Il testamento della contessa Beatrice degli Alberti di Capraia (1279) si offre come importante fonte documentaria per la storia dell’architettura. Già ben noto come incunabolo del volgare, esso contiene numerose donazioni a enti religiosi, chiaramente distinte fra quelle offerte alle comunità, ai singoli, alle opere e agli edifici, sia da ampliare, sia da restaurare. Vi si annoverano cantieri fiorentini di prim’ordine – Santa Maria Novella, Santa Croce, Badia a Settimo – le cui fasi iniziali vengono solitamente agganciate dalla critica a simboliche pose della prima pietra. Le recenti riletture stilistiche e archeologiche dei cantieri trovano conferma nelle parole della nobildonna, che ne suggeriscono lievi, ma significative retrodatazioni. The will of Countess Beatrice degli Alberti di Capraia (1279) offers itself as an important documentary source for the history of architecture. Already well known as an incunabulum of the vernacular, it contains numerous donations to religious bodies; donations are clearly distinguished between those offered to communities, individuals, institutions and buildings, to be expanded or to be restored. It includes main Florentine building sites-Santa Maria Novella, Santa Croce, Badia a Settimo-whose early stages are usually bound by critics to symbolic laying of the foundation stone. Recent stylistic and archaeological reinterpretations of the construction sites find confirmation in the words of the noblewoman, which suggest slight but significant backdating.
Un testamento del 1279 come fonte per la storia dell’architettura. Beatrice degli Alberti di Capraia e l’inizio dei grandi cantieri fiorentini di fine Duecento (Santa Maria Novella, Badia a Settimo, Santa Croce) / marco frati. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - (In corso di stampa), pp. 2-14.
Un testamento del 1279 come fonte per la storia dell’architettura. Beatrice degli Alberti di Capraia e l’inizio dei grandi cantieri fiorentini di fine Duecento (Santa Maria Novella, Badia a Settimo, Santa Croce)
marco frati
In corso di stampa
Abstract
Il testamento della contessa Beatrice degli Alberti di Capraia (1279) si offre come importante fonte documentaria per la storia dell’architettura. Già ben noto come incunabolo del volgare, esso contiene numerose donazioni a enti religiosi, chiaramente distinte fra quelle offerte alle comunità, ai singoli, alle opere e agli edifici, sia da ampliare, sia da restaurare. Vi si annoverano cantieri fiorentini di prim’ordine – Santa Maria Novella, Santa Croce, Badia a Settimo – le cui fasi iniziali vengono solitamente agganciate dalla critica a simboliche pose della prima pietra. Le recenti riletture stilistiche e archeologiche dei cantieri trovano conferma nelle parole della nobildonna, che ne suggeriscono lievi, ma significative retrodatazioni. The will of Countess Beatrice degli Alberti di Capraia (1279) offers itself as an important documentary source for the history of architecture. Already well known as an incunabulum of the vernacular, it contains numerous donations to religious bodies; donations are clearly distinguished between those offered to communities, individuals, institutions and buildings, to be expanded or to be restored. It includes main Florentine building sites-Santa Maria Novella, Santa Croce, Badia a Settimo-whose early stages are usually bound by critics to symbolic laying of the foundation stone. Recent stylistic and archaeological reinterpretations of the construction sites find confirmation in the words of the noblewoman, which suggest slight but significant backdating.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.