Il contributo propone una simmetrica riflessione sulle dinamiche sociali attivate dai processi di rescaling politico- amministrativo dei territori di area vasta e sulla ripresa dell’attivismo civico a microscala. Le due riflessioni sono strettamente legate da due elementi nodali: la crisi della democrazia rappresentativa da un lato e la nascita di nuovi conflitti territoriali dall’altro. Per comprendere la natura di tali conflitti è opportuno tenere conto delle varie dimensioni attraverso cui possono essere esaminati (Bobbio, 2011). Il percorso di ricerca scaturisce dall’analisi di una di queste interpretazioni, in particolare quella sui “luoghi e flussi”, che ha come vero oggetto del contendere la sovranità dei luoghi. Il paper propone di indagare e mettere in evidenza le condizioni di malessere (Fregolent, 2014) della cittadinanza attiva che con voice capacity difende il diritto ai beni comuni, l’identità e la sovranità dei luoghi, declinando così la narrazione descritta da Bobbio in una forma di conflitto territoriale a carattere identitario. La narrazione proposta è rappresentata dai conflitti identitari caratterizzati da contrasti per la riappropriazione degli spazi e dei luoghi pubblici, per la rivendicazione del diritto degli usi civici e per la riappropriazione delle terre incolte. Attualmente sono attive sul territorio molte esperienze bottom up a carattere identitario; tutte stanno di fatto e separatamente cooperando alla costruzione di una più avanzata generazione di forme di sviluppo locale autosostenibile (Dematteis, Magnaghi, 2016). Assunto questo punto di vista, il paper intende indagare come le forme innovative di comunità, che scaturiscono da una cittadinanza attiva e conflittuale, attivino progetti integrati di territorio impiegando i valori patrimoniali come policy tools. In questa prospettiva è utile ricercare le forme di comunità in cui i cittadini, inizialmente animati da uno stesso comune disagio, indirizzano il conflitto verso la produzione di controprogetti mobilitandosi attivamente per dare corso a differenti proposte (Calvaresi, Pacchi, Zanoni, 2015), generando una fitta rete di collaborazioni e sinergie. Il contributo sintetizza il percorso di empowerment di un gruppo di abitanti che, riconoscendosi nel valore patrimoniale di un luogo storicamente sedimentato nelle campagne della città metropolitana e, rivendicando il diritto all’uso pubblico, costruisce un progetto integrato di rigenerazione di uno spazio di comunità.
Conflitti territoriali a carattere identitario. Una narrazione per la costruzione dal basso di nuovi policy tools / Elisa Caruso. - ELETTRONICO. - (2020), pp. 1438-1442. (Intervento presentato al convegno XXII Conferenza Nazionale SIU - Società italiana degli Urbanisti L'Urbanistica italiana di fronte all'Agenda 2030 tenutosi a Matera-Bari nel 5-6-7 Giugno 2019).
Conflitti territoriali a carattere identitario. Una narrazione per la costruzione dal basso di nuovi policy tools
Elisa Caruso
2020
Abstract
Il contributo propone una simmetrica riflessione sulle dinamiche sociali attivate dai processi di rescaling politico- amministrativo dei territori di area vasta e sulla ripresa dell’attivismo civico a microscala. Le due riflessioni sono strettamente legate da due elementi nodali: la crisi della democrazia rappresentativa da un lato e la nascita di nuovi conflitti territoriali dall’altro. Per comprendere la natura di tali conflitti è opportuno tenere conto delle varie dimensioni attraverso cui possono essere esaminati (Bobbio, 2011). Il percorso di ricerca scaturisce dall’analisi di una di queste interpretazioni, in particolare quella sui “luoghi e flussi”, che ha come vero oggetto del contendere la sovranità dei luoghi. Il paper propone di indagare e mettere in evidenza le condizioni di malessere (Fregolent, 2014) della cittadinanza attiva che con voice capacity difende il diritto ai beni comuni, l’identità e la sovranità dei luoghi, declinando così la narrazione descritta da Bobbio in una forma di conflitto territoriale a carattere identitario. La narrazione proposta è rappresentata dai conflitti identitari caratterizzati da contrasti per la riappropriazione degli spazi e dei luoghi pubblici, per la rivendicazione del diritto degli usi civici e per la riappropriazione delle terre incolte. Attualmente sono attive sul territorio molte esperienze bottom up a carattere identitario; tutte stanno di fatto e separatamente cooperando alla costruzione di una più avanzata generazione di forme di sviluppo locale autosostenibile (Dematteis, Magnaghi, 2016). Assunto questo punto di vista, il paper intende indagare come le forme innovative di comunità, che scaturiscono da una cittadinanza attiva e conflittuale, attivino progetti integrati di territorio impiegando i valori patrimoniali come policy tools. In questa prospettiva è utile ricercare le forme di comunità in cui i cittadini, inizialmente animati da uno stesso comune disagio, indirizzano il conflitto verso la produzione di controprogetti mobilitandosi attivamente per dare corso a differenti proposte (Calvaresi, Pacchi, Zanoni, 2015), generando una fitta rete di collaborazioni e sinergie. Il contributo sintetizza il percorso di empowerment di un gruppo di abitanti che, riconoscendosi nel valore patrimoniale di un luogo storicamente sedimentato nelle campagne della città metropolitana e, rivendicando il diritto all’uso pubblico, costruisce un progetto integrato di rigenerazione di uno spazio di comunità.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.