La dialettica fra tradizione e innovazione è senz’altro un potente motore del processo creativo, che rende sempre attuale ogni discorso su Dante e il suo tempo. A Firenze nel 1265-1301 avanza il processo di definizione dell’identità cittadina e di rinnovamento della cultura. Negli stessi anni Dante e Arnolfo di Cambio affrontano problemi di linguaggio, proprio mentre il paesaggio urbano è soggetto ad una parziale sostituzione e a un progressivo accumulo apparentemente senza limiti. I nuovi spazi pubblici favoriscono una riflessione sull’affaccio degli edifici, che non si impongono solo per la loro mole o la loro altezza ma anche per un rapporto misurato e meditato con l’intorno vuoto. La maggior parte degli edifici monumentali viene concepita e realizzata negli ultimi anni del secolo, in pieno regime popolare. Si punta all’isolamento e all’unitarietà dei complessi pubblici (palazzi, carcere) e religiosi (conventi) con il coinvolgimento di maestri dotati di nuovi strumenti (disegno, utensili) utili al controllo progettuale ed esecutivo. La nuova concezione dello spazio e del rapporto fra pubblico e privato produce soluzioni inedite: vie dritte e ‘prospettiche’, atri di ingresso ai palazzi, vaste basiliche unitarie. L’edilizia privata minuta provoca la sostituzione di un’immagine petrosa e lignea della città con una ingentilita da intonaco, laterizio e verde. The dialectic between tradition and innovation is a powerful engine of the creative process, which makes every discourse on Dante and his time always current. In Florence in 1265-1301 Dante and Arnolfo di Cambio faced problems of language, just as the urban landscape was subject to a partial replacement and a progressive accumulation apparently without limits. The new public spaces favor a reflection on the view of the buildings, which are not only imposing for their size or height but also for a measured and meditated relationship with the empty surroundings. Most of the monumental buildings were conceived and built in the last years of the century, in full popular regime. The focus is on the isolation and unity of public (palaces, prison) and religious (convents) complexes with the involvement of masters equipped with new tools (drawing, tools) useful for design and executive control. The new conception of space and the relationship between public and private produces unprecedented solutions: straight and 'perspective' streets, entrance halls to the palaces, vast unitary basilicas. The renewal of small private buildings causes the replacement of a stony and wooden image of the city with a softened one by plaster, brick and greenery.

L’architettura fiorentina ‘visibile’ a Dante (1265-1301) fra conservazione e progresso / marco frati. - In: OPUS INCERTUM. - ISSN 2035-9217. - STAMPA. - n.s., VII:(2021), pp. 38-47.

L’architettura fiorentina ‘visibile’ a Dante (1265-1301) fra conservazione e progresso

marco frati
2021

Abstract

La dialettica fra tradizione e innovazione è senz’altro un potente motore del processo creativo, che rende sempre attuale ogni discorso su Dante e il suo tempo. A Firenze nel 1265-1301 avanza il processo di definizione dell’identità cittadina e di rinnovamento della cultura. Negli stessi anni Dante e Arnolfo di Cambio affrontano problemi di linguaggio, proprio mentre il paesaggio urbano è soggetto ad una parziale sostituzione e a un progressivo accumulo apparentemente senza limiti. I nuovi spazi pubblici favoriscono una riflessione sull’affaccio degli edifici, che non si impongono solo per la loro mole o la loro altezza ma anche per un rapporto misurato e meditato con l’intorno vuoto. La maggior parte degli edifici monumentali viene concepita e realizzata negli ultimi anni del secolo, in pieno regime popolare. Si punta all’isolamento e all’unitarietà dei complessi pubblici (palazzi, carcere) e religiosi (conventi) con il coinvolgimento di maestri dotati di nuovi strumenti (disegno, utensili) utili al controllo progettuale ed esecutivo. La nuova concezione dello spazio e del rapporto fra pubblico e privato produce soluzioni inedite: vie dritte e ‘prospettiche’, atri di ingresso ai palazzi, vaste basiliche unitarie. L’edilizia privata minuta provoca la sostituzione di un’immagine petrosa e lignea della città con una ingentilita da intonaco, laterizio e verde. The dialectic between tradition and innovation is a powerful engine of the creative process, which makes every discourse on Dante and his time always current. In Florence in 1265-1301 Dante and Arnolfo di Cambio faced problems of language, just as the urban landscape was subject to a partial replacement and a progressive accumulation apparently without limits. The new public spaces favor a reflection on the view of the buildings, which are not only imposing for their size or height but also for a measured and meditated relationship with the empty surroundings. Most of the monumental buildings were conceived and built in the last years of the century, in full popular regime. The focus is on the isolation and unity of public (palaces, prison) and religious (convents) complexes with the involvement of masters equipped with new tools (drawing, tools) useful for design and executive control. The new conception of space and the relationship between public and private produces unprecedented solutions: straight and 'perspective' streets, entrance halls to the palaces, vast unitary basilicas. The renewal of small private buildings causes the replacement of a stony and wooden image of the city with a softened one by plaster, brick and greenery.
2021
n.s., VII
38
47
marco frati
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