Al capitolo 33 del secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, Scolastica e Benedetto hanno trascorso una giornata insieme a conversare. Quando il crepuscolo comincia a calare, rendendosi conto che Benedetto l’avrebbe presto lasciata, Scolastica lo prega di rimanere per la notte. Al netto rifiuto del fratello, impossibilitato a restare fuori dal monastero secondo i dettami della Regola, Scolastica comincia a pregare, piangendo. Quasi a voler rispecchiare le sue lacrime, i cieli generano una pioggia torrenziale, impedendo a Benedetto di tornare al suo monastero. A conclusione dell’episodio, Gregorio annota: «Scolastica ha potuto di più (plus potuit), perché ella ha amato di più (quae amplius amavit)». Rievocando l’episodio del fariseo e della peccatrice narrato nel vangelo di Luca (7,36-50), in opposizione al legalismo ascetico l’amore è presentato come la chiave che dischiude il tesoro della divina misericordia. L’amore è incarnato in Scolastica. Ella è la scolara, una donna istruita nella fede, nella preghiera e nella carità alla schola divina, dove ha appreso la sapienza del cuore e dell’amore di Dio. L’incontro tra Benedetto e Scolastica gioca un ruolo centrale nella narrazione: segna non solo la fine di quelli che possono essere chiamati i miracoli d’azione di Benedetto, ma anche l’ingresso nella fase finale della sua vita, quella in cui regnano le visioni gloriose e le conversazioni sull’aldilà. Alimentato dalla preghiera e dalla contemplazione, il cuore percepisce la radiosità della creazione, e la natura del cuore trasformato, una «luce interiore nella mente» (lumen mentis), risplende di concerto con la gloria di Dio. È quanto accaduto a Benedetto. Affiancato da Scolastica, continua a splendere sulla terra con la sua Regola: è la luce dell’Europa.

L’incontro tra Benedetto e Scolastica: tra preghiera, amore e visione di Dio / Franchi Roberta. - In: CRKVA U SVIJETU. - ISSN 0352-4000. - STAMPA. - 58:(2023), pp. 427-443.

L’incontro tra Benedetto e Scolastica: tra preghiera, amore e visione di Dio

Franchi Roberta
2023

Abstract

Al capitolo 33 del secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, Scolastica e Benedetto hanno trascorso una giornata insieme a conversare. Quando il crepuscolo comincia a calare, rendendosi conto che Benedetto l’avrebbe presto lasciata, Scolastica lo prega di rimanere per la notte. Al netto rifiuto del fratello, impossibilitato a restare fuori dal monastero secondo i dettami della Regola, Scolastica comincia a pregare, piangendo. Quasi a voler rispecchiare le sue lacrime, i cieli generano una pioggia torrenziale, impedendo a Benedetto di tornare al suo monastero. A conclusione dell’episodio, Gregorio annota: «Scolastica ha potuto di più (plus potuit), perché ella ha amato di più (quae amplius amavit)». Rievocando l’episodio del fariseo e della peccatrice narrato nel vangelo di Luca (7,36-50), in opposizione al legalismo ascetico l’amore è presentato come la chiave che dischiude il tesoro della divina misericordia. L’amore è incarnato in Scolastica. Ella è la scolara, una donna istruita nella fede, nella preghiera e nella carità alla schola divina, dove ha appreso la sapienza del cuore e dell’amore di Dio. L’incontro tra Benedetto e Scolastica gioca un ruolo centrale nella narrazione: segna non solo la fine di quelli che possono essere chiamati i miracoli d’azione di Benedetto, ma anche l’ingresso nella fase finale della sua vita, quella in cui regnano le visioni gloriose e le conversazioni sull’aldilà. Alimentato dalla preghiera e dalla contemplazione, il cuore percepisce la radiosità della creazione, e la natura del cuore trasformato, una «luce interiore nella mente» (lumen mentis), risplende di concerto con la gloria di Dio. È quanto accaduto a Benedetto. Affiancato da Scolastica, continua a splendere sulla terra con la sua Regola: è la luce dell’Europa.
2023
58
427
443
Franchi Roberta
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