La MS Huntington Collection della Bodleian Library di Oxford conserva, al n. 264, il prezioso manoscritto intitolato Tabsirat arbāb al-albāb fī kayfiyyat an-najāt fi'l-hurūb min al-anwā’ wa nashr a'lām al-a'lām fi al-'udad wa al-‘alāt al-mu'īnah 'ala liqā' al-a'dā’ o Informazioni per i saggi su come scampare ai combattimenti e la diffusione di istruzioni sull'equipaggiamento e sui dispositivi che aiutano ad affrontare i nemici, del grande esperto di questioni militari Mardhī ibn Ali al-Tarsūsī (morto nel 1193). Il trattato risale alla fine del XII secolo e fu presentato a Salāh ad-Dīn al-Ayyūbi nel 1187. È un opera sull’arte della guerra, nella quale si descrivono i metodi di fabbricazione e di utilizzo delle armi, delle armature e delle macchine da guerra comuni agli eserciti islamici durante il periodo ayyūbide. I dettagli e le strategie di fabbricazione di alcune armi sono accompagnati da disegni, descrizioni, calcoli e informazioni ingegneristiche. Un intero capitolo è dedicato alle armature difensive, in particolare alle torri d'assedio e ai bastioni. Il Manoscritto non è mai stato tradotto: solo una parte è stata trascritta in arabo e pubblicata a Beirut nel 1998 mentre alcuni estratti sullo scudo sono stati tradotti e commentati in un saggio in lingua francese. Questo contributo propone la traduzione di un estratto (fol. 140a, 140b, 141°, 141b), dedicato alla descrizione di una torre mobile utilizzata per raggiungere i forti. Un esempio di quelle torri mobili d'assalto, le elepoli dell'Antichità, indicate in Occidente, in epoca medievale, con i termini castellum, ligneum castrum, turris ambulatoria, berfredum. Il saggio critico a corredo della traduzione cercherà di inquadrare il testo nel più vasto ambito della poliorcetica antica (il ramo dell'arte militare che si occupa dei metodi, delle tecniche e degli strumenti per la conduzione degli assedi a città e fortezze) oltre che nel conteso storico delle Crociate. Si analizzeranno i contenuti del trattato, con una particolare attenzione alla individuazione del nemico da sconfiggere; si esamineranno le preziose illustrazioni a margine dei testi e si commenterà, infine, l’estratto scelto lasciando che la sua traduzione suggerisca inedite e impreviste interpretazioni sull’arte della guerra e sul suo rapporto con l’architettura della città. Da un trattato annesso al celebre De cerimoniis aulae Byzantinae (X sec.) attribuito a Costantino VII Porfirogenito, si apprende che l'imperatore era solito portare con sé in guerra testi di poliorcetica, il che indiscutibilmente rivela l'utilità pratica di questa letteratura. In un numero della rivista dedicato all’avversario, riteniamo possa essere interessante occuparsi di uno di quegli scritti che, almeno sulla carta e nella elaborazione delle strategie, lasciano comunque prefigurare (o se si vuole, fantasticare) la possibilità di una vittoria.
L’arte della guerra nel trattato di al-Tarsūsī per Saladino, fine dodicesimo secolo / Lamia Hadda; Alberto Pireddu. - In: VESPER. - ISSN 2704-7598. - STAMPA. - 9:(2023), pp. 150-163.
L’arte della guerra nel trattato di al-Tarsūsī per Saladino, fine dodicesimo secolo
Lamia Hadda
;Alberto Pireddu
2023
Abstract
La MS Huntington Collection della Bodleian Library di Oxford conserva, al n. 264, il prezioso manoscritto intitolato Tabsirat arbāb al-albāb fī kayfiyyat an-najāt fi'l-hurūb min al-anwā’ wa nashr a'lām al-a'lām fi al-'udad wa al-‘alāt al-mu'īnah 'ala liqā' al-a'dā’ o Informazioni per i saggi su come scampare ai combattimenti e la diffusione di istruzioni sull'equipaggiamento e sui dispositivi che aiutano ad affrontare i nemici, del grande esperto di questioni militari Mardhī ibn Ali al-Tarsūsī (morto nel 1193). Il trattato risale alla fine del XII secolo e fu presentato a Salāh ad-Dīn al-Ayyūbi nel 1187. È un opera sull’arte della guerra, nella quale si descrivono i metodi di fabbricazione e di utilizzo delle armi, delle armature e delle macchine da guerra comuni agli eserciti islamici durante il periodo ayyūbide. I dettagli e le strategie di fabbricazione di alcune armi sono accompagnati da disegni, descrizioni, calcoli e informazioni ingegneristiche. Un intero capitolo è dedicato alle armature difensive, in particolare alle torri d'assedio e ai bastioni. Il Manoscritto non è mai stato tradotto: solo una parte è stata trascritta in arabo e pubblicata a Beirut nel 1998 mentre alcuni estratti sullo scudo sono stati tradotti e commentati in un saggio in lingua francese. Questo contributo propone la traduzione di un estratto (fol. 140a, 140b, 141°, 141b), dedicato alla descrizione di una torre mobile utilizzata per raggiungere i forti. Un esempio di quelle torri mobili d'assalto, le elepoli dell'Antichità, indicate in Occidente, in epoca medievale, con i termini castellum, ligneum castrum, turris ambulatoria, berfredum. Il saggio critico a corredo della traduzione cercherà di inquadrare il testo nel più vasto ambito della poliorcetica antica (il ramo dell'arte militare che si occupa dei metodi, delle tecniche e degli strumenti per la conduzione degli assedi a città e fortezze) oltre che nel conteso storico delle Crociate. Si analizzeranno i contenuti del trattato, con una particolare attenzione alla individuazione del nemico da sconfiggere; si esamineranno le preziose illustrazioni a margine dei testi e si commenterà, infine, l’estratto scelto lasciando che la sua traduzione suggerisca inedite e impreviste interpretazioni sull’arte della guerra e sul suo rapporto con l’architettura della città. Da un trattato annesso al celebre De cerimoniis aulae Byzantinae (X sec.) attribuito a Costantino VII Porfirogenito, si apprende che l'imperatore era solito portare con sé in guerra testi di poliorcetica, il che indiscutibilmente rivela l'utilità pratica di questa letteratura. In un numero della rivista dedicato all’avversario, riteniamo possa essere interessante occuparsi di uno di quegli scritti che, almeno sulla carta e nella elaborazione delle strategie, lasciano comunque prefigurare (o se si vuole, fantasticare) la possibilità di una vittoria.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.