Nel prestigioso salotto della villa paterna Il Salviatino, Paola Ojetti, giornalista cinematografica e traduttrice, costruì tra anni Trenta e Quaranta un’articolata rete sociale, composta anche da diverse operatrici culturali del tempo. L’intervento indaga la corrispondenza di Ojetti e della sua famiglia, conservata in diversi archivi italiani, nella prospettiva della storia di genere, soffermandosi in particolare sui processi professionali e sulle connessioni sociali. Innanzitutto, la giornalista disponeva di un’autorevole trama di relazioni e sapeva abilmente sfruttare ricordi mondani e attestati di stima e affetto per contatti utili ai fini dei progetti culturali in cui era coinvolta, all’interno dei quali peraltro acquisiva spesso ruoli chiave e di mediazione culturale. Il capitale sociale del Salviatino fu per per Ojetti il mezzo per accedere al campo culturale e assumere vesti non normative all’interno del quadro lavorativo del periodo fascista. Inoltre, i documenti portano alla luce l’importante rete femminile che si incontrava nel salotto fiorentino: le autorevoli letterate e giornaliste che la formavano collaborarono in diverse esperienze, come la critica cinematografica, i lavori di sceneggiatura, gli «Almanacco della donna italiana».
Il salotto del Salviatino tra anni Trenta e Quaranta: Paola Ojetti e la rete di scrittrici e giornaliste / Stella Scabelli. - In: ARABESCHI. - ISSN 2282-0876. - ELETTRONICO. - (2023), pp. 0-0. (Intervento presentato al convegno FASCinA 2022 - «Ho ucciso l’angelo del focolare». Lo spazio domestico e la libertà ritrovata).
Il salotto del Salviatino tra anni Trenta e Quaranta: Paola Ojetti e la rete di scrittrici e giornaliste
Stella Scabelli
2023
Abstract
Nel prestigioso salotto della villa paterna Il Salviatino, Paola Ojetti, giornalista cinematografica e traduttrice, costruì tra anni Trenta e Quaranta un’articolata rete sociale, composta anche da diverse operatrici culturali del tempo. L’intervento indaga la corrispondenza di Ojetti e della sua famiglia, conservata in diversi archivi italiani, nella prospettiva della storia di genere, soffermandosi in particolare sui processi professionali e sulle connessioni sociali. Innanzitutto, la giornalista disponeva di un’autorevole trama di relazioni e sapeva abilmente sfruttare ricordi mondani e attestati di stima e affetto per contatti utili ai fini dei progetti culturali in cui era coinvolta, all’interno dei quali peraltro acquisiva spesso ruoli chiave e di mediazione culturale. Il capitale sociale del Salviatino fu per per Ojetti il mezzo per accedere al campo culturale e assumere vesti non normative all’interno del quadro lavorativo del periodo fascista. Inoltre, i documenti portano alla luce l’importante rete femminile che si incontrava nel salotto fiorentino: le autorevoli letterate e giornaliste che la formavano collaborarono in diverse esperienze, come la critica cinematografica, i lavori di sceneggiatura, gli «Almanacco della donna italiana».I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.