UN’ALTRA NEUTRALITÀ È POSSIBILE. RIFLESSIONI A MARGINE DELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA SUGLI INDUMENTI RELIGIOSI SUL LUOGO DI LAVORO

ABSTRACT - Il saggio, dopo aver ricostruito lo stato dei limiti posti dall’ordinamento Ue al potere datoriale di imporre ai propri dipendenti il divieto di mostrare simboli religiosi sul luogo di lavoro, riflette sul ruolo della neutralità religiosa nell’ordinamento unionale, ponendolo in relazione con gli ordinamenti interni. In particolare, distingue l’ipotesi che la neutralità cd. «esclusiva» venga imposta da un datore di lavoro privato da quella dove la stessa venga disposta da un datore di lavoro pubblico, ponendo attenzione alle fonti che giustificano questa scelta. Da ultimo, vengono valorizzati i profili di questa giurisprudenza che consentono di rafforzare la tutela della libertà religiosa, dimostrando che una neutralità, cd. «inclusiva», che non impone la soppressione dei simboli confessionali nella sfera pubblica, è conforme all’ordinamento Ue. ANOTHER NEUTRALITY IS POSSIBLE. REFLECTIONS ON THE SIDELINES OF THE ECJ JURISPRUDENCE ON RELIGIOUS CLOTHING IN THE WORKPLACE The essay, after outlining the state of the limits placed by the EU legal system on the employer’s power to prohibit employees from displaying religious symbols in the workplace, reflects on the role of religious neutrality in the EU legal system, placing it in relation to domestic legal systems. In particular, it distinguishes the hypothesis where the so-called «exclusive» neutrality is imposed by a private employer from that where it is ordered by a public employer, paying attention to the sources that justify such choice. Lastly, the aspects of the case law that strengthen the protection of religious freedom are emphasized, demonstrating that a so-called «inclusive» neutrality, which does not impose the suppression of confessional symbols in the public sphere, is in compliance with the EU legal system.