In pieno Settecento, a Vienna, la collaborazione artistica fra Gasparo Angiolini, Christoph Willibald Gluck e Ranieri de’ Calzabigi, animati da un’ispirata comunione di intenti, porta alla codificazione definitiva del ballo pantomimo ("Das Steinerne Gastmhal", 1761) e dell’opera in musica riformata ("Orfeo ed Euridice", 1762). Un percorso che negli ultimi anni la storiografia di settore ha sufficientemente indagato, tralasciando, però, una tappa precedente di questo ‘ripensamento’ drammaturgico del ballo teatrale, di fatto quasi totalmente ascritto all’impulso del fermento illuministico europeo. Non meno importante e strategico deve essere considerato, invece, il lavoro sinergico di un’altra ‘triade eccellente’, quella composta da Molière, Jean-Baptiste Lully e Pierre Beauchamps, codificatori, quasi un secolo prima, di quel ‘meticciato spettacolare’ che furono le comédies-ballets: sintesi performativa delle “tre arti sorelle”, poesia musica danza, in un genere ibrido e puramente barocco nella composizione eterogenea ma dalle finalità drammaturgiche ben delineate e coerenti. Partendo dalla contestualizzazione politico-culturale della corte di Luigi XIV, il saggio analizza il ruolo cruciale della comédie-ballet, creata dalla collaborazione tra Molière, Lully e Beauchamps, come tappa fondamentale nella riforma del balletto pantomimo del Settecento, suggerendo come questa forma spettacolare, sintesi fra poesia, musica e danza e fusione tra testo teatrale, rappresentazione musicale e gestuale, avesse già anticipato, nella seconda metà del Seicento, i principi riformatori che avrebbero poi caratterizzato la riflessione sulla riforma della danza nel Settecento. La collaborazione tra Molière, Lully e Beauchamps anticipa, infatti, gli ideali estetici settecenteschi e fornisse una struttura narrativa per la danza, evolvendo il balletto da mero divertimento a forma d'arte complessa e drammatica, nel creare una nuova estetica scenica che influenzò profondamente la successiva evoluzione del balletto e della danza teatrale, fornendo una base teorica per la riforma del ballo pantomimo. Attraverso l'analisi approfondita della prima comédie-ballet della triade, "Les Fâcheux" (1661), si dimostra come questa sperimentazione rappresenti un momento cruciale nell'evoluzione della danza teatrale, che qui si configura non solo come elemento decorativo ma come componente integrata e funzionale alla vicenda rappresentata. Molière, uomo di teatro completo e versatile formatosi secondo la tradizione della commedia dell’arte, inserisce i balli in punti strategici della commedia per sottolineare il contesto drammaturgico e accentuare il carattere dei personaggi, creando una sintesi tra parola, musica e gesto chiaramente riferita alla tradizione degli antichi e della pantomima romana.
Molière-Lully-Beauchamps: la comédie-ballet alle origini della riforma settecentesca del ballo pantomimo / Caterina Pagnini. - In: CIVILTÀ MUSICALE. - ISSN 1593-1277. - STAMPA. - 78:(2024), pp. 93-110.
Molière-Lully-Beauchamps: la comédie-ballet alle origini della riforma settecentesca del ballo pantomimo
Caterina Pagnini
2024
Abstract
In pieno Settecento, a Vienna, la collaborazione artistica fra Gasparo Angiolini, Christoph Willibald Gluck e Ranieri de’ Calzabigi, animati da un’ispirata comunione di intenti, porta alla codificazione definitiva del ballo pantomimo ("Das Steinerne Gastmhal", 1761) e dell’opera in musica riformata ("Orfeo ed Euridice", 1762). Un percorso che negli ultimi anni la storiografia di settore ha sufficientemente indagato, tralasciando, però, una tappa precedente di questo ‘ripensamento’ drammaturgico del ballo teatrale, di fatto quasi totalmente ascritto all’impulso del fermento illuministico europeo. Non meno importante e strategico deve essere considerato, invece, il lavoro sinergico di un’altra ‘triade eccellente’, quella composta da Molière, Jean-Baptiste Lully e Pierre Beauchamps, codificatori, quasi un secolo prima, di quel ‘meticciato spettacolare’ che furono le comédies-ballets: sintesi performativa delle “tre arti sorelle”, poesia musica danza, in un genere ibrido e puramente barocco nella composizione eterogenea ma dalle finalità drammaturgiche ben delineate e coerenti. Partendo dalla contestualizzazione politico-culturale della corte di Luigi XIV, il saggio analizza il ruolo cruciale della comédie-ballet, creata dalla collaborazione tra Molière, Lully e Beauchamps, come tappa fondamentale nella riforma del balletto pantomimo del Settecento, suggerendo come questa forma spettacolare, sintesi fra poesia, musica e danza e fusione tra testo teatrale, rappresentazione musicale e gestuale, avesse già anticipato, nella seconda metà del Seicento, i principi riformatori che avrebbero poi caratterizzato la riflessione sulla riforma della danza nel Settecento. La collaborazione tra Molière, Lully e Beauchamps anticipa, infatti, gli ideali estetici settecenteschi e fornisse una struttura narrativa per la danza, evolvendo il balletto da mero divertimento a forma d'arte complessa e drammatica, nel creare una nuova estetica scenica che influenzò profondamente la successiva evoluzione del balletto e della danza teatrale, fornendo una base teorica per la riforma del ballo pantomimo. Attraverso l'analisi approfondita della prima comédie-ballet della triade, "Les Fâcheux" (1661), si dimostra come questa sperimentazione rappresenti un momento cruciale nell'evoluzione della danza teatrale, che qui si configura non solo come elemento decorativo ma come componente integrata e funzionale alla vicenda rappresentata. Molière, uomo di teatro completo e versatile formatosi secondo la tradizione della commedia dell’arte, inserisce i balli in punti strategici della commedia per sottolineare il contesto drammaturgico e accentuare il carattere dei personaggi, creando una sintesi tra parola, musica e gesto chiaramente riferita alla tradizione degli antichi e della pantomima romana.File | Dimensione | Formato | |
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