Il saggio analizza la particolare gestione della temporalità in "Les plages d'Agnès" di Agnès Varda, "Un'ora sola ti vorrei" di Alina Marazzi e "Of Time and the City" di Terence Davies. Si tratta di registi che spesso partono da una materia autobiografica per elaborare, attraverso il montaggio di girato o fotografie preesistenti, un personale rapporto con il tempo, passato, presente e futuro. Il filtro soggettivo con cui guidano lo spettatore tra i materiali utilizzati insegna a resistere al flusso indistinto di immagini in cui ogni soggetto si trova ad essere immerso nella nostra contemporaneità. L'esercizio di uno sguardo 'straniato', in cui si tende a svelare il procedimento e a riflettere sulla rappresentazione (l'uso di cornici, specchi, uniti alla modalità dell'autoritratto in Agnès Varda) oppure il lavoro sul flusso delle immagini (fermo immagine, ralenti utilizzati da Marazzi), insieme al complessivo lavoro su girato e immagini di repertorio (anche in Davies), portano a costruire un dialogo costante con lo spettatore. La voce, traccia umana tre le immagini riprodotte e riciclate, consente di ri-narrare il tempo, restituendo a dei frammenti la dimensione di un'esperienza da condividere.

Raccontare e governare il tempo: Agnès Varda, Alina Marazzi, Terence Davies / Anna Masecchia. - In: SIGMA. - ISSN 2611-3309. - (2017), pp. 171-189.

Raccontare e governare il tempo: Agnès Varda, Alina Marazzi, Terence Davies

Anna Masecchia
2017

Abstract

Il saggio analizza la particolare gestione della temporalità in "Les plages d'Agnès" di Agnès Varda, "Un'ora sola ti vorrei" di Alina Marazzi e "Of Time and the City" di Terence Davies. Si tratta di registi che spesso partono da una materia autobiografica per elaborare, attraverso il montaggio di girato o fotografie preesistenti, un personale rapporto con il tempo, passato, presente e futuro. Il filtro soggettivo con cui guidano lo spettatore tra i materiali utilizzati insegna a resistere al flusso indistinto di immagini in cui ogni soggetto si trova ad essere immerso nella nostra contemporaneità. L'esercizio di uno sguardo 'straniato', in cui si tende a svelare il procedimento e a riflettere sulla rappresentazione (l'uso di cornici, specchi, uniti alla modalità dell'autoritratto in Agnès Varda) oppure il lavoro sul flusso delle immagini (fermo immagine, ralenti utilizzati da Marazzi), insieme al complessivo lavoro su girato e immagini di repertorio (anche in Davies), portano a costruire un dialogo costante con lo spettatore. La voce, traccia umana tre le immagini riprodotte e riciclate, consente di ri-narrare il tempo, restituendo a dei frammenti la dimensione di un'esperienza da condividere.
2017
171
189
Anna Masecchia
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