Nel ripercorrere la lunga e complicata carriera di Pastorino Pastorini (Castelnuovo Berardenga, Siena, 1508 circa - Firenze, 1592), il contributo vuole mettere in luce il modo in cui questo maestro - formatosi come pittore e maestro vetraio ad Arezzo, con Guillaume de Marcillat - ebbe a conoscere le tecniche dello stucco, frequentando cantieri come quello dell’abside del Duomo di Siena, diretto prima da Baldassare Peruzzi e poi da Domenico Beccafumi, e l’altro della Sala Regia in Vaticano, guidato a Perin del Vaga nella Roma farnesiana. Alla metà del Cinquecento la prima vera prova di pittore e stuccatore di Pastorino, nelle volte della Loggia della Mercanzia a Siena, rappresentò un fallimento, perché il maestro non seppe rispettare i tempi di consegna, tanto da essere prima imprigionato e poi privato dell’incarico. La successiva carriera si svolse fuori dalla Toscana, tra Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna e Mantova, prima di un definitivo trasferimento a Firenze, entro il 1576. Nelle corti padane e in quella fiorentina, Pastorino seppe distinguersi come medaglista assai prolifico e apprezzato, ritraendo signori e cortigiani non solo in bronzo; come racconta Vasari, egli “trovò - infatti - uno stucco sodo da fare i ritratti, che venissino coloriti a guisa de’ naturali, con le tinte delle barbe, capelli e color di carni, che l’à fatte parer vive”. Tuttavia di questi stucchi minuscoli, preziosi e aristocratici restano solo i ricordi e gli elogi delle fonti. Retracing the long and complicated career of Pastorino Pastorini (Castelnuovo Berardenga, Siena, c. 1508 - Florence, 1592), the contribution aims to highlight the way in which this master - trained as a painter and master glazier in Arezzo with Guillaume de Marcillat - became acquainted with stucco techniques, frequenting sites such as the one for the apse of Siena Cathedral, directed first by Baldassare Peruzzi and then by Domenico Beccafumi, and the other for the Sala Regia in the Vatican, guided by Perin del Vaga in Farnese Rome. In the mid-sixteenth century Pastorino's first real trial as a painter and plasterer, in the vaults of the Loggia della Mercanzia in Siena, represented a failure, because the master failed to meet the deadline, so much so that he was first imprisoned and then deprived of his commission. His subsequent career took place outside Tuscany, between Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, and Mantua, before a final move to Florence by 1576. In the courts of the Po Valley and that of Florence, Pastorino was able to distinguish himself as a very prolific and esteemed medallist, portraying lords and courtiers not only in bronze; as Vasari relates, he “found - in fact - a firm stucco to make portraits, which were colored in the guise of natural ones, with the tints of the beards, hair and color of flesh, which made it seem alive.” However, of these tiny, precious and aristocratic stuccoes only the memories and praise of sources remain.

Pastorino Pastorini: la consuetudine con lo stucco di un medaglista di fama, in "Lo stucco nell'età della Maniera: cantieri, maestranze, modelli", a cura di Alessandra Giannotti, Serena Quagliaroli, Giulia Spoltore, Patrizia Tosini, "Bollettino d'arte", volume speciale 2022, pp. 159-174 / Gabriele Fattorini. - In: BOLLETTINO D'ARTE - MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI. SUPPLEMENTO. - ISSN 0394-4611. - STAMPA. - 2022:(2022), pp. 159-174.

Pastorino Pastorini: la consuetudine con lo stucco di un medaglista di fama, in "Lo stucco nell'età della Maniera: cantieri, maestranze, modelli", a cura di Alessandra Giannotti, Serena Quagliaroli, Giulia Spoltore, Patrizia Tosini, "Bollettino d'arte", volume speciale 2022, pp. 159-174

Gabriele Fattorini
2022

Abstract

Nel ripercorrere la lunga e complicata carriera di Pastorino Pastorini (Castelnuovo Berardenga, Siena, 1508 circa - Firenze, 1592), il contributo vuole mettere in luce il modo in cui questo maestro - formatosi come pittore e maestro vetraio ad Arezzo, con Guillaume de Marcillat - ebbe a conoscere le tecniche dello stucco, frequentando cantieri come quello dell’abside del Duomo di Siena, diretto prima da Baldassare Peruzzi e poi da Domenico Beccafumi, e l’altro della Sala Regia in Vaticano, guidato a Perin del Vaga nella Roma farnesiana. Alla metà del Cinquecento la prima vera prova di pittore e stuccatore di Pastorino, nelle volte della Loggia della Mercanzia a Siena, rappresentò un fallimento, perché il maestro non seppe rispettare i tempi di consegna, tanto da essere prima imprigionato e poi privato dell’incarico. La successiva carriera si svolse fuori dalla Toscana, tra Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna e Mantova, prima di un definitivo trasferimento a Firenze, entro il 1576. Nelle corti padane e in quella fiorentina, Pastorino seppe distinguersi come medaglista assai prolifico e apprezzato, ritraendo signori e cortigiani non solo in bronzo; come racconta Vasari, egli “trovò - infatti - uno stucco sodo da fare i ritratti, che venissino coloriti a guisa de’ naturali, con le tinte delle barbe, capelli e color di carni, che l’à fatte parer vive”. Tuttavia di questi stucchi minuscoli, preziosi e aristocratici restano solo i ricordi e gli elogi delle fonti. Retracing the long and complicated career of Pastorino Pastorini (Castelnuovo Berardenga, Siena, c. 1508 - Florence, 1592), the contribution aims to highlight the way in which this master - trained as a painter and master glazier in Arezzo with Guillaume de Marcillat - became acquainted with stucco techniques, frequenting sites such as the one for the apse of Siena Cathedral, directed first by Baldassare Peruzzi and then by Domenico Beccafumi, and the other for the Sala Regia in the Vatican, guided by Perin del Vaga in Farnese Rome. In the mid-sixteenth century Pastorino's first real trial as a painter and plasterer, in the vaults of the Loggia della Mercanzia in Siena, represented a failure, because the master failed to meet the deadline, so much so that he was first imprisoned and then deprived of his commission. His subsequent career took place outside Tuscany, between Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, and Mantua, before a final move to Florence by 1576. In the courts of the Po Valley and that of Florence, Pastorino was able to distinguish himself as a very prolific and esteemed medallist, portraying lords and courtiers not only in bronze; as Vasari relates, he “found - in fact - a firm stucco to make portraits, which were colored in the guise of natural ones, with the tints of the beards, hair and color of flesh, which made it seem alive.” However, of these tiny, precious and aristocratic stuccoes only the memories and praise of sources remain.
2022
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159
174
Gabriele Fattorini
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