Il libro è pensato per offrire al lettore un percorso visuale rivelatorio di come la presenza dell’Altro fosse estremamente radicata nella cultura figurativa rinascimentale e barocca. Attraverso una galleria di opere in marmo e in bronzo, ma anche di preziosi oggetti di argenteria, si intende evidenziare come la scultura, con la sua tridimensionalità, rendesse ancor più viva la percezione della diversità anche negli spazi condivisi della vita comunitaria quali piazze o chiese, come dimostrano il monumento dei Quattro Mori di Pietro Tacca a Livorno o la tomba del Doge Giovanni Pesaro in Santa Maria dei Frari a Venezia. Il medium scultoreo è più volte utilizzato anche per la rappresentazione della deformità, soprattutto nella forma del ritratto, che serviva a conferire al soggetto una dignità altrimenti negata dalle circostanze. Così, il busto del nano del duca di Créquy, ambasciatore francese a Roma nel 1634, eseguito da François Duquesnoy, sarà considerato un oggetto talmente raro da essere poi donato al cardinale Antonio Barberini. Infine, saranno presi in esame gli aspetti più squisitamente cromatici della scultura, che consentiva, grazie all’uso di marmi colorati o di legni policromati, di rappresentare i differenti colori della pelle, aspetto questo che vide particolare diffusione nei busti di schiavi mori tra Sette e Ottocento.

Convivere con l'Altro. Eccentrici sembianti nella scultura d'età moderna / Cristiano Giometti. - STAMPA. - (2025), pp. 1-117.

Convivere con l'Altro. Eccentrici sembianti nella scultura d'età moderna

Cristiano Giometti
2025

Abstract

Il libro è pensato per offrire al lettore un percorso visuale rivelatorio di come la presenza dell’Altro fosse estremamente radicata nella cultura figurativa rinascimentale e barocca. Attraverso una galleria di opere in marmo e in bronzo, ma anche di preziosi oggetti di argenteria, si intende evidenziare come la scultura, con la sua tridimensionalità, rendesse ancor più viva la percezione della diversità anche negli spazi condivisi della vita comunitaria quali piazze o chiese, come dimostrano il monumento dei Quattro Mori di Pietro Tacca a Livorno o la tomba del Doge Giovanni Pesaro in Santa Maria dei Frari a Venezia. Il medium scultoreo è più volte utilizzato anche per la rappresentazione della deformità, soprattutto nella forma del ritratto, che serviva a conferire al soggetto una dignità altrimenti negata dalle circostanze. Così, il busto del nano del duca di Créquy, ambasciatore francese a Roma nel 1634, eseguito da François Duquesnoy, sarà considerato un oggetto talmente raro da essere poi donato al cardinale Antonio Barberini. Infine, saranno presi in esame gli aspetti più squisitamente cromatici della scultura, che consentiva, grazie all’uso di marmi colorati o di legni policromati, di rappresentare i differenti colori della pelle, aspetto questo che vide particolare diffusione nei busti di schiavi mori tra Sette e Ottocento.
2025
Edizioni ETS
Pisa
9788846763907
Cristiano Giometti
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1424252
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