Lo studio dei materiali ceramici, metallici e vitrei, il riesame complessivo delle stratigrafie tardoantiche e altomedievali e la lettura integrata degli indicatori bioarcheologici di alcuni contesti della Puglia centro-settentrionale (Herdonia, Canusium, San Giusto e Faragola), stanno consentendo acquisire dati di grande interesse su aspetti significativi della cultura materiale delle comunità urbane e rurali meridionali. In questa sede ci siamo soffermati sulle produzioni vetrarie ancora poco note in relazione al comparto apulo, approfondendo alcune linee di ricerca proposte in passato e introducendo elementi di novità. Nonostante alcuni progressi registrati negli ultimi anni, emerge una sostanziale carenza di studi sistematici e di progetti di ricerca mirati, parallelamente all’assenza di dati sugli impianti di lavorazione, sugli indicatori di produzione e a limitate analisi archeometriche. Sono stati presi in considerazione, in particolare, il vasellame e gli indicatori di produzione rinvenuti nella città di Herdonia. Parallelamente allo studio morfo-tipologico è stata condotta un’analisi di distribuzione spaziale dei reperti, incrociata con l’attestazione delle altre tipologie di manufatti utilizzati nel banchetto e nell’illuminazione. Pur in assenza di resti di impianti ritrovati in situ, la tipologia dei materiali rinvenuti ha suggerito la localizzazione, in ambito urbano, di un atelier secondario adibito alla lavorazione del vetro. I principali indizi sono forniti da un pane di vetro di forma troncoconica con base circolare, da scarti di lavorazione e da due frammenti di crogioli, tra cui uno caratterizzato dalla presenza di un residuo di miscela vetrosa conservatosi all’interno. Le analisi archeometriche hanno poi precisato che questa verosimile produzione locale impiega semilavorati e ricicla rottami di vetro provenienti dall’area nord-africana. Sul piano morfo-tipologico, una produzione locale può essere ipotizzata per i bicchieri/lampada Isings 106, i piatti con orlo ribattuto all’esterno Isings 45/46a, le brocche/bottiglie con filamento applicato sotto l’orlo Isings 102b, le lampade Isings 134, i calici Isings 111 e alcuni fondi a filamento multiplo.

I vetri tardoantichi e altomedievali di Herdonia. Produzioni, funzioni e mercati / Francesca Giannetti, Elisabetta Gliozzo, Maria Turchiano. - STAMPA. - (2015), pp. 293-298. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale tenutosi a Lecce nel 9-12 settembre 2015).

I vetri tardoantichi e altomedievali di Herdonia. Produzioni, funzioni e mercati

Elisabetta Gliozzo
Membro del Collaboration Group
;
2015

Abstract

Lo studio dei materiali ceramici, metallici e vitrei, il riesame complessivo delle stratigrafie tardoantiche e altomedievali e la lettura integrata degli indicatori bioarcheologici di alcuni contesti della Puglia centro-settentrionale (Herdonia, Canusium, San Giusto e Faragola), stanno consentendo acquisire dati di grande interesse su aspetti significativi della cultura materiale delle comunità urbane e rurali meridionali. In questa sede ci siamo soffermati sulle produzioni vetrarie ancora poco note in relazione al comparto apulo, approfondendo alcune linee di ricerca proposte in passato e introducendo elementi di novità. Nonostante alcuni progressi registrati negli ultimi anni, emerge una sostanziale carenza di studi sistematici e di progetti di ricerca mirati, parallelamente all’assenza di dati sugli impianti di lavorazione, sugli indicatori di produzione e a limitate analisi archeometriche. Sono stati presi in considerazione, in particolare, il vasellame e gli indicatori di produzione rinvenuti nella città di Herdonia. Parallelamente allo studio morfo-tipologico è stata condotta un’analisi di distribuzione spaziale dei reperti, incrociata con l’attestazione delle altre tipologie di manufatti utilizzati nel banchetto e nell’illuminazione. Pur in assenza di resti di impianti ritrovati in situ, la tipologia dei materiali rinvenuti ha suggerito la localizzazione, in ambito urbano, di un atelier secondario adibito alla lavorazione del vetro. I principali indizi sono forniti da un pane di vetro di forma troncoconica con base circolare, da scarti di lavorazione e da due frammenti di crogioli, tra cui uno caratterizzato dalla presenza di un residuo di miscela vetrosa conservatosi all’interno. Le analisi archeometriche hanno poi precisato che questa verosimile produzione locale impiega semilavorati e ricicla rottami di vetro provenienti dall’area nord-africana. Sul piano morfo-tipologico, una produzione locale può essere ipotizzata per i bicchieri/lampada Isings 106, i piatti con orlo ribattuto all’esterno Isings 45/46a, le brocche/bottiglie con filamento applicato sotto l’orlo Isings 102b, le lampade Isings 134, i calici Isings 111 e alcuni fondi a filamento multiplo.
2015
Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale
VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale
Lecce
9-12 settembre 2015
Francesca Giannetti, Elisabetta Gliozzo, Maria Turchiano
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2015-Sami.pdf

Accesso chiuso

Descrizione: Giannetti, F., Gliozzo, E., Turchiano, M. (2015). I vetri tardoantichi e altomedievali di Herdonia. Produzioni, funzioni e mercati. In P. Arthur, M. Leo Imperiale (a cura di), Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Lecce, 9-12 settembre 2015). Firenze: All’insegna del Giglio, pp. 293-298
Tipologia: Pdf editoriale (Version of record)
Licenza: Tutti i diritti riservati
Dimensione 2.58 MB
Formato Adobe PDF
2.58 MB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1347286
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact