Le non sempre conformi interpretazioni giurisprudenziali, unitamente al concetto di complicanza usualmente accolto dalla dottrina medico-legale, sensibilmente diverso dal significato giuridico, rendono ancora più complicato per i giudici decidere su un caso di responsabilità sanitaria per danno alla salute derivante dal peggioramento delle condizioni mediche o dal decesso del paziente. In questo contesto giuoca un ruolo determinante il processo di oggettivazione della colpa in ambito sanitario il quale, con l’allontanamento dai criteri soggettivi d’imputazione della condotta, ha determinatola necessità sempre più avvertita dal tessuto socio-giuridico di spingersi verso la tendenza alla “positivizzazione” delle leges artis, ovvero, delle regole cautelari ed etiche proprie della professione sanitaria. Il concetto di « complicanza », inoltre, viene in rilievo non soltanto nella responsabilità medica connessa più da vicino ad episodi legati alle carenze delle strutture sanitarie, all’omessa o errata diagnosi, o agli errori pratici in operazioni o cure, ma anche nell’ambito della responsabilità conseguente alla errata o omessa acquisizione del consenso al trattamento terapeutico da parte del paziente. Il consenso informato, infatti, deve essere tale da permettere al paziente di autodeterminarsi liberamente, e, dunque, per dirsi esistente e valido deve riguardare tutte le implicazioni del rapporto di cura. Per questo motivo il dovere di informazione del terapeuta dimostra essere sempre più il parametro e il limite della responsabilità sanitaria talché, in questa prospettiva, l’erroneità del processo di acquisizione del consenso, se imputabile al medico, diviene espressione inequivoca di un comportamento colposo. The not always compliant jurisprudential interpretations, together with the concept of complication usually embraced by medico-legal doctrine, significantly different from the legal meaning, make it even more complicated for judges to decide on a case of medical liability for damage to health resulting from the worsening medical condition or death of the patient. In this context, the process of objectivation of fault in health care plays a decisive role which, with the move away from subjective criteria of imputation of conduct, has led to the increasingly felt need by the socio-legal environment to move toward the tendency to the “positivization” of the leges artis, i.e., of the precautionary and ethical rules, proper to the health care profession. The concept of “complication,” moreover, comes into relief not only in medical liability referring to episodes linked to the deficiencies of health care facilities, omission or misdiagnosis, or to practical errors in operations or treatments, but also in the context of liability resulting from the patient’s erroneous or failure to obtain consent to therapeutic treatment. Informed consent, in fact, must be such that allowing the patient to freely self-determine and, therefore, to exist and be valid it must cover all the implications of the treatment relationship. For this reason, the duty of the therapist to inform shows to be increasingly the parameter and limit of the healthcare liability so that, in this perspective, the erroneousness of the process of acquiring consent, if attributable to the physician, becomes an unequivocal expression of culpable behavior.

La difficile ricostruzione del significato di “complicanza” tra valutazioni in campo medico-legale e giuridico / Simona Viciani. - In: RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE E DEL DIRITTO IN CAMPO SANITARIO. - ISSN 2499-2852. - STAMPA. - (2023), pp. 507-524.

La difficile ricostruzione del significato di “complicanza” tra valutazioni in campo medico-legale e giuridico.

Simona Viciani
2023

Abstract

Le non sempre conformi interpretazioni giurisprudenziali, unitamente al concetto di complicanza usualmente accolto dalla dottrina medico-legale, sensibilmente diverso dal significato giuridico, rendono ancora più complicato per i giudici decidere su un caso di responsabilità sanitaria per danno alla salute derivante dal peggioramento delle condizioni mediche o dal decesso del paziente. In questo contesto giuoca un ruolo determinante il processo di oggettivazione della colpa in ambito sanitario il quale, con l’allontanamento dai criteri soggettivi d’imputazione della condotta, ha determinatola necessità sempre più avvertita dal tessuto socio-giuridico di spingersi verso la tendenza alla “positivizzazione” delle leges artis, ovvero, delle regole cautelari ed etiche proprie della professione sanitaria. Il concetto di « complicanza », inoltre, viene in rilievo non soltanto nella responsabilità medica connessa più da vicino ad episodi legati alle carenze delle strutture sanitarie, all’omessa o errata diagnosi, o agli errori pratici in operazioni o cure, ma anche nell’ambito della responsabilità conseguente alla errata o omessa acquisizione del consenso al trattamento terapeutico da parte del paziente. Il consenso informato, infatti, deve essere tale da permettere al paziente di autodeterminarsi liberamente, e, dunque, per dirsi esistente e valido deve riguardare tutte le implicazioni del rapporto di cura. Per questo motivo il dovere di informazione del terapeuta dimostra essere sempre più il parametro e il limite della responsabilità sanitaria talché, in questa prospettiva, l’erroneità del processo di acquisizione del consenso, se imputabile al medico, diviene espressione inequivoca di un comportamento colposo. The not always compliant jurisprudential interpretations, together with the concept of complication usually embraced by medico-legal doctrine, significantly different from the legal meaning, make it even more complicated for judges to decide on a case of medical liability for damage to health resulting from the worsening medical condition or death of the patient. In this context, the process of objectivation of fault in health care plays a decisive role which, with the move away from subjective criteria of imputation of conduct, has led to the increasingly felt need by the socio-legal environment to move toward the tendency to the “positivization” of the leges artis, i.e., of the precautionary and ethical rules, proper to the health care profession. The concept of “complication,” moreover, comes into relief not only in medical liability referring to episodes linked to the deficiencies of health care facilities, omission or misdiagnosis, or to practical errors in operations or treatments, but also in the context of liability resulting from the patient’s erroneous or failure to obtain consent to therapeutic treatment. Informed consent, in fact, must be such that allowing the patient to freely self-determine and, therefore, to exist and be valid it must cover all the implications of the treatment relationship. For this reason, the duty of the therapist to inform shows to be increasingly the parameter and limit of the healthcare liability so that, in this perspective, the erroneousness of the process of acquiring consent, if attributable to the physician, becomes an unequivocal expression of culpable behavior.
2023
507
524
Simona Viciani
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