Il contributo si concentra sull’interpretazione del rapporto fra arte del governo e potere della parola proposta da un importante esponente del Tacitismo del Cinquecento, Scipione Ammirato (1531-1601), nei suoi Discorsi sopra Cornelio Tacito (1594). Analizzando in particolare una sezione dell’opera (XII, 4) si verifica come oltre a servirsi di informazioni selezionate da varie fonti di età romana e bizantina, l’autore metteva a frutto in particolare alcuni passaggi di Tacito riguardanti le doti di eloquenza mostrate in circostanze differenti da alcuni imperatori romani. Partendo da questa prospettiva, si evidenzia come rimarcando l'utilità di poter disporre di capacità oratorie per figure deputate a ruoli di comando sia nei contesti cittadini sia sui campi di battaglia, Ammirato non privilegiava più i capitani d'arme come aveva fatto Machiavelli, bensì si serviva in modo originale del messaggio dello storico antico probabilmente anche con l’ambizione di proporre un modello di principe che ai suoi tempi potesse distinguersi per la conoscenza delle lettere e dell’eloquenza, funzionale a garantirsi il controllo delle truppe. - The contribution focuses on the interpretation of the relationship between the art of government and the power of speech proposed by an important exponent of sixteenth-century Tacitism, Scipione Ammirato (1531-1601), in his Discorsi sopra Cornelio Tacito (1594). Analyzing one section of the work (XII, 4), we can see how, in addition to using selected information from various sources from the Roman and Byzantine periods, the author particularly exploited certain passages from Tacitus concerning the gifts of eloquence displayed by certain Roman emperors in different circumstances. Starting from this perspective, the article highlights how, by emphasizing the usefulness of having oratorical skills for figures deputed to command roles both in city contexts and on the battlefields, Ammirato no longer focused on the captains as Machiavelli had done, but used the ancient historian's message in an original way, probably with the ambition of proposing a model of a prince who in his time could also be distinguished for his knowledge of literature and eloquence, which was useful for ensuring control of the troops.

Arte del governo e potere della parola in Tacito e Scipione Ammirato / Mastrorosa, Ida Gilda. - STAMPA. - 42:(2024), pp. 75-105. (Intervento presentato al convegno Momenti della fortuna di Tacito nella cultura d’Europa tenutosi a Sestri Levante nel 17 marzo 2023).

Arte del governo e potere della parola in Tacito e Scipione Ammirato

Mastrorosa, Ida Gilda
2024

Abstract

Il contributo si concentra sull’interpretazione del rapporto fra arte del governo e potere della parola proposta da un importante esponente del Tacitismo del Cinquecento, Scipione Ammirato (1531-1601), nei suoi Discorsi sopra Cornelio Tacito (1594). Analizzando in particolare una sezione dell’opera (XII, 4) si verifica come oltre a servirsi di informazioni selezionate da varie fonti di età romana e bizantina, l’autore metteva a frutto in particolare alcuni passaggi di Tacito riguardanti le doti di eloquenza mostrate in circostanze differenti da alcuni imperatori romani. Partendo da questa prospettiva, si evidenzia come rimarcando l'utilità di poter disporre di capacità oratorie per figure deputate a ruoli di comando sia nei contesti cittadini sia sui campi di battaglia, Ammirato non privilegiava più i capitani d'arme come aveva fatto Machiavelli, bensì si serviva in modo originale del messaggio dello storico antico probabilmente anche con l’ambizione di proporre un modello di principe che ai suoi tempi potesse distinguersi per la conoscenza delle lettere e dell’eloquenza, funzionale a garantirsi il controllo delle truppe. - The contribution focuses on the interpretation of the relationship between the art of government and the power of speech proposed by an important exponent of sixteenth-century Tacitism, Scipione Ammirato (1531-1601), in his Discorsi sopra Cornelio Tacito (1594). Analyzing one section of the work (XII, 4), we can see how, in addition to using selected information from various sources from the Roman and Byzantine periods, the author particularly exploited certain passages from Tacitus concerning the gifts of eloquence displayed by certain Roman emperors in different circumstances. Starting from this perspective, the article highlights how, by emphasizing the usefulness of having oratorical skills for figures deputed to command roles both in city contexts and on the battlefields, Ammirato no longer focused on the captains as Machiavelli had done, but used the ancient historian's message in an original way, probably with the ambition of proposing a model of a prince who in his time could also be distinguished for his knowledge of literature and eloquence, which was useful for ensuring control of the troops.
2024
Aspetti della Fortuna dell’Antico nella Cultura Europea. Atti della XIX Giornata di Studi (Sestri Levante, 17 marzo 2023)
Momenti della fortuna di Tacito nella cultura d’Europa
Sestri Levante
17 marzo 2023
Goal 4: Quality education
Mastrorosa, Ida Gilda
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