Il carcere per la città è una presenza problematica. Questo rapporto di inquietante coabitazione (Combessie, 2002), si manifesta a partire dall’Ottocento, quando la cultura positivista trasforma le strutture carcerarie in oggetto di una specifica attenzione progettuale e usa il loro allontanamento dagli spazi urbani più pregiati e rappresentativi della città come logica localizzativa prevalente. Figli di tale dinamica, perdurante per tutto il corso del Novecento, gli istituti penitenziari attuali, raggiunti dalle espansioni della Zwischenstadt, la cosiddetta città intermedia (Sieverts, 2003), si configurano come luoghi urbani differenziati e complessi, non più esclusivamente riconducibili alla dicotomia centroperiferia (Infussi, 2020), ma comunque spazi rifiutati, stigmatizzati e difficilmente accessibili, sia dal punto di vista fisico che sociale. Il contributo, posizionandosi su una visione del carcere come oggetto geografico (Milhaud, 2017) al cuore di un complicato gioco di contatti e di scarti con l’organismo urbano, complice e vittima degli attuali processi di periferizzazione, si interroga sulle modalità attraverso le quali possa essere ripensata e riprogettata la coabitazione tra carcere e città, in modo che essa possa divenire occasione di rinascita spaziale, sociale ed economica. Questo tema viene affrontato attraverso la presentazione di un progetto/processo di rigenerazione urbana in corso, I CARE: Inclusione, Carcere, Architettura, Rigenerazione Ecologia, sviluppato dal Laboratory of Critical Planning&Design del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze sul territorio in cui esistono le carceri della città di Firenze. Il progetto, co-finanziato dall’Autorità Regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione della Regione Toscana e strutturato intorno ad un ricco partenariato, lavora intorno al concetto di cura collettiva come motore di un processo di ri-centralizzazione di questa periferia fiorentina, in termini di rigenerazione sociale, economica, spaziale e umana.
La cura come chance per una nuova coabitazione tra carcere e città. Il progetto ICARE nelle carceri fiorentine / Maddalena Rossi; Camilla Perrone. - ELETTRONICO. - (2024), pp. 150-156. (Intervento presentato al convegno Xxv Conferenza Nazionale Siu - Società Italiana Degli Urbanisti Transizioni, Giustizia Spaziale E Progetto Di Territorio.).
La cura come chance per una nuova coabitazione tra carcere e città. Il progetto ICARE nelle carceri fiorentine
Maddalena Rossi
;Camilla Perrone
2024
Abstract
Il carcere per la città è una presenza problematica. Questo rapporto di inquietante coabitazione (Combessie, 2002), si manifesta a partire dall’Ottocento, quando la cultura positivista trasforma le strutture carcerarie in oggetto di una specifica attenzione progettuale e usa il loro allontanamento dagli spazi urbani più pregiati e rappresentativi della città come logica localizzativa prevalente. Figli di tale dinamica, perdurante per tutto il corso del Novecento, gli istituti penitenziari attuali, raggiunti dalle espansioni della Zwischenstadt, la cosiddetta città intermedia (Sieverts, 2003), si configurano come luoghi urbani differenziati e complessi, non più esclusivamente riconducibili alla dicotomia centroperiferia (Infussi, 2020), ma comunque spazi rifiutati, stigmatizzati e difficilmente accessibili, sia dal punto di vista fisico che sociale. Il contributo, posizionandosi su una visione del carcere come oggetto geografico (Milhaud, 2017) al cuore di un complicato gioco di contatti e di scarti con l’organismo urbano, complice e vittima degli attuali processi di periferizzazione, si interroga sulle modalità attraverso le quali possa essere ripensata e riprogettata la coabitazione tra carcere e città, in modo che essa possa divenire occasione di rinascita spaziale, sociale ed economica. Questo tema viene affrontato attraverso la presentazione di un progetto/processo di rigenerazione urbana in corso, I CARE: Inclusione, Carcere, Architettura, Rigenerazione Ecologia, sviluppato dal Laboratory of Critical Planning&Design del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze sul territorio in cui esistono le carceri della città di Firenze. Il progetto, co-finanziato dall’Autorità Regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione della Regione Toscana e strutturato intorno ad un ricco partenariato, lavora intorno al concetto di cura collettiva come motore di un processo di ri-centralizzazione di questa periferia fiorentina, in termini di rigenerazione sociale, economica, spaziale e umana.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.