L'Abbazia di San Galgano in Val di Merse, in provincia di Siena, costruita nel corso del XIII secolo, al momento della visita di John Ruskin era già in stato di totale abbandono da almeno un secolo. Le volte gotiche cistercensi, in gran parte atterrate, erano circondate da una fitta vegetazione. Immerse nel suggestivo paesaggio della campagna senese, esprimono appieno quel "pittoresco", definito dal pensatore inglese come "nella mera sublimità delle lacune, o delle fratture, o delle macchie, o della vegetazione, che assimilano l'architettura all'opera della Natura, e le conferiscono quelle circostanze di colore e di forma che sono universalmente amate dall'occhio dell'uomo". La chiesa dell'abbatiam novam Sancti Galgani è stata restaurata all'inizio del Novecento con interventi di consolidamento delle strutture superstiti, senza attuare "la peggiore maniera di distruzione". A un secolo da questo restauro sembra necessario ripercorrere le scelte metodologiche intraprese e impostare una riflessione critica sull'intervento, collocandolo nel dibattito contemporaneo, per sottolineare ancora una volta l'attualità del pensiero di John Ruskin. The Abbey of San Galgano in Val di Merse, in the province of Siena, built throughout the thirteenth century, at the time of John Ruskin’s visit, had already been in a state of total abandonment for at least a century. The Cistercian Gothic vaults, mostly landed, were surrounded by dense vegetation. Immersed in the evocative landscape of the Siena’s countryside, they fully express that “picturesque”, defined by the English thinker as «in the mere sublimity of the rents, or fractures, or stains, or vegetation, which assimilate the architecture with the work of Nature, and bestow upon it those circumstances of color and form which are universally beloved by the eye of man». The church of the abbatiam novam Sancti Galgani was restored in the begging of the twentieth century with interventions to consolidate the surviving structures, without implementing «is the worst manner of Destruction». A century after this restoration it seems necessary to retrace the methodological choices undertaken and to set a critical reflection on the intervention, placing it in the contemporary debate, in order to underline once again the topicality of John Ruskin’s thought.

L’abbazia di San Galgano ‘la sublimità degli squarci’ / Francesco Pisani. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 2465-2377. - STAMPA. - anno XXVII, special issue/2019, vol. 2:(2019), pp. 28-33.

L’abbazia di San Galgano ‘la sublimità degli squarci’

Francesco Pisani
2019

Abstract

L'Abbazia di San Galgano in Val di Merse, in provincia di Siena, costruita nel corso del XIII secolo, al momento della visita di John Ruskin era già in stato di totale abbandono da almeno un secolo. Le volte gotiche cistercensi, in gran parte atterrate, erano circondate da una fitta vegetazione. Immerse nel suggestivo paesaggio della campagna senese, esprimono appieno quel "pittoresco", definito dal pensatore inglese come "nella mera sublimità delle lacune, o delle fratture, o delle macchie, o della vegetazione, che assimilano l'architettura all'opera della Natura, e le conferiscono quelle circostanze di colore e di forma che sono universalmente amate dall'occhio dell'uomo". La chiesa dell'abbatiam novam Sancti Galgani è stata restaurata all'inizio del Novecento con interventi di consolidamento delle strutture superstiti, senza attuare "la peggiore maniera di distruzione". A un secolo da questo restauro sembra necessario ripercorrere le scelte metodologiche intraprese e impostare una riflessione critica sull'intervento, collocandolo nel dibattito contemporaneo, per sottolineare ancora una volta l'attualità del pensiero di John Ruskin. The Abbey of San Galgano in Val di Merse, in the province of Siena, built throughout the thirteenth century, at the time of John Ruskin’s visit, had already been in a state of total abandonment for at least a century. The Cistercian Gothic vaults, mostly landed, were surrounded by dense vegetation. Immersed in the evocative landscape of the Siena’s countryside, they fully express that “picturesque”, defined by the English thinker as «in the mere sublimity of the rents, or fractures, or stains, or vegetation, which assimilate the architecture with the work of Nature, and bestow upon it those circumstances of color and form which are universally beloved by the eye of man». The church of the abbatiam novam Sancti Galgani was restored in the begging of the twentieth century with interventions to consolidate the surviving structures, without implementing «is the worst manner of Destruction». A century after this restoration it seems necessary to retrace the methodological choices undertaken and to set a critical reflection on the intervention, placing it in the contemporary debate, in order to underline once again the topicality of John Ruskin’s thought.
2019
anno XXVII, special issue/2019, vol. 2
28
33
Francesco Pisani
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