La ripresa di un modello, nel Medioevo, non fu mai necessariamente la copia conforme della geometria spaziale di un edificio, come già Krautheimer aveva sottolineato suggerendo anche che nel Medioevo per rievocare un’architettura (in tutta la sua materialità e spiritualità) poteva bastare riproporne la dedicazione. Rintracciate le strutture architettoniche medievali di quante più chiese possibili intitolate ai corpi e ai luoghi santi, si è tentato di scovarne gli eventuali riferimenti formali alle chiese che li contengono. Salvo rare organizzazioni spaziali su due livelli (come nella cripta della Badia di Santa Maria a Elmi, dedicata al Santo Sepolcro), pochissimi sono gli elementi di provenienza oltremarina, tutti veicolati dagli ordini ospitalieri e militari che usano, ad esempio, elementi gotici franchi ma anche il doppio portale, inserito nel Santo Sepolcro dai crociati. Un caso eccezionale è quello di San Iacopo al Tempio di San Gimignano, dove la dedicazione templare trova corrispondenza nella riproposizione in scala delle dimensioni del tempio di Salomone. In generale, le dedicazioni gerosolimitane toscane non implicarono necessariamente l’applicazione di un modello formale, ma solo vaghe disposizioni funzionali. Un discorso a parte va fatto per gli edifici degli ordini ospitalieri e militari, probabilmente costruiti da membri degli stessi ordini che ebbero modo di vedere i luoghi santi, attingendo direttamente ai modelli dal vero, oppure di partecipare all’uso di un ampio repertorio architettonico, costituito dalle esperienze internazionali degli ordini.

Monumenta gerosolimitani e architettura medievale in Toscana. Dedicazioni e modelli architettonici / marco frati. - In: ARTE CRISTIANA. - ISSN 0004-3400. - STAMPA. - LXXXVIII:(2000), pp. 465-474.

Monumenta gerosolimitani e architettura medievale in Toscana. Dedicazioni e modelli architettonici

marco frati
2000

Abstract

La ripresa di un modello, nel Medioevo, non fu mai necessariamente la copia conforme della geometria spaziale di un edificio, come già Krautheimer aveva sottolineato suggerendo anche che nel Medioevo per rievocare un’architettura (in tutta la sua materialità e spiritualità) poteva bastare riproporne la dedicazione. Rintracciate le strutture architettoniche medievali di quante più chiese possibili intitolate ai corpi e ai luoghi santi, si è tentato di scovarne gli eventuali riferimenti formali alle chiese che li contengono. Salvo rare organizzazioni spaziali su due livelli (come nella cripta della Badia di Santa Maria a Elmi, dedicata al Santo Sepolcro), pochissimi sono gli elementi di provenienza oltremarina, tutti veicolati dagli ordini ospitalieri e militari che usano, ad esempio, elementi gotici franchi ma anche il doppio portale, inserito nel Santo Sepolcro dai crociati. Un caso eccezionale è quello di San Iacopo al Tempio di San Gimignano, dove la dedicazione templare trova corrispondenza nella riproposizione in scala delle dimensioni del tempio di Salomone. In generale, le dedicazioni gerosolimitane toscane non implicarono necessariamente l’applicazione di un modello formale, ma solo vaghe disposizioni funzionali. Un discorso a parte va fatto per gli edifici degli ordini ospitalieri e militari, probabilmente costruiti da membri degli stessi ordini che ebbero modo di vedere i luoghi santi, attingendo direttamente ai modelli dal vero, oppure di partecipare all’uso di un ampio repertorio architettonico, costituito dalle esperienze internazionali degli ordini.
2000
LXXXVIII
465
474
marco frati
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