Fathers and sons in the mirror of Italian terrorism

In 1980 left-wing terrorism presented itself in a light that had remained under the radar until then, that of generational conflict. At the height of the subversive attacks that coincided with the beginning of its end a number of families of the ruling class, of politicians, journalists, professionals, experienced the drama of one of their sons militating in an armed organization. The most clamorous cases include the son of Carlo Donat-Cattin, one of the most influential politicians of the Republic, and two of the assassins of Walter Tobagi, who were sons of well-known Milanese bourgeois intellectuals. Through these and other stories, this article which draws on material from the trial sources focuses on terrorism as a reckoning between fathers and sons, when patriarchal society suffered a decisive blow. A revealing view of the characteristics and limits of Italian modernization. Nel 1980 il terrorismo di sinistra si presentò sotto una luce che fino ad allora era rimasta sottotraccia, quella del conflitto generazionale. All'apice degli attentati eversivi che coincisero con l'inizio della sua fine alcune famiglie della classe dirigente, di politici, giornalisti, professionisti, vissero il dramma di uno dei loro figli che militava in un'organizzazione armata. Tra i casi più clamorosi, il figlio di Carlo Donat-Cattin, uno dei politici più influenti della Repubblica, e di due degli assassini di Walter Tobagi, figli di noti intellettuali della borghesia milanese. Attraverso queste e altre storie, questo articolo, che attinge al materiale delle fonti processuali, si concentra sul terrorismo come resa dei conti tra padri e figli, quando la società patriarcale subì un colpo decisivo. Una visione rivelatrice delle caratteristiche e dei limiti della modernizzazione italiana.