Questo articolo si concentra su una serie di interventi a scala urbana e architettonica che fanno dell'Università di Urbino uno dei più significativi esempi di campus urbano progettato nel XX secolo. A partire dalla metà degli anni Cinquanta, i membri del consiglio comunale, guidati dal sindaco Egidio Mascioli, insieme al rettore Carlo Bo, unirono le forze per un progetto di rivitalizzazione economica della città che si basava interamente sul potenziale culturale dell'università. A Giancarlo De Carlo fu affidato il compito di tradurre questo programma in forme architettoniche e urbanistiche, ampliando le strutture universitarie. A questo scopo il PRG (1954-1964) riconfigurò la città: lo sviluppo dell'università coincise, quindi, con la crescita della città stessa. L'Università di Urbino divenne un sistema aperto, un campus diffuso che si intrecciava con la vita della città. I padiglioni residenziali sul colle dei Cappuccini (1960) e la Facoltà di Scienze della Formazione (1968) all'interno del centro storico sono i due esempi architettonici che meglio esprimono questa osmosi: nessuno dei due complessi fu progettato da De Carlo per i soli studenti, ma anche per gli abitanti di Urbino, che ancora oggi ne utilizzano i servizi e gli spazi comunitari. This paper will focus on a number of city-wide interventions on an urban and architectural scale that make the University of Urbino one of the most signi- ficant examples of an urban campus designed in the 20th century. Beginning in the mid-fifties, members of the city council, led by Mayor Egidio Mascioli, along with rector Carlo Bo, joined forces on an economic revitalization project for the city that hinged entirely on the university’s cultural potential. Giancarlo De Carlo was assigned the task of translating this program into architectural and urban forms, expanding the university facilities. To this end, the PRG (1954-1964) reconfigured the city: the development of the university coincided, therefore, with the growth of the city itself. The University of Urbino became an open system, a spread-out campus interwoven with the life of the city. The residential halls on the Cappuccini hill (1960) and the Faculty of Education (1968) inside the historic city center are the two architectural examples that best express this osmosis: neither complex was designed by De Carlo for students only, but also for the residents of Urbino, who to this day still use the services and community spaces.
Il Campus di Urbino e il progetto culturale di Carlo Bo e Giancarlo De Carlo / Lorenzo Mingardi. - In: PALLADIO. - ISSN 0031-0379. - STAMPA. - 61-62:(2018), pp. 83-88.
Il Campus di Urbino e il progetto culturale di Carlo Bo e Giancarlo De Carlo
Lorenzo Mingardi
2018
Abstract
Questo articolo si concentra su una serie di interventi a scala urbana e architettonica che fanno dell'Università di Urbino uno dei più significativi esempi di campus urbano progettato nel XX secolo. A partire dalla metà degli anni Cinquanta, i membri del consiglio comunale, guidati dal sindaco Egidio Mascioli, insieme al rettore Carlo Bo, unirono le forze per un progetto di rivitalizzazione economica della città che si basava interamente sul potenziale culturale dell'università. A Giancarlo De Carlo fu affidato il compito di tradurre questo programma in forme architettoniche e urbanistiche, ampliando le strutture universitarie. A questo scopo il PRG (1954-1964) riconfigurò la città: lo sviluppo dell'università coincise, quindi, con la crescita della città stessa. L'Università di Urbino divenne un sistema aperto, un campus diffuso che si intrecciava con la vita della città. I padiglioni residenziali sul colle dei Cappuccini (1960) e la Facoltà di Scienze della Formazione (1968) all'interno del centro storico sono i due esempi architettonici che meglio esprimono questa osmosi: nessuno dei due complessi fu progettato da De Carlo per i soli studenti, ma anche per gli abitanti di Urbino, che ancora oggi ne utilizzano i servizi e gli spazi comunitari. This paper will focus on a number of city-wide interventions on an urban and architectural scale that make the University of Urbino one of the most signi- ficant examples of an urban campus designed in the 20th century. Beginning in the mid-fifties, members of the city council, led by Mayor Egidio Mascioli, along with rector Carlo Bo, joined forces on an economic revitalization project for the city that hinged entirely on the university’s cultural potential. Giancarlo De Carlo was assigned the task of translating this program into architectural and urban forms, expanding the university facilities. To this end, the PRG (1954-1964) reconfigured the city: the development of the university coincided, therefore, with the growth of the city itself. The University of Urbino became an open system, a spread-out campus interwoven with the life of the city. The residential halls on the Cappuccini hill (1960) and the Faculty of Education (1968) inside the historic city center are the two architectural examples that best express this osmosis: neither complex was designed by De Carlo for students only, but also for the residents of Urbino, who to this day still use the services and community spaces.File | Dimensione | Formato | |
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