” in relazione alla scultura italiana contemporanea, nei primi anni Venti. Se l'antico, inteso in questi anni prevalentemente come eredità greco-romana, è di solito associato all'idea di classico, nel concetto di primitivo invece rientrano tutte quelle forme artistiche che eludono l'ideale di armonia: l'arte popolare, la scultura medievale, fino alla scultura africana. E proprio la ricezione della scultura "negra" in Italia è un caso molto significativo. Infatti, se in Europa, e soprattutto in Francia, la scultura africana era stata riscoperta, nei primi decenni del Novecento, dai principali esponenti delle avanguardie per i suoi valori di rottura con la tradizione antica, diventando un esempio per le ricerche plastiche più estreme, l'apparire ufficiale della scultura "negra" in Italia, in mostra per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1922, si connota secondo un segno completamento opposto: adesso essa è riscoperta dal filone neotradizionalista, e in particolare dal critico Ugo Ojetti, per le sue positive valenze di sintesi e semplificazione formale, qualità che, in continuità con la tradizione antica, si andavano ricercando nella scultura contemporanea italiana negli anni del ritorno all'ordine.File | Dimensione | Formato | |
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