La sentenza Right to Know, resa dalla Corte di giustizia il 23 novembre 2023, offre l’occasione per soffermarsi, da un lato, sul regime previsto dall’art. 4 della direttiva 2003/4 relativo alle eccezioni che possono essere opposte all’accesso a determinate informazioni ambientali da parte delle autorità nazionali agli appartenenti alla società civile e, dall’altro lato, sulla tutela giurisdizionale accordata a questi ultimi avverso il rifiuto di accesso a tali informazioni, in particolare rispetto alla possibilità di consentire a una parte di sollevare una questione davanti al giudice nazionale che è già stata decisa in modo ad essa sfavorevole in un procedimento precedente ed è, pertanto, già coperta dal giudicato. La sentenza permette di svolgere alcune considerazioni critiche circa la discrezionalità delle autorità amministrative e giurisdizionali nazionali in relazione ai due aspetti considerati e i limiti posti a tale discrezionalità dal diritto dell’Unione.

L’accesso alle informazioni ambientali nella sentenza Right to Know della Corte di giustizia: la discrezionalità delle autorità amministrative e giurisdizionali nazionali nel difficile equilibrio tra tutela della trasparenza e riservatezza dei processi decisionali / Alessandra Favi. - In: QUADERNI AISDUE. - ISSN 2975-2698. - ELETTRONICO. - (2024), pp. 347-358.

L’accesso alle informazioni ambientali nella sentenza Right to Know della Corte di giustizia: la discrezionalità delle autorità amministrative e giurisdizionali nazionali nel difficile equilibrio tra tutela della trasparenza e riservatezza dei processi decisionali

Alessandra Favi
2024

Abstract

La sentenza Right to Know, resa dalla Corte di giustizia il 23 novembre 2023, offre l’occasione per soffermarsi, da un lato, sul regime previsto dall’art. 4 della direttiva 2003/4 relativo alle eccezioni che possono essere opposte all’accesso a determinate informazioni ambientali da parte delle autorità nazionali agli appartenenti alla società civile e, dall’altro lato, sulla tutela giurisdizionale accordata a questi ultimi avverso il rifiuto di accesso a tali informazioni, in particolare rispetto alla possibilità di consentire a una parte di sollevare una questione davanti al giudice nazionale che è già stata decisa in modo ad essa sfavorevole in un procedimento precedente ed è, pertanto, già coperta dal giudicato. La sentenza permette di svolgere alcune considerazioni critiche circa la discrezionalità delle autorità amministrative e giurisdizionali nazionali in relazione ai due aspetti considerati e i limiti posti a tale discrezionalità dal diritto dell’Unione.
2024
Alessandra Favi
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