Il saggio vuole presentare alcuni collegamenti tra la scrittura e le letture di Márai nei suoi anni napoletani e non solo: la città scelta come luogo di possibile (auto)trasformazione si coniuga con la città oggetto d’inchiesta (Anna Maria Ortese, Norman Lewis, Curzio Malaparte). Ma Napoli è parte di una suggestione letteraria più ampia: Márai passa dall’Ungheria all’Italia anche attraverso la Toscana che accoglie il tessuto narrativo del romanzo “La sorella” (1946) e il lungo soggiorno a Salerno segnato dal concepimento del romanzo Il fortificatore (1975) che vuole essere una vigorosa memoria storica della Roma del cardinale Bellarmino divenuta ormai metafora dei totalitarismi del XX secolo. In Giordano Bruno vittima dell’eterna diatriba fra potere e ideologie, Márai trova dunque un altro alter ego. L’analisi di questi precedenti biografici e creativi consente di soffermarsi sulla fenomenologia dell’esperienza dell’esilio, sulle inquietudini che l’accompagnano, sui sogni e sulle speranze che il mare sembra alimentare in chi desidera che il mondo sia migliore sino al prodigio della redenzione.
Il motivo dell'esilio e la perdita dell'identità in "San Gennaro vére" (Il sangue di San Gennaro) di Sándor Márai / Sciacovelli A.. - STAMPA. - 5:(2013), pp. 105-128. (Intervento presentato al convegno Sándor Márai e Napoli tenutosi a Napoli nel 15-16 Novembre 2010).
Il motivo dell'esilio e la perdita dell'identità in "San Gennaro vére" (Il sangue di San Gennaro) di Sándor Márai
Sciacovelli A.
2013
Abstract
Il saggio vuole presentare alcuni collegamenti tra la scrittura e le letture di Márai nei suoi anni napoletani e non solo: la città scelta come luogo di possibile (auto)trasformazione si coniuga con la città oggetto d’inchiesta (Anna Maria Ortese, Norman Lewis, Curzio Malaparte). Ma Napoli è parte di una suggestione letteraria più ampia: Márai passa dall’Ungheria all’Italia anche attraverso la Toscana che accoglie il tessuto narrativo del romanzo “La sorella” (1946) e il lungo soggiorno a Salerno segnato dal concepimento del romanzo Il fortificatore (1975) che vuole essere una vigorosa memoria storica della Roma del cardinale Bellarmino divenuta ormai metafora dei totalitarismi del XX secolo. In Giordano Bruno vittima dell’eterna diatriba fra potere e ideologie, Márai trova dunque un altro alter ego. L’analisi di questi precedenti biografici e creativi consente di soffermarsi sulla fenomenologia dell’esperienza dell’esilio, sulle inquietudini che l’accompagnano, sui sogni e sulle speranze che il mare sembra alimentare in chi desidera che il mondo sia migliore sino al prodigio della redenzione.File | Dimensione | Formato | |
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