“La natura ama nascondersi” è la traduzione dal greco classico più immediata del noto ed enigmatico frammento di Eraclito da Efeso (6º-5º sec. a. C.) “φύσις κρύπτεσθαι φιλεῖ”. Si tratta di un enunciato suadente, sfuggente e misterioso, ampiamente dibattuto e indagato nei suoi possibili significati (e nelle sue più appropriate restituzioni in altre lingue) dai filosofi di tutti i tempi. Sovente lo si trova evocato nelle opere di poeti, artisti, esperti e cultori delle più svariate discipline per accompagnare definizioni e interpretazioni di Natura. In questo contributo l’aforisma di Eraclito viene adottato come innesco per abbozzare una riflessione su cosa possa significare oggi l’espressione ombrello ‘progettare con la natura’, che è radicalmente connessa alle teorie e alle pratiche paesaggistiche. Attraverso un breve itinerario critico basato sui testi di alcuni autori contemporanei (Dixon Hunt, Leenhardt, Kowarick, Whiston Spirn) che hanno contribuito in maniera significativa all’avanzamento della cultura ecologica e dell’architettura del paesaggio, e alludendo al pensiero di alcune tra le figure più influenti nel campo degli studi post-femministi e post-coloniali (come Haraway, Morin, Stengers, Descola, Latour), si sostiene che per le discipline del progetto ricollocare e ridefinire il significato di Natura costituisce un necessario atto creativo e politico.

Se la Natura ama nascondersi / Lambertini Anna. - In: ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO. - ISSN 1125-0259. - STAMPA. - 47-48:(2024), pp. 12-17.

Se la Natura ama nascondersi

Lambertini Anna
2024

Abstract

“La natura ama nascondersi” è la traduzione dal greco classico più immediata del noto ed enigmatico frammento di Eraclito da Efeso (6º-5º sec. a. C.) “φύσις κρύπτεσθαι φιλεῖ”. Si tratta di un enunciato suadente, sfuggente e misterioso, ampiamente dibattuto e indagato nei suoi possibili significati (e nelle sue più appropriate restituzioni in altre lingue) dai filosofi di tutti i tempi. Sovente lo si trova evocato nelle opere di poeti, artisti, esperti e cultori delle più svariate discipline per accompagnare definizioni e interpretazioni di Natura. In questo contributo l’aforisma di Eraclito viene adottato come innesco per abbozzare una riflessione su cosa possa significare oggi l’espressione ombrello ‘progettare con la natura’, che è radicalmente connessa alle teorie e alle pratiche paesaggistiche. Attraverso un breve itinerario critico basato sui testi di alcuni autori contemporanei (Dixon Hunt, Leenhardt, Kowarick, Whiston Spirn) che hanno contribuito in maniera significativa all’avanzamento della cultura ecologica e dell’architettura del paesaggio, e alludendo al pensiero di alcune tra le figure più influenti nel campo degli studi post-femministi e post-coloniali (come Haraway, Morin, Stengers, Descola, Latour), si sostiene che per le discipline del progetto ricollocare e ridefinire il significato di Natura costituisce un necessario atto creativo e politico.
2024
47-48
12
17
Lambertini Anna
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