Questo saggio indaga l’influenza esercitata dal magistero di Pulci sull’arte dei cantimpanca fiorentini del primo Cinquecento, servendosi in particolare dell’ampia e complessa casistica offerta dal "Primo libro de’ Reali" dell’Altissimo, testo paradigmatico di quell’arte. I cantari del "Primo libro" condividono con quelli del "Morgante" lo sperimentalismo lessicale (tra citazioni allusive ed emulazioni a oltranza), il funambolismo stilistico (iperbolico, comico-realistico, grottesco) e anche – forse meno prevedibilmente – l’orgogliosa autorappresentazione dell’autore come intrattenitore brioso ed insieme sapiente educatore della propria comunità. Il caso di studio evidenzia perciò quanto fosse profondo l’impatto della ricerca pulciana sulla poesia orale e sulla narrativa cavalleresca dei decenni successivi, e insieme quanto fossero geneticamente affini i cantari del "Morgante" e quelli recitati in piazza, in una dialettica di mutui scambi tra le dimensioni della scrittura e della performance essenziale per le fortune della narrativa cavalleresca nel Rinascimento. This essay investigates the influence of Pulci’s mastery on the art of early 16th-century Florentine cantimpanca, taking particular account of the extensive and complex documentation provided by the "Primo libro de’ Reali" of the Altissimo, a text paradigmatic of that art. The cantari of the "Primo libro" and those of the "Morgante" share lexical experimentalism (ranging from allusive quotations to outright emulations), stylistic wizardry (hyperbolic, comic-realistic, grotesque) and also - perhaps less predictably - the author’s proud self-representation as a spirited entertainer and at the same time a wise educator of his community. This case study thus highlights how deep the impact of Pulci’s experimentation was on the oral poetry and chivalric fiction of the following decades, and at the same time how genetically related were the cantari of "Morgante" and those recited in the piazza, in a mutual interplay between the dimensions of writing and of performance that was crucial to the developments of chivalric fiction in the Renaissance.
Luigi Pulci maestro dei canterini / Luca Degl'Innocenti. - In: STUDI ITALIANI. - ISSN 1121-0621. - STAMPA. - 69:(2023), pp. 141-170.
Luigi Pulci maestro dei canterini
Luca Degl'Innocenti
2023
Abstract
Questo saggio indaga l’influenza esercitata dal magistero di Pulci sull’arte dei cantimpanca fiorentini del primo Cinquecento, servendosi in particolare dell’ampia e complessa casistica offerta dal "Primo libro de’ Reali" dell’Altissimo, testo paradigmatico di quell’arte. I cantari del "Primo libro" condividono con quelli del "Morgante" lo sperimentalismo lessicale (tra citazioni allusive ed emulazioni a oltranza), il funambolismo stilistico (iperbolico, comico-realistico, grottesco) e anche – forse meno prevedibilmente – l’orgogliosa autorappresentazione dell’autore come intrattenitore brioso ed insieme sapiente educatore della propria comunità. Il caso di studio evidenzia perciò quanto fosse profondo l’impatto della ricerca pulciana sulla poesia orale e sulla narrativa cavalleresca dei decenni successivi, e insieme quanto fossero geneticamente affini i cantari del "Morgante" e quelli recitati in piazza, in una dialettica di mutui scambi tra le dimensioni della scrittura e della performance essenziale per le fortune della narrativa cavalleresca nel Rinascimento. This essay investigates the influence of Pulci’s mastery on the art of early 16th-century Florentine cantimpanca, taking particular account of the extensive and complex documentation provided by the "Primo libro de’ Reali" of the Altissimo, a text paradigmatic of that art. The cantari of the "Primo libro" and those of the "Morgante" share lexical experimentalism (ranging from allusive quotations to outright emulations), stylistic wizardry (hyperbolic, comic-realistic, grotesque) and also - perhaps less predictably - the author’s proud self-representation as a spirited entertainer and at the same time a wise educator of his community. This case study thus highlights how deep the impact of Pulci’s experimentation was on the oral poetry and chivalric fiction of the following decades, and at the same time how genetically related were the cantari of "Morgante" and those recited in the piazza, in a mutual interplay between the dimensions of writing and of performance that was crucial to the developments of chivalric fiction in the Renaissance.File | Dimensione | Formato | |
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