L’articolo approfondisce il lavoro di traduzione di Louis-Mathieu Langlès (1764-1824), figura di spicco negli studi orientali francesi a cavallo tra Sette e Ottocento. Analizzando le traduzioni realizzate o coordinate da Langlès di relazioni di viaggio, saggi e trattati sull’Asia prodotti in ambito britannico, si mettono in evidenza due strategie che hanno dato forma al suo profilo di studioso, pubblicista e funzionario. La prima riguarda la diffusione di conoscenze sull’Asia, attraverso traduzioni prodotte combinando un approccio letterale ai testi e ambiziose operazioni di riorganizzazione dei contenuti. Queste ultime risultavano nell’aggiunta sistematica di note e appendici miranti a ricontestualizzare in una cornice francese le informazioni veicolate e, nel complesso, affermavano sia il valore degli studi orientali francesi accanto a quelli britannici, sia il ruolo d’intermediazione svolto da Langlès nel processo di costruzione di conoscenze sull’Asia. La seconda strategia riguarda il progetto di riforma di Langlès per il sistema di insegnamento delle lingue asiatiche in Francia, progetto che nel 1795 portò alla fondazione dell’École spéciale des langues orientales vivantes (l’odierno INALCO). L’articolo illustra gli stretti legami tra questa iniziativa istituzionale, l’attività di Langlès come traduttore e una specifica visione degli studi orientali, di carattere pragmatico e intesa a riprodurre l’intreccio tra aumento delle conoscenze ed espansione commerciale che Langlès individuava nella contemporanea esperienza coloniale britannica in Asia. Le traduzioni di Langlès, quindi, non erano semplici atti di appropriazione, ma materializzavano e favorivano un’idea di "emulazione", esprimendo così uno specifico intreccio tra ammirazione accademica e competizione politica, anglofilia e anglofobia nel contesto più ampio degli studi orientali francesi dell’epoca. *** This article delves into the translation and editing work of Louis-Mathieu Langlès (1764-1824), a significant figure in French Oriental studies during the late eighteenth and early nineteenth centuries. By examining Langlès’ translations of British literature about Asia, the analysis underscores two interrelated strategies shaping his work. The first strategy involved the dissemination of knowledge about Asia through translations shaped by both a literalist approach to the text and intensive editing practices. These practices resulted in the incorporation of extensive footnotes and additions that served both informative and domesticating functions and highlighted Langlès’ agency as a mediator of knowledge. The second strategy centres on Langlès’ reform project for the French system of teaching and learning Asiatic languages, resulting in the establishment of the École spéciale des langues orientales vivantes in 1795. This strategy is strongly connected with his translation work as it reflects Langlès’ pragmatic vision of Oriental studies as based on the British example, particularly the scholarly activities of individuals working for the East India Company. His translations, therefore, were not mere acts of appropriation but both embodied and encouraged ‘emulation’, allowing us to reveal the interplay of scholarly admiration and political competition and to uncover a distinct strand of Anglophilia within the broader context of early French Oriental studies.
Translating Orientalism. Louis-Mathieu Langlès as editor and translator of English literature between Oriental studies, commerce, and popularisation / Emanuele Giusti. - In: DICIOTTESIMO SECOLO. - ISSN 2531-4165. - ELETTRONICO. - 9:(2024), pp. 161-182. [10.36253/ds-15060]
Translating Orientalism. Louis-Mathieu Langlès as editor and translator of English literature between Oriental studies, commerce, and popularisation
Emanuele Giusti
2024
Abstract
L’articolo approfondisce il lavoro di traduzione di Louis-Mathieu Langlès (1764-1824), figura di spicco negli studi orientali francesi a cavallo tra Sette e Ottocento. Analizzando le traduzioni realizzate o coordinate da Langlès di relazioni di viaggio, saggi e trattati sull’Asia prodotti in ambito britannico, si mettono in evidenza due strategie che hanno dato forma al suo profilo di studioso, pubblicista e funzionario. La prima riguarda la diffusione di conoscenze sull’Asia, attraverso traduzioni prodotte combinando un approccio letterale ai testi e ambiziose operazioni di riorganizzazione dei contenuti. Queste ultime risultavano nell’aggiunta sistematica di note e appendici miranti a ricontestualizzare in una cornice francese le informazioni veicolate e, nel complesso, affermavano sia il valore degli studi orientali francesi accanto a quelli britannici, sia il ruolo d’intermediazione svolto da Langlès nel processo di costruzione di conoscenze sull’Asia. La seconda strategia riguarda il progetto di riforma di Langlès per il sistema di insegnamento delle lingue asiatiche in Francia, progetto che nel 1795 portò alla fondazione dell’École spéciale des langues orientales vivantes (l’odierno INALCO). L’articolo illustra gli stretti legami tra questa iniziativa istituzionale, l’attività di Langlès come traduttore e una specifica visione degli studi orientali, di carattere pragmatico e intesa a riprodurre l’intreccio tra aumento delle conoscenze ed espansione commerciale che Langlès individuava nella contemporanea esperienza coloniale britannica in Asia. Le traduzioni di Langlès, quindi, non erano semplici atti di appropriazione, ma materializzavano e favorivano un’idea di "emulazione", esprimendo così uno specifico intreccio tra ammirazione accademica e competizione politica, anglofilia e anglofobia nel contesto più ampio degli studi orientali francesi dell’epoca. *** This article delves into the translation and editing work of Louis-Mathieu Langlès (1764-1824), a significant figure in French Oriental studies during the late eighteenth and early nineteenth centuries. By examining Langlès’ translations of British literature about Asia, the analysis underscores two interrelated strategies shaping his work. The first strategy involved the dissemination of knowledge about Asia through translations shaped by both a literalist approach to the text and intensive editing practices. These practices resulted in the incorporation of extensive footnotes and additions that served both informative and domesticating functions and highlighted Langlès’ agency as a mediator of knowledge. The second strategy centres on Langlès’ reform project for the French system of teaching and learning Asiatic languages, resulting in the establishment of the École spéciale des langues orientales vivantes in 1795. This strategy is strongly connected with his translation work as it reflects Langlès’ pragmatic vision of Oriental studies as based on the British example, particularly the scholarly activities of individuals working for the East India Company. His translations, therefore, were not mere acts of appropriation but both embodied and encouraged ‘emulation’, allowing us to reveal the interplay of scholarly admiration and political competition and to uncover a distinct strand of Anglophilia within the broader context of early French Oriental studies.File | Dimensione | Formato | |
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