Nel panorama della letteratura italiana otto-novecentesca Edmondo De Amicis (1846-1908) ha enormemente concorso ad ampliare l’orizzonte culturale e geografico degli italiani, grazie ai reportages di viaggio frutto delle sue corrispondenze giornalistiche. Tra i risultati delle sue esplorazioni, raccolte poi in fortunate pubblicazioni tra le quali si ricordano la Spagna (1873), l’Olanda (1874), i Ricordi di Londra (1874) ed il Marocco (1876), l’opera Costantinopoli rappresenta un caso peculiare. Il volume, edito per i tipi di Treves nel 1877, che nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto essere l’”último libro de viaje” ha contribuito in maniera decisiva a formare e diffondere l’immaginario ottomano fin de siècle dall’Italia in Europa. A tre anni dalla cura della traduzione croata del volume deamicisiano del 1883, Adolf Veber Tkalčević nel suo personale Viaggio a Costantinopoli (1886) affermerà: “neanche l’osservatore più critico oserebbe aggiungere qualcosa, De Amicis l’ha descritta così bene, come nessun altro” (A. V. Tkalčević, Put u Carigrad, Zagreb, 1886, p. 91). Il contributo indaga le sorti del felice caso editoriale del diario di viaggio e pone l’attenzione sulle “istantanee” narrative della città imperiale, nell’ottica di una rinnovata attenzione al testo e alla narrativa odeporica dell’autore italiano. / Edmondo De Amicis (1846-1908) was one of the most important Italian authors of the nineteenth century whose travel reportages helped broaden the horizons of the Italian readers. The results of his explorations were collected into successful books such as Spagna (Spain, 1873), l’Olanda (1874; Holland 2011), Ricordi di Londra (1874; Memories of London 1923) and Marocco (1876; Morocco: Its People & Places, 1985). Published by Treves in 1877, Costantinopoli (Constantinople 2017) was able to shape the fin-desiècle Ottoman imagination and spread from Italy across Europe. Adolfo Veber Tkalčević, the editor of the Croatian translation of De Amicis’s work, stated in his Put u Carigrad (1886) that “even the most critical observer would not have dared add anything; De Amicis has described it so well, like no one else had done before him” (p. 91). The essay investigates the editorial path of the reportage and focuses on the narrative “snapshots” of the imperial city with a renewed emphasis on the text.

Istantanee d’Oriente. Note su Costantinopoli di Edmondo De Amicis / camilla bencini. - In: SPONDE. - ISSN 2939-3647. - ELETTRONICO. - 2:(2023), pp. 53-68. [10.15291/sponde.4285]

Istantanee d’Oriente. Note su Costantinopoli di Edmondo De Amicis

camilla bencini
2023

Abstract

Nel panorama della letteratura italiana otto-novecentesca Edmondo De Amicis (1846-1908) ha enormemente concorso ad ampliare l’orizzonte culturale e geografico degli italiani, grazie ai reportages di viaggio frutto delle sue corrispondenze giornalistiche. Tra i risultati delle sue esplorazioni, raccolte poi in fortunate pubblicazioni tra le quali si ricordano la Spagna (1873), l’Olanda (1874), i Ricordi di Londra (1874) ed il Marocco (1876), l’opera Costantinopoli rappresenta un caso peculiare. Il volume, edito per i tipi di Treves nel 1877, che nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto essere l’”último libro de viaje” ha contribuito in maniera decisiva a formare e diffondere l’immaginario ottomano fin de siècle dall’Italia in Europa. A tre anni dalla cura della traduzione croata del volume deamicisiano del 1883, Adolf Veber Tkalčević nel suo personale Viaggio a Costantinopoli (1886) affermerà: “neanche l’osservatore più critico oserebbe aggiungere qualcosa, De Amicis l’ha descritta così bene, come nessun altro” (A. V. Tkalčević, Put u Carigrad, Zagreb, 1886, p. 91). Il contributo indaga le sorti del felice caso editoriale del diario di viaggio e pone l’attenzione sulle “istantanee” narrative della città imperiale, nell’ottica di una rinnovata attenzione al testo e alla narrativa odeporica dell’autore italiano. / Edmondo De Amicis (1846-1908) was one of the most important Italian authors of the nineteenth century whose travel reportages helped broaden the horizons of the Italian readers. The results of his explorations were collected into successful books such as Spagna (Spain, 1873), l’Olanda (1874; Holland 2011), Ricordi di Londra (1874; Memories of London 1923) and Marocco (1876; Morocco: Its People & Places, 1985). Published by Treves in 1877, Costantinopoli (Constantinople 2017) was able to shape the fin-desiècle Ottoman imagination and spread from Italy across Europe. Adolfo Veber Tkalčević, the editor of the Croatian translation of De Amicis’s work, stated in his Put u Carigrad (1886) that “even the most critical observer would not have dared add anything; De Amicis has described it so well, like no one else had done before him” (p. 91). The essay investigates the editorial path of the reportage and focuses on the narrative “snapshots” of the imperial city with a renewed emphasis on the text.
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camilla bencini
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