La sezione di Antropologia Pubblica che introduciamo raccoglie alcuni risultati di ricercainizialmente presentati nella sessione da noi curata al VI° convegno annuale dellaSIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata), tenutosi a Cremona dal 13 al 15dicembre2018.L’ideaeranatadaunnostrocomuneinteressesull’odio social(e), temache sempre più impegna la comunicazione quotidiana sotto la categoria più nota dihate speech,sucuil’antropologianonhaprodottostudisistematici.Volevamoinoltreriflettere sull’utilizzo, nel campo della comunicazione, di termini, concetti e categorie,che sono stati riletti ad uso dei movimenti etnici, nazionalisti, neofascisti, leghisti e post-coloniali, per giustificare l’odio verso l’altro. Questo secondo aspetto è stato inveceoggetto di riflessione in antropologia, anche se per lo più incentrato sul concetto di culturae sull’uso che ne hanno fatto gli antropologi. L’usoditerminicheriguardanodavicinolanostradisciplina– perché introdotti dagli antropologi o perché oggetti d’analisi per lungo tempo – ciha portato a interrogare il tipo di azioni che gli antropologi possono portare avanti inquesta temperie culturale: cosa possiamo dire sulla cultura, sull’etnia, sull’identità, sulla tradizione, per offrire una lettura che sia al tempo stesso ampiamente divulgativa–ossia rivolta alle masse che di queste parole abusano – e fortemente critica?
Contrastare l’odio. L’uso dell’antropologia nella comunicazione pubblica tra sentimenti, populismo e impegno politico. Un'introduzione / Zanotelli Francesco; Meloni Pietro. - In: ANTROPOLOGIA PUBBLICA. - ISSN 2531-8799. - ELETTRONICO. - 6:(2020), pp. 21-40.
Contrastare l’odio. L’uso dell’antropologia nella comunicazione pubblica tra sentimenti, populismo e impegno politico. Un'introduzione
Zanotelli Francesco;
2020
Abstract
La sezione di Antropologia Pubblica che introduciamo raccoglie alcuni risultati di ricercainizialmente presentati nella sessione da noi curata al VI° convegno annuale dellaSIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata), tenutosi a Cremona dal 13 al 15dicembre2018.L’ideaeranatadaunnostrocomuneinteressesull’odio social(e), temache sempre più impegna la comunicazione quotidiana sotto la categoria più nota dihate speech,sucuil’antropologianonhaprodottostudisistematici.Volevamoinoltreriflettere sull’utilizzo, nel campo della comunicazione, di termini, concetti e categorie,che sono stati riletti ad uso dei movimenti etnici, nazionalisti, neofascisti, leghisti e post-coloniali, per giustificare l’odio verso l’altro. Questo secondo aspetto è stato inveceoggetto di riflessione in antropologia, anche se per lo più incentrato sul concetto di culturae sull’uso che ne hanno fatto gli antropologi. L’usoditerminicheriguardanodavicinolanostradisciplina– perché introdotti dagli antropologi o perché oggetti d’analisi per lungo tempo – ciha portato a interrogare il tipo di azioni che gli antropologi possono portare avanti inquesta temperie culturale: cosa possiamo dire sulla cultura, sull’etnia, sull’identità, sulla tradizione, per offrire una lettura che sia al tempo stesso ampiamente divulgativa–ossia rivolta alle masse che di queste parole abusano – e fortemente critica?File | Dimensione | Formato | |
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