I treni di Arturo (15 anni dopo)Movimento personale e politico nell’università neoliberista italiana

In questo articolo focalizzerò l’attenzione su come l’esperienza della precarietà possa essere declinata attraverso due coppie concettuali tra loro ambigue: il nesso mobilità/stabilizzazione e il nesso debito/conflitto. L'argomentazione si svilupperà, autoetnograficamented, dall'esperienza vissuta nella “Rete precaria”, un movimento nazionale di lotta di ricercatori, docenti a contratto e dottorandi, nato ai tempi della introduzione dell’ordinamento didattico basato sul sistema del “3+2”. L’attivismo della Rete trovò molta solidarietà tra il corpo studentesco, un misto di condivisione e avversione nel campo del corpo docente strutturato, ma soprattutto una bassa adesione dei colleghi precari direttamente interessati. Come spiegare lo scarso livello di partecipazione alle rivendicazioni da parte dei docenti a contratto precari? Per farlo, propongo di utilizzare i concetti di “debito” e di “dipendenza” dentro una specifica economia morale del mondo universitario, in una fase di radicale trasformazione.