Fiume incubatrice di nuovo femminismo

Fiume rappresentò per essi una esperienza irripetibile e liberatrice. La risposta alle inquietudini e al malessere di una generazione che aveva fatto la guerra e sentiva di essere diversa da quella precedente per il modo di concepire l’esistenza, i rapporti umani e sociali, la libertà individuale e l’organizzazione del potere. Fiume rappresentava dunque il rifiuto morale, politico e sociale di quei volari e di quelle regole che si identificavano con un ordine costituito che la guerra aveva reso obsolete. L’emancipazione femminile, la libertà sessuale, la rivendicazione del matrimonio dei sacerdoti, l’accettazione dell’omosessualità, la diffusione delle droghe divennero componenti dinamiche della “città di vita”. A torto o a ragione Fiume rappresentò il trionfo della libertà femminile, anche sessuale, al di fuori di ogni convenzione borghese o di una norma scritta. A Fiume cadevano i tabù di un’epoca.