E’ storicamente accertato che i bovini di razza chianina sono allevati nella Valtiberina da 2200 anni, complici indiscusse le ampie superfici a pascolo. Ad oggi in Valtiberina Toscana l’attività zootecnica ricopre una superficie pari a 7.100 ettari, con le sue 212 aziende, dislocate soprattutto nei comuni di Badia Tedalda e Sestino, e con 11.000 capi, rappresenta il 50% del patrimonio zootecnico della provincia di Arezzo. Attraverso un progetto di valorizzazione del patrimonio zootecnico del territorio della Valtiberina Toscana, si è voluto favorire lo sviluppo del mercato della carne chianina a livello locale cercando di chiudere la filiera e tipicizzando il prodotto anche dal punto di vista turistico. L’attività zootecnica, ha raggiunto un’organizzazione tale da garantire una certa redditività alle aziende agricole di questi territori, e conseguentemente comporta l’evitare un abbandono del territorio, che non è più accettabile in quanto questo è il primo e fondamentale passo per la salvaguardia dello stesso territorio. L’indirizzo zootecnico adottato da tempo nel comprensorio, è risultato il punto di forza del sistema agricolo, in due aspetti fondamentali: adeguata crescita del reddito in ambienti rurali difficili e, salvaguardia di un’area ad alto valore ambientale e paesaggistico, unitamente anche ad un consistente presidio umano, per cui questo livello organizzativo va mantenuto e possibilmente potenziato, sia migliorando la commercializzazione che la capacità produttiva dei soggetti bovini. L’informazione e la chiarezza sulla struttura della filiera, rende il prodotto sicuramente più apprezzato nel mercato, sicuramente consumato con più soddisfazione.

LA FILIERA DELLA CARNE CHIANINA IN VALTIBERINA TOSCANA COME FATTORE DI TIPICIZZAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO / Gianluca Bambi; Federica Borgogni. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 0-0. (Intervento presentato al convegno Unicità, uniformità e universalità nella identificazione del mosaico paesistico-culturale tenutosi a Aquileia nel 18-19 settembre).

LA FILIERA DELLA CARNE CHIANINA IN VALTIBERINA TOSCANA COME FATTORE DI TIPICIZZAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO

Gianluca Bambi
Writing – Review & Editing
;
Federica Borgogni
Methodology
2008

Abstract

E’ storicamente accertato che i bovini di razza chianina sono allevati nella Valtiberina da 2200 anni, complici indiscusse le ampie superfici a pascolo. Ad oggi in Valtiberina Toscana l’attività zootecnica ricopre una superficie pari a 7.100 ettari, con le sue 212 aziende, dislocate soprattutto nei comuni di Badia Tedalda e Sestino, e con 11.000 capi, rappresenta il 50% del patrimonio zootecnico della provincia di Arezzo. Attraverso un progetto di valorizzazione del patrimonio zootecnico del territorio della Valtiberina Toscana, si è voluto favorire lo sviluppo del mercato della carne chianina a livello locale cercando di chiudere la filiera e tipicizzando il prodotto anche dal punto di vista turistico. L’attività zootecnica, ha raggiunto un’organizzazione tale da garantire una certa redditività alle aziende agricole di questi territori, e conseguentemente comporta l’evitare un abbandono del territorio, che non è più accettabile in quanto questo è il primo e fondamentale passo per la salvaguardia dello stesso territorio. L’indirizzo zootecnico adottato da tempo nel comprensorio, è risultato il punto di forza del sistema agricolo, in due aspetti fondamentali: adeguata crescita del reddito in ambienti rurali difficili e, salvaguardia di un’area ad alto valore ambientale e paesaggistico, unitamente anche ad un consistente presidio umano, per cui questo livello organizzativo va mantenuto e possibilmente potenziato, sia migliorando la commercializzazione che la capacità produttiva dei soggetti bovini. L’informazione e la chiarezza sulla struttura della filiera, rende il prodotto sicuramente più apprezzato nel mercato, sicuramente consumato con più soddisfazione.
2008
Atti XIII Convegno Internazionale Interdisciplinare
Unicità, uniformità e universalità nella identificazione del mosaico paesistico-culturale
Aquileia
18-19 settembre
Gianluca Bambi; Federica Borgogni
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