Il lemma ‘passaggio’ presenta nella lingua italiana un’ampiezza di significati e una vitalità espressiva sorprendenti. Passaggio esprime l’atto di attraversare un luogo, di percorrerlo, come pure l’azione di porgere qualcosa ad altri. Evoca un cambiamento di stato o di situazione, allude a uno spostamento, a una condizione di viaggio, ma può anche indicare un posto concreto, uno spazio, un varco attraverso il quale è possibile muoversi, transitare magari fortunosamente. Passaggio può inoltre essere riferito a un brano musicale o al passo di uno scritto, di un’opera letteraria, di un discorso. Ho richiamato le principali sfumature di senso, ma l’elenco potrebbe continuare. Combinata con la dimensione polisemica della parola ‘paesaggio’, la mobilità di significati del lemma ‘passaggio’ non può che farsi vorticosa, fino a provocare promettenti collisioni semantiche. In una prospettiva di ampliamento e aggiornamento di orizzonti di ricerca, i due termini, passaggio e paesaggio, possono addirittura fondersi per delineare un indirizzo critico e un principio pedagogico. Che lo si indaghi come ambito di speculazione teorica e materia di indagine scientifica (attivando quali lenti?), che lo si assuma come campo di osservazione e di azione (da parte di chi?), che lo si guardi come spazio di vita (per le comunità umane, ma anche vegetali e animali), il paesaggio presenta imponderabili margini di incertezza. Ed è proprio questo suo essere inafferrabile e immanente, vaporoso e consistente, sedimentario e volatile, a renderlo un terreno di ricerca e di esplorazione progettuale così coinvolgente, toccante, inventivo.
Vedi alla voce Passaggio/Paesaggio, editoriale n. 43/2021 di Architettura del paesaggio / Lambertini Anna. - In: ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO. - ISSN 1125-0259. - STAMPA. - Passaggi/Passages:(2022), pp. 4-6.
Vedi alla voce Passaggio/Paesaggio, editoriale n. 43/2021 di Architettura del paesaggio
Lambertini Anna
2022
Abstract
Il lemma ‘passaggio’ presenta nella lingua italiana un’ampiezza di significati e una vitalità espressiva sorprendenti. Passaggio esprime l’atto di attraversare un luogo, di percorrerlo, come pure l’azione di porgere qualcosa ad altri. Evoca un cambiamento di stato o di situazione, allude a uno spostamento, a una condizione di viaggio, ma può anche indicare un posto concreto, uno spazio, un varco attraverso il quale è possibile muoversi, transitare magari fortunosamente. Passaggio può inoltre essere riferito a un brano musicale o al passo di uno scritto, di un’opera letteraria, di un discorso. Ho richiamato le principali sfumature di senso, ma l’elenco potrebbe continuare. Combinata con la dimensione polisemica della parola ‘paesaggio’, la mobilità di significati del lemma ‘passaggio’ non può che farsi vorticosa, fino a provocare promettenti collisioni semantiche. In una prospettiva di ampliamento e aggiornamento di orizzonti di ricerca, i due termini, passaggio e paesaggio, possono addirittura fondersi per delineare un indirizzo critico e un principio pedagogico. Che lo si indaghi come ambito di speculazione teorica e materia di indagine scientifica (attivando quali lenti?), che lo si assuma come campo di osservazione e di azione (da parte di chi?), che lo si guardi come spazio di vita (per le comunità umane, ma anche vegetali e animali), il paesaggio presenta imponderabili margini di incertezza. Ed è proprio questo suo essere inafferrabile e immanente, vaporoso e consistente, sedimentario e volatile, a renderlo un terreno di ricerca e di esplorazione progettuale così coinvolgente, toccante, inventivo.File | Dimensione | Formato | |
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